A Milano Unicredit resiste sopra la parità a fronte di un calo dell’1,40% dell’indice principale Ftse Mib e difende i progressi di ieri (+10,79%). Ecco le ragioni del potenziale upside.
Unicredit resiste sopra la parità a fronte di un calo dell’1,40% dell’indice principale Ftse Mib e difende i progressi di ieri (+10,79%).
A spingere al rialzo le quotazioni dell’istituto di piazza Gae Aulenti è stato l’avvio del programma di buyback annunciato la scorsa settimana e per il quale sono state definite le modalità attuative per l’acquisto di una prima tranche da 1,58 miliardi di euro. L’operazione, autorizzata dalla Bce e condotta da Goldman Sachs International, potrebbe concludersi entro luglio.
Si apre poi uno spiraglio sul fronte russo: dopo aver chiuso il primo trimestre 2022 con un utile netto pari a 247 milioni, inferiore del 70,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 a causa della svalutazione prudenziale su crediti verso la Russia per 1,3 miliardi, Unicredit potrebbe ora essere la seconda banca europea, dopo SocGen, ad abbandonare le attività in Russia. Sarebbero in corso infatti nuove trattative con potenziali acquirenti per la vendita della controllata Ao UniCredit Bank. I compratori interessati sono istituzioni finanziarie e società russe risparmiate dalle sanzioni Ue e Usa.
Unicredit: la view degli analisti
Giudizio positivo arriva dalle principali banche d’affari che valutano il buy su Unicredit:
Equita Sim ribadisce il buy sul titolo con prezzo obiettivo a 14,10 euro, considerando poco probabile lo scenario estremo di perdita sull’esposizione in Russia.
Ubs ha confermato la sua raccomandazione buy con target price a 15,4 euro in forte rialzo da 14,1 euro precedenti.
Positivo anche il giudizio di Credit Suisse, che resta outperform ma alza il fair value da 13,80 a 14 euro.
Berenberg ha migliorato il target da 12,50 a 13,50 euro, confermando il giudizio buy.
Unicredit: supporti e resistenze
Era dallo scorso dicembre che Unicredit non metteva a segno un rialzo superiore al 10%. Tuttavia, per quanto significativa, la reazione non è ancora sufficiente per decretare una inversione della tendenza ribassista in atto dai top di febbraio a 15,93 euro. Dopo aver dimezzato il suo valore in pochi mesi, toccando a marzo un minimo a 7,75 euro, il titolo ha poi fatto un primo tentativo di recupero senza però riuscire a superare la resistenza a 10,40/10,50 euro. Servirà pertanto un movimento oltre questa soglia per inviare segnale convincenti di ripresa nel medio termine con target a 11 circa. La perdita dei primissimi supporti a quota 9 farebbero invece ripiombare le quotazioni sui minimi recenti a 7,75/7,86.
A spingere al rialzo le quotazioni dell’istituto di piazza Gae Aulenti è stato l’avvio del programma di buyback annunciato la scorsa settimana e per il quale sono state definite le modalità attuative per l’acquisto di una prima tranche da 1,58 miliardi di euro. L’operazione, autorizzata dalla Bce e condotta da Goldman Sachs International, potrebbe concludersi entro luglio.
Si apre poi uno spiraglio sul fronte russo: dopo aver chiuso il primo trimestre 2022 con un utile netto pari a 247 milioni, inferiore del 70,2% rispetto allo stesso periodo del 2021 a causa della svalutazione prudenziale su crediti verso la Russia per 1,3 miliardi, Unicredit potrebbe ora essere la seconda banca europea, dopo SocGen, ad abbandonare le attività in Russia. Sarebbero in corso infatti nuove trattative con potenziali acquirenti per la vendita della controllata Ao UniCredit Bank. I compratori interessati sono istituzioni finanziarie e società russe risparmiate dalle sanzioni Ue e Usa.
Unicredit: la view degli analisti
Giudizio positivo arriva dalle principali banche d’affari che valutano il buy su Unicredit:
Equita Sim ribadisce il buy sul titolo con prezzo obiettivo a 14,10 euro, considerando poco probabile lo scenario estremo di perdita sull’esposizione in Russia.
Ubs ha confermato la sua raccomandazione buy con target price a 15,4 euro in forte rialzo da 14,1 euro precedenti.
Positivo anche il giudizio di Credit Suisse, che resta outperform ma alza il fair value da 13,80 a 14 euro.
Berenberg ha migliorato il target da 12,50 a 13,50 euro, confermando il giudizio buy.
Unicredit: supporti e resistenze
Era dallo scorso dicembre che Unicredit non metteva a segno un rialzo superiore al 10%. Tuttavia, per quanto significativa, la reazione non è ancora sufficiente per decretare una inversione della tendenza ribassista in atto dai top di febbraio a 15,93 euro. Dopo aver dimezzato il suo valore in pochi mesi, toccando a marzo un minimo a 7,75 euro, il titolo ha poi fatto un primo tentativo di recupero senza però riuscire a superare la resistenza a 10,40/10,50 euro. Servirà pertanto un movimento oltre questa soglia per inviare segnale convincenti di ripresa nel medio termine con target a 11 circa. La perdita dei primissimi supporti a quota 9 farebbero invece ripiombare le quotazioni sui minimi recenti a 7,75/7,86.
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