UniCredit-Banco BPM, Orcel rivela se e quando rilancerà l’offerta

Laura Naka Antonelli

05/12/2024

Dossier UniCredit-Banco BPM: parla Andrea Orcel, indicando anche i tempi per Commerzbank. Attenzione ai titoli a Piazza Affari.

UniCredit-Banco BPM, Orcel rivela se e quando rilancerà l’offerta

Il prezzo dell’OPS lanciata su Banco BPM è giusto.

Parola di Andrea Orcel, AD di e UniCredit, che ieri è uscito allo scoperto, commentando le speculazioni dei mercati sulla possibilità di un rilancio dell’offerta, dopo il no di Piazza Meda.

Il CEO di UniCredit ha affermato che, a suo avviso, quel prezzo offerto per la conquista di Banco BPM, che la stessa Piazza Affari considera troppo basso, è in realtà “fair”, ovvero giusto, in quanto comprende un premio del 15-20% sulle azioni “undisturbed”, ovvero prima dell’OPA lanciata su Anima e dei rumor sulle nozze.

Orcel ha precisato inoltre, stando a quanto riportato da Radiocor, che in ogni caso l’elemento cruciale è il ritorno sull’investimento, che dovrà essere superiore al 15%.

Le dichiarazioni del numero uno di Piazza Gae Aulenti sono state rilasciate in occasione della call “M&A: What’s next” di Bank of America:.

La decisione di rilanciare l’offerta, ha spiegato il banchiere agli investitori, dipenderà dai risultati di bilancio che Banco BPM pubblicherà nel febbraio del 2025, ma anche dall’esito dell’OPA che la banca guidata dal CEO Giuseppe Castagna ha lanciato su Anima, nello specifico per quando concerne il riconoscimento dei benefici del Danish Compromise.

Solo sulla base di questi presupposti, “se sarà possibile fare meglio, lo valuteremo”.

Orcel ha parlato anche del dossier Commerzbank, sottolineando che su questo fronte non ci saranno novità fino all’autunno-inverno 2025.

Il ruolo di Crédit Agricole nel nuovo caso di Piazza Affari

Sul dossier UniCredit-Banco BPM, che sta catalizzando l’attenzione di Piazza Affari e anche della politica italiana (come dimostrano le recenti dichiarazioni della stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni), si è espressa intanto la divisione degli analisti di S&P Global, facendo notare la complessità del nuovo caso di Borsa, presentatosi lo scorso 25 novembre, quando Piazza Gae Aulenti ha annunciato il lancio dell’Offerta pubblica di scambio (OPS) sulla totalità delle azioni di Banco BPM:

L’esito dell’offerta rimane altamente incerto e dipende da diversi fattori, tra cui le reazioni dei vari stakeholder. La partecipazione del 9,2% di Crédit Agricole in Banco BPM lo rende un attore chiave con una decisione strategica da prendere, considerando i suoi interessi commerciali, la presenza consolidata in Italia e gli accordi di distribuzione con UniCredit”, hanno scritto in un rapporto gli esperti dell’agenzia rating, ricordando anche l’altro dossier che staziona da parecchio sulla scrivania del governo Meloni, ovvero quello che riguarda il destino di MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena:

“Non è inoltre chiaro se per Banco BPM possano emergere opzioni alternative, incluse offerte concorrenti, o se potrebbero sorgere complicazioni legate alla recente acquisizione della partecipazione in Monte dei Paschi dal governo italiano (effettuata contemporaneamente all’acquisto di quote da parte di Anima e di imprenditori italiani). Infine, non si può escludere un’eventuale modifica dei termini dell’offerta di UniCredit per renderla più attraente”.

Ma, su questa ipotesi, Orcel è stato chiaro: meglio attendere il messaggio che arriverà dai conti di Piazza Meda, e che sarà noto al mercato tra qualche mese.

Riferendosi in generale all’ipotesi di un risiko tra le banche italiane, su cui Piazza Affari sta scommettendo, S&P Global ha sottolineato che “il settore bancario italiano è in evoluzione, e un ulteriore consolidamento sembra inevitabile”.

In particolare, “S&P continua a ritenere che il mercato si dividerà tra grandi player con scala, diversificazione dei ricavi e capacità di guadagno sufficienti a finanziare l’innovazione necessaria ad affrontare con successo la transizione digitale, e banche più piccole e agili in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei comportamenti dei clienti”.

Nel frattempo le azioni UniCredit si confermano tra le migliori del Ftse Mib di Piazza Affari, mettendo a segno un rialzo del 2,5%, a quota 38,51 euro.

Rimane in piedi dopo le dichiarazioni del CEO di Piazza Ge Aulenti Andrea Orcel l’appeal speculativo di Banco BPM, con i titoli che segnano un rialzo dello 0,71%, a quota 7,338 euro, a conferma del fatto che gli operatori di mercato continuano a scommettere sul rilancio dell’offerta da parte di UniCredit.

Risiko tra banche italiane? S&P Global presenta gli ostacoli

S&P ha lanciato con il suo report dedicato alle fibrillazioni che stanno caratterizzando il settore bancario italiano un attenti a non scommettere in modo eccessivo sulle potenzialità di operazioni di M&A che, pur presenti, si innestano in una situazione di per sé complicata.

“L’offerta di UniCredit per Banco BPM rappresenta l’ultimo capitolo del consolidamento bancario in Italia, un processo caratterizzato da fasi di avanzamento e arresto. Tuttavia, le speranze di un consolidamento più ampio rimangono complicate a causa di strutture azionarie ostacolanti”.

Detto questo, nell’illustrare le conseguenze di un eventuale successo dell’operazione, gli analisti hanno ricordato che “un’offerta vincente ridurrebbe il divario tra UniCredit, la seconda banca italiana, e la sua principale rivale italiana, Intesa Sanpaolo, che ha rafforzato la sua posizione di leader con l’acquisizione nel 2020 di UBI Banca, all’epoca il quarto istituto di credito più grande del paese”, aggiungendo che “si prevedeva che l’accordo di Intesa innescasse una serie di operazioni simili, ma ciò non si è verificato, in parte a causa delle partecipazioni strategicamente difensive in banche di medie dimensioni da parte di compagnie assicurative e accordi di bancassicurazione”.

Di conseguenza, il verdetto di S&P Global Ratings è il seguente: “tali fattori continueranno a complicare eventuali offerte ostili per le banche italiane ”. E, di fatto, nel rimandare al mittente l’OPS lanciata da Orcel, Banco BPM non ha avuto remore a definirla “ostile” , con l’AD Giuseppe Castagna che ha anche scritto una lettera ai dipendenti, parlando del rischio che le nozze finiscano per mandare a casa ben 6.000 dipendenti di Piazza Meda.

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