La lettera di Orcel, CEO di UniCredit, pubblicata sull’FT. Perché i dossier Banco BPM e Commerzbank sono il test giusto per svegliare l’Europa.
Il CEO di UniCredit Andrea Orcel si è tolto più di un sassolino dalla scarpa, spiegando quel doppio attacco lanciato da Piazza Gae Aulenti sulle due banche Banco BPM e Commerzbank, che ha fatto andare subito su tutte le furie il governo Meloni e il governo tedesco (ora defunto) di Olaf Scholz.
La spiegazione del doppio blitz è arrivata con una lettera che l’AD della banca italiana ha pubblicato sul Financial Times.
L’appello di Orcel: il CEO di UniCredit suona la sveglia all’Europa che sta sparendo
“Europe must decide on the banking union”: ovvero l’“Europa deve prendere una decisione sull’Unione bancaria”, ha intimato Orcel, lanciando un appello molto simile agli auspici più volte rimarcati dall’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi.
Così come Draghi, Orcel non ha mancato di suonare la sveglia a una Europa che impallidisce rispetto agli altri principali attori dell’economia mondiale, Stati Uniti in primis, al punto da star rischiando la sua stessa sopravvivenza.
Il Ronaldo dei banchieri ha manifestato tutta la sua preoccupazione per un’Europa incapace di farsi una e di tenere il passo delle altre economie mondiali citando le parole di Ken Griffin, fondatore di Citadel Securities, proferite all’inizio di dicembre:
“L’Europa sta sparendo. È letargica rispetto agli Stati Uniti. La sua economia non sta crescendo. I dati pro-capita sono orribili”.
Inquietante, ha fatto notare il banchiere, che un’asserzione del genere sia stata fatta da uno dei finanzieri più importanti in America: fattore che, a suo avviso, di per sé indica l’urgenza che l’Europa letargica si svegli e dia una risposta.
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Orcel non poteva non citare Draghi, tra i paladini più convinti della necessità che l’Unione europea esca da quella fase di apatìa in cui è precipitata da troppo tempo, rialzandosi dal pantano di immobilismo in cui è finita per far ripartire, tra le altre cose, il motore della sua competitività, fermo da troppo tempo. A essere citato è stato anche l’auspicio presentato dall’ex presidente del Consiglio Enrico Letta:
“Gli ultimi rapporti sull’Unione europea stilati da Enrico Letta e da Mario Draghi ci hanno ricordato cosa c’è in gioco. Senza tirar fuori insieme risorse cruciali per dare una sferzata alla crescita strutturale, l’UE non riuscirà a garantire tenori di vita migliori. Rischiamo di rimanere indietro ad altri blocchi in termini di innovazione e di creatività. Potremmo alla fine perdere quelle libertà e quegli ideali che ci sono tanto cari.”
Pur riconoscendo i meriti di un’Europa che più di venti anni fa ha dato vita a un mercato unico per 450 milioni di persone, così “promuovendo la stabilità, la democrazia e la prosperità economia”, Orcel non ha fatto tanti giri di parole, illustrando i pericoli che stanno minando quell’unione conquistata dal blocco:
“Stiamo attraversando un periodo in cui l’UE è spaccata, dove manca il senso di una rotta decisa insieme ”: una situazione che appare ancora più preoccupante, in un momento in cui il continente fa fronte alla “minaccia di rimanere ancora più indietro gli Stati Uniti con il rischio dazi del Presidente Donald Trump ”. Per non parlare di tutte quelle tensioni geopolitiche, ha ricordato il CEO di UniCredit, che angosciano il mondo da un po’ di tempo.
La necessità che l’Europa si dia una mossa è palese: “In quanto continente, stiamo iniziando a comprendere che abbiamo bisogno di unione e di una crescita economica decisamente migliore, per riuscire a gestire tutto questo. Ed è qui che il potere di un mercato unico diventa ovvio”, ha fatto notare il banchiere, sottolineando quanto questa pietra miliare raggiunta più di venti anni fa abbia creato “le opportunità di cui godiamo oggi”.
Detto questo, sembra che il continente non sia riuscito a capire che il raggiungimento di questo obiettivo avrebbe dovuto essere solo la prima pietra da posare. “Non riusciamo a comprendere che questa è solo una frazione di ciò che potrebbe essere fatto e che tutto potrebbe scomparire di colpo ”, ha avvertito il numero uno di Piazza Gae Aulenti.
Perché Banco BPM e Commerzbank sono un test per l’Europa
Ma cosa c’entrano in tutto questo i due dossier Banco BPM e Commerzbank? C’entrano eccome, visto che i due blitz che il banchiere ha lanciato, facendo imbestialire i governi sia di Roma che di Berlino, non sono altro, secondo il banchiere, le basi che UniCredit ha deciso di gettare per contribuire a quell’Unione bancaria e del mercato dei capitali tanto auspicata dalle stesse autorità UE, che tuttavia non è stata ancora completata.
