Ultimi rumor su UniCredit-Banco BPM: se Orcel non accetterà le prescrizioni imposte dal governo Meloni, il costo potrebbe essere decisamente alto.
UniCredit rimane osservata speciale a Piazza Affari dopo la doccia fredda del golden power che il governo Meloni ha applicato all’OPS lanciata dalla banca italiana per conquistare la rivale Banco BPM.
Dalla banca guidata dal CEO Andrea Orcel, è arrivata tuttavia anche un’altra notizia, relativa alla decisione di rimborsare alcune obbligazioni in via anticipata.
Si tratta per la precisione di obbligazioni “Non-cumulative temporary write-down deeply subordinated fixed rate resettable notes”, con codice ISIN XS1739839998, che erano state emesse in data 20 dicembre 2017.
UniCredit rimborsa in via anticipata questi bond, l’annuncio
Così Piazza Gae Aulenti, stando a una nota che è stata pubblicata oggi, mercoledì 23 aprile 2025:
“Con riferimento ai Titoli in oggetto, emessi in data 20 dicembre 2017, in conformità con le previsioni dei termini e condizioni dei Titoli, UniCredit S.p.A. comunica che, avendo ricevuto l’autorizzazione dell’Autorità Competente, eserciterà l’opzione di rimborso integrale dei Titoli in via anticipata in data 3 giugno 2025”.
UniCredit ha aggiunto che il rimborso anticipato dei bond “ avverrà alla pari insieme agli interessi maturati e non corrisposti. Gli interessi cesseranno di maturare alla stessa data di rimborso anticipato”.
Dossier UniCredit-Banco BPM sotto i riflettori con diktat del governo Meloni su BTP & Co.
Di UniCredit si continua a parlare in relazione al nuovo caso di Borsa VS politica esploso venerdì scorso 18 aprile, quando il governo Meloni ha annunciato di avere approvato l’OPS che l’istituto ha lanciato il 25 novembre 2024 sulla rivale Banco BPM, ma a condizioni precise.
Praticamente il governo italiano, che da subito si è opposto la transazione di M&A lanciata da Orcel, ha deciso di esercitare i poteri speciali del Golden Power e, così facendo, di imporre diktat precisi a UniCredit, per la precisione alcune prescrizioni volte a “tutelare interessi strategici per la sicurezza nazionale”.
Tra le condizioni, l’obbligo di congelare per un periodo di cinque anni gli investimenti di Anima in BTP, ma anche altre imposizioni, che hanno portato UniCredit a ribattere al governo Meloni che i vari vincoli che sono stati decisi “ potrebbero danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro, e persino portare a risultati non voluti (ad esempio l’imposizione di sanzioni a Unicredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni)”.
La benedizione data dal governo Meloni alle OPS MPS-Mediobanca e BPER-Popolare di Sondrio
Allo stato attuale delle cose, Piazza Gae Aulenti è stata costretta dunque a dichiarare, per mezzo di un comunicato diffuso nella giornata di ieri, di non essere in grado “di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all’offerta” lanciata su Banco BPM, non mancando al contempo di far notare l’evidente disparità di trattamento da parte del governo italiano, che ha dato invece la sua benedizione all’altra grande partita di risiko bancario di Piazza Affari, quella che vede protagonista l’OPS lanciata da MPS, -Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca e, anche, all’altro dossier di Borsa, relativo all’altra OPS promossa da BPER sulla Popolare di Sondrio.
Così ha fatto notare la banca guidata dal CEO Andrea Orcel:
“L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano”.
Nuovi rumor, governo Meloni ha già pronta la punizione contro UniCredit
Oggi articoli di stampa hanno riportato alcune indiscrezioni da cui emerge che, nel caso in cui UniCredit non osservasse quelle prescrizioni, il conto da pagare rischierebbe di essere decisamente salato.
In particolare, il quotidiano La Repubblica ha reso noto che il governo Meloni ha stabilito anche la multa che imporrebbe a Piazza Gae Aulenti, se l’istituto decidesse di ignorare le prescrizioni imposte.
Così si legge nell’articolo pubblicato oggi, firmato da Giuseppe Colombo e da Andrea Greco:
“Una multa compresa tra 300 milioni e 20 miliardi di euro. Tanto UniCredit rischia di pagare in caso di inadempimento o violazione delle prescrizioni imposte dal decreto. A svelare il colpo di frusta è il DPCM, che Repubblica ha potuto consultare, firmato dalla premier Giorgia Meloni e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti”.
Evidente è, secondo alcuni commenti rilasciati da esperti di mercato ed economisti, il tentativo del governo Meloni di mettere all’angolo Andrea Orcel, il banchiere noto per essere allergico alla politica, che è stato attaccato fin da subito da diversi esponenti del governo Meloni. Gli stessi che hanno invece sponsorizzato la vera OPS che ha scioccato Piazza Affari: quella lanciata alla fine di gennaio di quest’anno da MPS-Monte dei Paschi di Siena, volta a mettere le mani su Mediobanca, azionista di maggioranza di Assicurazioni Generali.
Sono stati gli stessi azionisti di MPS a sospettare che questa OPS sia stata orchestrata per permettere al governo Meloni di avere più voce in capitolo nella governance del Leone di Trieste, roccaforte dei BTP e dei risparmi degli italiani.
Molti mesi prima che l’OPS fosse annunciata, era stato uno stesso articolo del Financial Times ad affrontare, fin dai giorni immediatamente successivi al lancio dell’OPS su Banco BPM da parte di UniCredit, il 25 novembre 2024, il nodo dell’ingerenza della politica italiana nei vari dossier di mercato, con il titolo che diceva tutto: Orcel VS Caltagirone: a Machiavellian fight for the future of Italian finance.
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