Università, quando si va fuori corso e quali sono le conseguenze

Luna Luciano

5 Agosto 2023 - 00:35

Il percorso universitario può essere spesso accidentato, ma la vera preoccupazione di ogni studente è quella di finire fuori corso. Ecco quando si finisce fuori corso e quali sono le conseguenze.

Università, quando si va fuori corso e quali sono le conseguenze

L’università può essere ricordata come uno dei periodi più felici e allo stesso tempo uno dei più complicati della propria vita. Non è sempre semplice star al passo con i corsi, lo studio e il tirocinio, specialmente se si è studenti lavoratori.

Il percorso universitario a volte può risultare accidentato con molteplici imprevisti lavorativi, personali o anche solo economici, può capitare quindi di non riuscire a sostenere tutti gli esami in tempo e finire fuori corso. Una definizione ricorrente e ben nota dagli studenti, benché a volte risulti ancora al quanto nebulosa.

Per lo studente fuori corso ci sono necessariamente delle conseguenze dal punto di vista amministrativo e non solo. Se non si ha rispettato le tempistiche previste per terminare il corso di studi, è importante che lo studente fuori corso, piuttosto che farsi schiacciare dal sistema performativo imperante, si confronti su quelle che sono state le proprie carenze e le cause di esse.

I motivi per i quali si rimane indietro con gli studi sono molteplici, come motivi lavorativi, un Erasmus o un passaggio di corso effettuato nel mentre, perciò è importante rimanere concentrati e comprendere a fondo la situazione.

Università, chi è lo studente fuori corso: cosa significa?

Innanzitutto cerchiamo di chiarire il significato della definizione di studente fuori corso, che potrebbe a molti sembrare oscura. Con il termine fuori corso si indicano gli studenti che non sono riusciti a concludere i propri studi nei tempi indicati dal proprio corso di studi e che quindi devono iscriversi nuovamente per sostenere gli esami. Ciò vuol dire che:

  • per una laurea triennale la durata massima del corso è di tre anni e sei mesi, si diventa fuori corso quindi se ci si iscrive al quarto anno;
  • per una laurea magistrale la durata massima è di due anni e sei mesi e si diventa fuori corso se ci si iscrive al terzo anno.

Questa situazione però non va confusa con quella dello studente ripetente. Lo studente infatti ripete l’anno nel caso in cui non sia riuscito a totalizzare i crediti indispensabili per passare all’anno successivo o chi, per decisione personale o per un passaggio di corso, si trova nuovamente iscritto allo stesso anno di quello precedente, ad esempio chi decide di iscriversi, dopo aver fatto un primo anno all’università, di nuovo al primo anno.

Una domanda ricorrente tra gli studenti dell’ultimo anno, e non solo, è quella sulle tempistiche. Solitamente ci si domanda entro quando ci si può laureare senza andare fuori corso. Ebbene bisogna cercare di laurearsi entro l’ultima sessione di laurea che fa riferimento all’ultimo anno di corso. Ma come capirlo?

Nel momento in cui finiscono i corsi di giugno ha inizio la prima sessione di laurea dell’ultimo anno. Solitamente le sedute di laurea si svolgono a luglio, ottobre, dicembre, febbraio, marzo e aprile, ma questi mesi possono variare a seconda dell’Ateneo e del corso di studi. Per non andare fuori corso quindi basterà laurearsi entro la sessione di marzo o aprile.

Quali sono le conseguenze per gli studenti che vanno fuori corso?

Dopo aver visto la definizione è arrivato il momento di guardare a quelle che sono le conseguenze per i fuori corso. Quando uno studente va fuori corso si trova davanti a una serie di problematiche.

  • Lo studente perde i punti bonus che, se terminati gli studi in tempo, possono essere assegnati alla fine del triennio.
  • La legge stabilisce che per ogni anno fuori corso, a partire però dal secondo in poi, si debba pagare una mora di 100 euro l’anno, anche se il regolamento di Ateneo può prevedere provvedimenti leggermente diversi.

Il vero problema sostanzialmente può essere la mora da pagare sulle tasse universitarie, che non sempre possono risultare accessibili a tutti; per questo il consiglio è quello di presentare sempre l’ISEE, ottenendo qualche agevolazione nel pagamento delle rate. I fuori corso inoltre non hanno obbligo di frequenza, ma devono sostenere gli esami che mancano entro i termini stabiliti dal regolamento della propria facoltà.

Università, alcuni consigli pratici per non andare fuori corso

Forse è questa per molti la domanda più importante a cui trovare risposta: come evitare di andare fuori corso. Ovviamente se si è ancora agli inizi degli studi è importante avere un buon approccio allo studio: frequentare le lezioni, sostenere gli esami nei primi appelli possibili; inoltre è consigliabile di sostenere le prove intermedie, qualora siano previste, in modo da liberarsi di un esame o almeno di una parte del programma prima che abbia inizio la sessione.

Se invece si è già fuori corso non bisogna disperarsi, come già detto può capitare, ma l’importante è accelerare il ritmo, dedicandosi a tempo pieno, salvo si parli di studenti lavoratori, agli esami rimasti. Una buona idea è quella di parlare con i professori per accertarsi di portare il programma corretto, a volte può capitare che si porti un programma d’esame troppo vecchio riscontrando difficoltà al momento della prova. Basterà quindi non tormentarsi e incolparsi, ma rimanere concentrati per concludere con soddisfazione il proprio corso di studi.

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