Ancora prima, non è stato completato il mercato unico, quello tanto “caro” all’Europa, in una fase storica in cui “dobbiamo concentrarci su una strategia UE ampia” che si focalizzi sulla “crescita”.
L’impressione è di una Europa che non riesce “a trovare un accordo su questioni semplici, come la necessità di disporre di una Unione dei mercati dei capitali o di una Unione bancaria che possano sostenere gli investimenti e la crescita”. Se questi obiettivi venissero realizzati, “potremmo superare molte sfide strutturali”.
Spetta ovviamente ai “politici europei spingere sulle riforme e il mio sostegno è sicuro”. Allo stesso tempo, “in quanto CEO di una banca, sono concentrato su cosa le aziende possano fare oggi”. E il nodo è proprio questo.
Orcel ha strigliato l’Europa dicendo chiaro e tondo che, finora, si è fatto poco, sebbene “abbiamo già a disposizione i pilastri di una Unione bancaria”, che potrebbe essere, dunque, completata. Eppure, anche se “abbiamo ascoltato appelli a sostenere l’integrazione del sistema bancario dell’Europa, per poter disporre di una potenza di fuoco più imponente tale da poter finanziare nuove infrastrutture e la crescita delle aziende, alle parole sono seguiti pochi fatti.
In sostanza, si è perso del tempo prezioso. La ricetta di Orcel per mettere fine a questa fase di letargo? Il numero uno di UniCredit ha presentato il fattore e la parola chiave: “convergenza”:
“Credo nella convergenza del nostro sistema bancario, e con essa in banche più forti per l’Europa. Ed è questo il motivo per cui il Gruppo Unicredit ha investito in Commerzbank, presentando una offerta pubblica per rilevare Banco BPM. Sebbene siano state prese nell’interesse dei nostri azionisti, queste decisioni hanno messo sul tavolo anche le questioni di una convergenza più ampia in Unione europea e il futuro del mercato unico”.
Di fatto, ha ribadito Orcel, sia il dossier Commerzbank che quello dell’OPS lanciata su Banco BPM “rappresentano dei test che ci chiedono se, in quanto blocco, siamo seri nel perseguire una maggiore integrazione. Vogliamo davvero fare quei passi auspicati da tempo dai nostri leader o ci faremo prendere dalla paura? La risposta che verrà data riuscirà a liberare la crescita dell’Europa, oppure confermerà che un intervento volto a fare andare avanti il mercato unico rimarrà elusivo”.
Orcel, la paura che si avveri il worst case scenario di Draghi
Orcel ha concluso la lettera inviata all’Europa ammettendo che, se è vero che “la competitività futura dell’Europa riguarda ben oltre i mercati delle banche e dei capitali”, il modo in cui i continente risponderà ai dossier Banco BPM e Commerzbank darà informazioni cruciali per capire “se l’Europa sia finalmente preparata a unirsi per porre fine a questo periodo di bassa crescita, a vantaggio di tutti”.
Il CEO di UniCredit ha lanciato infine l’alert finale, paventando l’avverarsi della profezia di Mario Draghi.
“Abbiamo ora l’opportunità - e credo il dovere - di far crescere il settore bancario europeo e, con esso, le ambizioni del nostro blocco. Se il genio del nostro mercato unico non sarà realizzato, temo che l’avvertimento di Draghi sul rischio di una lenta agonia per l’Europa si avvererà”.
La lettera di Orcel è stata pubblicata sul Financial Times pochi giorni dopo l’ennesimo blitz annunciato da UniCredit che - a dispetto dell’irritazione già dimostrata più volte dal governo tedesco (ora caduto, in una Germania che si avvia all’appuntamento cruciale delle elezioni anticipate del prossimo 23 febbraio) - è salita ulteriormente nel capitale di Commerzbank, portando la sua partecipazione al 28%.
Nei giorni scorsi, è andato in scena anche il botta e risposta tra il CEO Andrea Orcel e il numero uno di Banco BPM, la banca italiana su cui Piazza Gae Aulenti ha annunciato una Offerta Pubblica di scambio lo scorso 25 novembre, considerata subito troppo bassa dalla stessa Piazza Affari, in più di una occasione.
Dopo i continui commenti di Orcel sul prezzo offerto a Banco BPM, il CEO di Banco BPM Giuseppe Castagna ha ribadito che l’OPS non solo non presenta alcun premio, ma è addirittura a sconto.
All’inizio di questa settimana, Bloomberg ha riportato inoltre alcuni rumor sulle strategie difensive su cui Banco BPM starebbe ragionando: tra queste, si è parlato di nuovo della possibilità che BAMI convoli a nozze con MPS.
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