Armi all’Ucraina e sanzioni alla Russia, cosa cambia con Elly Schlein segretaria del Pd?

Giacomo Andreoli

27/02/2023

Con la vittoria di Elly Schlein il Partito Democratico potrebbe cambiare posizione sull’invio di armi all’Ucraina e in generale sulla postura da avere con Kiev e la Russia di Putin.

Armi all’Ucraina e sanzioni alla Russia, cosa cambia con Elly Schlein segretaria del Pd?

La vittoria a sorpresa di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico può portare a un cambio di posizione del Pd su vari fronti. Si parla di una nuova postura sui temi del lavoro, dell’ambiente, dei diritti sociali e civili, con uno spostamento verso posizioni più eco-socialiste e femministe rispetto al recente passato. Anche sulla guerra in Ucraina e le sanzioni contro la Russia, però, potrebbe cambiare qualcosa nei prossimi mesi.

Al momento, in Parlamento, i grandi partiti che sono convintamente a favore dell’invio di armi a Kiev sono Fratelli d’Italia, il terzo polo di Calenda e Renzi e il Partito Democratico. Il partito di centrosinistra può ora iniziare a mettere in dubbio l’utilità dell’invio di rifornimenti militari agli ucraini come fanno il Movimento 5 Stelle e l’Alleanza Sinistra/Verdi? Oppure continuerà a votare sempre a favore a ogni decreto sulle armi a Kiev, ma con qualche riserva, come hanno fatto Forza Italia e Lega?

E cosa cambierà sulla posizione rispetto alle sanzioni a Mosca, rispetto alle quali Lega e Movimento 5 Stelle hanno più di una volta chiesto all’Unione europea una riflessione rispetto al bilancio costi/benefici?

Il Pd di Elly Schlein sarà contro l’invio di armi all’Ucraina?

In campagna elettorale per le primarie Elly Schlein, che ha un nonno ucraino, ha ripetuto di essere contro l’invasione di Kiev e di considerare la guerra mossa da Vladimir Putin “un’operazione criminale”. Quindi ha spiegato che il suo Pd sarebbe rimasto dalla parte di Kiev senza se e senza ma, anche con il sostegno militare alla resistenza, pur ribadendo che “è necessario un maggiore sforzo diplomatico”.

Tuttavia quando a dicembre l’Alleanza Sinistra/Verdi ha presentato alla Camera una mozione contro l’invio di armi a Kiev, la deputata Schlein non ha partecipato al voto.

Per vicinanza e comprensione delle tesi pacifiste”, ha spiegato poi, ma la sua posizione ha creato diversi malcontenti all’interno del Pd. Nelle seguenti votazioni, però, la deputata ha sempre votato a favore dell’invio di armi e contro chi provava a impegnare il governo a “fermarsi” (come il Movimento 5 Stelle).

L’ambiguità di Schlein sulla difesa armata dell’Ucraina

L’ambiguità, dunque, è evidente: non è chiaro quanto Schlein sia a favore dell’invio di armi a Kiev. Se pensi che non serva continuare o quali eventuali argini vadano messi (della serie: l’invio di caccia di cui ha parlato Fratelli d’Italia per la nuova segretaria è un sostegno alla difesa ucraina o un’istigazione all’allargamento del conflitto?).

A creare ancora più dubbi c’è il fatto che Schlein, seppur non ha mai pronunciato frasi nettamente avverse alla Nato, si è sempre detta contraria ai continui investimenti nel settore della Difesa, spiegando che l’Italia dovrebbe essere più pacifista. La posizione, quindi, è contrarietà “all’aumento della spesa militare lineare a cui stiamo assistendo in molti Paesi europei”, senza chiarire con precisione se l’obiettivo del 2% di Pil investito nella Difesa come ci chiede la Nato sia troppo o sia invece adeguato.

Come ha detto la stessa Schlein, insomma, “sosteniamo e sosterremo il popolo ucraino con ogni forma di assistenza necessaria a difendersi, senza però rinunciare alla nostra convinzione che le armi non risolvano i conflitti, e che non possiamo attendere che cada l’ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta”.

Per riassumere quindi: Schlein potrebbe iniziare a porre dei quesiti sul continuo invio di armi e magari proporre delle nuove iniziative diplomatiche per portare a una pace tra Russia e Ucraina che al momento appare però lontana.

Sanzioni alla Russia, la posizione del Pd di Schlein

Meno dubbi, invece, la nuova segretaria sembra averli sulle sanzioni economiche alla Russia. Schlein ha chiarito di considerare quella di Putin a Mosca un’autocrazia da condannare e isolare, dunque, nonostante la possibilità mostrata dal Cremlino di aggirare in parte alcune sanzioni ed evitare la recessione duratura nel suo Paese, la posizione del Pd non dovrebbe cambiare.

In linea con l’Unione europea e il governo Meloni, il Partito Democratico dovrebbe continuare a sostenere le sanzioni contro la Russia, anche se la neo-segretaria non ha ancora speso parole del tutto chiare e definitive sul tema.

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