Nelle ultime ore jet americani hanno colpito obiettivi in Siria, un missile è caduto in Egitto e Israele ha iniziato ad attaccare via terra Hamas: ecco la terza guerra mondiale?
La terza guerra mondiale è iniziata? Una domanda questa che tutti ci stiamo ripetendo da quando, ormai più di 600 giorni fa, la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina e che ora sta ritornando in maniera sempre più insistente visto il caos in Israele e in un po’ tutto il Medio Oriente.
Per terza guerra mondiale si intende “un conflitto militare che coinvolge un gran numero di nazioni della Terra, appartenenti a due o più continenti diversi”. La situazione attuale - tristemente e drammaticamente - non si discosta molto da questa definizione.
Non a caso Papa Francesco di recente ha parlato di una “terza guerra mondiale a pezzettini”, con la situazione che sembrerebbe essere sul punto di precipitare in maniera irrimediabile da un momento all’altro.
Del resto finora ogni tentativo diplomatico è fallito clamorosamente: tra Ucraina e Russia si è provato a mediare solo all’inizio poi tutto è naufragato a causa dell’opposizione da parte di Stati Uniti e Regno Unito, mentre in Israele tutti sembrano che stiano soffiando su un fuoco che già arde in maniera pericolosa. Non pervenuta invece l’Unione europea, con anche l’Italia - once were sovranisti - che si è limitata a delle parole di circostanza allineandosi in toto con la linea di Washington.
In questo scenario, le ultime notizie che arrivano da Israele e dal Medio Oriente non sembrerebbero promettere nulla di buono, con una escalation militare che ormai appare essere sempre più vicina.
A un passo dalla terza guerra mondiale
La miccia della terza guerra mondiale potrebbe essere l’invasione via terra della striscia di Gaza da parte delle truppe di Israele, un’azione da tempo annunciata da parte di Bejamin Netanyahu ma che è rallentata da alcune carenze di magazzino.
Nelle ultime ore però Israele è penetrato con il suo esercito più volte nella striscia di Gaza, ingaggiando dei combattimenti con le postazioni di Hamas anche se ancora non si può parlare di una invasione vera e propria.
A Nord invece proseguono gli scontri anche con Hezeboolah, con i combattenti libanesi che sarebbero sul punto di scendere in guerra, insieme al suo arsenale missilistico ben più pericoloso rispetto a quello di Hamas, se la situazione dovesse precipitare a Gaza.
Nel frattempo un missile nella notte ha colpito una struttura medica a Taba, una cittadina egiziana al confine con Israele, provocando sei feriti. L’Egitto fin dall’inizio di questa guerra è uno dei principali mediatori per ragioni geografiche e storiche.
Nella notte invece Joe Biden ha dato l’ordine ai jet americani di colpire alcuni gruppi militari presenti in Siria. L’operazione è stata la risposta degli Stati Uniti al lancio di missili verso le basi americane in Iraq avvenuto nei giorni scorsi.
“Questi attacchi di autodifesa di precisione - ha precisato in una nota il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin - sono una risposta a una serie di attacchi in corso e per lo più infruttuosi contro il personale americano in Iraq e Siria da parte di gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran, iniziati il 17 ottobre”.
In precedenza, sempre in Siria, Israele ha bersagliato infrastrutture militari e lanciatori di mortaio appartenenti all’esercito siriano, colpendo non dei miliziani ma delle strutture di Damasco. Anche questa azione è stata una risposta ai missili lanciati dal territorio siriano verso lo Stato ebraico.
Insomma senza dimenticare il complesso conflitto in corso tra Ucraina e Russia, una terza guerra mondiale sembrerebbe essere drammaticamente all’orizzonte: ancora ci sarebbe uno spazio per la diplomazia prima che la situazione diventi irrecuperabile, ma più che il tempo sembrerebbe essere la volontà a fare difetto.
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