Ultime notizie pensioni: grazie a uno sgravio fiscale, ecco come i genitori potranno versare i contributi per i loro figli laureati al momento inoccupati o mal retribuiti.
Ultime notizie pensioni: per i nostri figli è sempre più difficile trovare un lavoro stabile che gli permetta di iniziare fin da subito a versare i propri contributi, ecco quindi che grazie a uno sgravio fiscale ci possono pensare i genitori al posto loro.
Questo è il succo di una delle ultime notizie pensioni più interessanti che permette, a chi è laureato, di poter riscattare i cinque anni del proprio percorso di studio versando ogni anno una somma pari al 33% del reddito minimo.
Visto che difficilmente un giovane laureato non occupato può permettersi di riscattare cinque anni della propria laurea in termini pensionistici, per loro possono farlo i genitori che, nel caso, andrebbero a godere degli stessi benefici fiscali in termini di detrazioni dall’Irpef.
In attesa dell’incontro tra sindacati e governo per la riforma delle pensioni, questa possibilità per un giovane che non lavora di poter iniziare a versare dei contributi è sicuramente una novità interessante, anche se si sta pensando di estendere la norma anche ai ragazzi che non hanno conseguito una laurea.
Ultime novità pensioni: per i figli ci pensano i genitori
Al giorno d’oggi per un giovane laureato è sempre più difficile trovare, appena finito il proprio percorso di studi, un lavoro fisso che gli possa permettere fin da subito di iniziare a versare i propri contributi previdenziali.
Essere inoccupati oppure avere un lavoro che comunque non riconosce le garanzie previdenziali, purtroppo è una triste realtà per una buona fetta dei giovani laureati, che così iniziano soltanto in età avanzata a versare i contributi.
Risultato di questo è che i nostri figli rischiano così di andare in pensione in età molto avanzata, oppure di accettare di ritirarsi dal mondo del lavoro una volta arrivati all’età per richiedere la pensione di vecchiaia.
Per scongiurare questi rischi, ecco che una delle ultime novità pensioni può venire incontro ai giovani laureati, che hanno l’opportunità di riscattare gli anni del loro percorso di studio universitario iniziando così a versare all’Inps dei contributi per un massimo di cinque anni.
Un laureato così dovrebbe versare all’Inps per ogni anno da riscattare una somma pari al 33% del reddito minimo preso a riferimento per il calcolo del contributo, ovvero quello dovuto dagli artigiani e dai commercianti, che per questo 2017 è di 15.548 euro.
In soldoni quindi l’importo complessivo da dover elargire per il riscatto dei cinque anni di una laurea magistrale è pertanto di 25.645 euro (15.548×0,33×5), somma questa che può essere anche diluita in 120 rate mensili senza interessi.
Un ragazzo quindi che volesse riscattare il proprio percorso di laurea in termini pensionistici, con il pagamento rateale dovrà versare 2.565 euro ogni anno per un decennio, che fanno poi 214 euro al mese. Così facendo poi il giovane potrebbe beneficiare anche di una detrazione del 19% dall’Irpef.
Il problema però di questa novità riguardante il tema delle pensioni, è che un ragazzo laureato che non lavora difficilmente può permettersi di pagare queste somme. A loro posto però potrebbero farlo i loro genitori.
Uno o entrambi i familiari infatti possono avvalersi dello stesso beneficio fiscale per riscattare in termini pensionistici gli anni di studio di un figlio, sempre che risulti a proprio carico. Considerando anche le detrazioni, i genitori quindi andrebbero a spendere 2.075 euro l’anno, ovvero 173 euro ogni mese.
I dubbi su questa novità pensionistica
La possibilità per una famiglia di poter riscattare gli anni di studio del proprio figlio in termini pensionistici apre però un problema, ovvero l’esclusione da questa novità di tutti quei ragazzi che non lavorano e che non hanno conseguito una laurea.
Visto poi anche il probabile riscatto della laurea gratis, che permette quindi a un ragazzo di poter includere la propria carriera di studio all’interno dei requisiti per la pensione, verrebbe meno quel criterio di equità con tutti quei giovani non laureati.
In termini di costi poi, questa possibilità di riscattare gli anni di studio produrrebbe senza dubbio maggiori incassi per l’Inps, ma anche di conseguenza un minor gettito per quanto riguarda l’Irpef.
Si sta pensando quindi di limitare questa possibilità a una fascia di età circoscritta, anche se non è da escludere che, per non creare troppe differenze, alla fine anche a chi non è laureato possa essere concessa questa opportunità di iniziare a versare i propri contributi per la pensione anche se, al momento, non si è occupati.
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