Una terza guerra mondiale o un conflitto nucleare: questo è il timore espresso al Senato dal capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, dall’Aula ok alla proroga dell’invio di armi all’Ucraina fino alla fine dell’anno.
“ C’è il rischio della terza guerra mondiale o di una guerra nucleare ”. Durante la discussione al Senato sul decreto approvato a dicembre dal governo che proroga fino alla fine dell’anno la possibilità da parte dell’Italia di inviare armi all’Ucraina, questo è stato il timore espresso dal capogruppo della Lega a Palazzo Madama Massimiliano Romeo.
“Rimuoviamo l’idea che la pace possa esserci solo con la sconfitta o, ancor peggio, con l’umiliazione di Mosca” ha spiegato Romeo, che ha sottolineato poi che “il presidente Zelensky ha dichiarato che non ci può essere pace senza le terre perdute”.
Da qui le paure di una terza guerra mondiale: “Zelensky dicendo che solo tornando ai confini del 1991, quindi riprendendosi anche le terre compresa la Crimea, può essere garantita la famosa stabilità territoriale. È evidente che Putin non consentirà mai questo”.
In sostanza per il capogruppo della Lega visto che le posizioni di Ucraina e Russia al momento sono molto distanti tra di loro, i rischi di una terza guerra mondiale o di un conflitto nucleare sarebbero concreti.
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La Lega e i timori di una terza guerra mondiale
Nonostante i timori di una terza guerra mondiale espressi dal capogruppo Massimiliano Romeo, la Lega al Senato ha votato in maniera compatta per la proroga al 31 dicembre 2023 del sostegno militare dell’Italia all’Ucraina, con il via libera definitivo da parte della Camera che arriverà a fine mese.
Nel dettaglio a Palazzo Madama i sì sono stati 125, a fronte di 28 no e di 2 astenuti; in Aula si sono espressi contro solo i senatori del Movimento 5 Stelle e dell’Alleanza Verdi-Sinistra, mentre Susanna Camusso e Vincenza Rando del Pd si sono astenuti nonostante il voto favorevole del loro partito.
L’Italia così a breve dovrebbe fornire all’Ucraina anche la batteria di difesa antiaerea Samp-T, nonostante i costi del sistema (oltre 500 milioni) e il fatto che nel nostro Paese ce ne siano in funzione soltanto cinque con il concreto rischio così di restare sguarniti.
Come ribadito dal ministro della Difesa Guido Crosetto, l’Italia però rispetterà l’impegno della fornitura del Samp-T all’Ucraina, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che a breve dovrebbe recarsi a Kiev per incontrare l’omologo Volodymyr Zelensky.
Come si può notare dalle parole della Lega sulla terza guerra mondiale e da quelle pronunciate in Aula dal forzista Maurizio Gasparri “il governo si renda protagonista del processo di pace”, nella maggioranza sembrerebbe serpeggiare il timore che il conflitto in atto tra Ucraina e Russia, con tutti i rischi del caso anche dal punto di vista del nucleare, possa andare avanti ancora a lungo.
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