C’è un allarme debito e riguarda gli Usa secondo il FMI. Cosa si nasconde dietro i numeri impressionanti della corsa economica statunitense?
Il FMI ha scelto l’eccezionale performance economica degli Usa come bersaglio di critiche e proprio la situazione debitoria della prima potenza mondiale ha generato allarme.
In un contesto in cui, secondo le nuove stime del Fondo aggiornate ad aprile 2024, la crescita globale nelle economie avanzate è vista in leggera accelerazione nei prossimi due anni pur con diversi fattori economici di tensione presenti ovunque, la straordinaria corsa degli Stati Uniti ha ovviamente attirato l’attenzione. E generato dei dubbi sulla sua sostenibilità nel medio-lungo periodo, sia in termini di inflazione che di sostenibilità del debito.
Se, quindi, la Cina preoccupa per il suo generale rallentamento e la sua profonda crisi immobiliare; l’Europa è inquadrata in un contesto di ripresa ma con tante incognite, con l’Italia che frenerà nel 2025 e sarà superata dal Pil della Germania in ascesa; la Russia resta intrappolata in una economia di guerra e i Paesi emergenti del G20 rimangono vulnerabili a shock dal potenziale impatto globale, Il FMI ha puntato i riflettori sui conti federali degli Usa.
La bomba debito può esplodere nella più grande economia del mondo. Cosa si cela dietro l’inarrestabile forza economica? Il Fondo ha avvertito la Casa Bianca.
Usa, la crescita è straordinaria. Ma qualcosa non va
Gli Stati Uniti saranno il motore della crescita globale, come testimoniano numeri e grafici. Il FMI ha rivisto al rialzo le sue previsioni per il PIl Usa al 2,7% quest’anno, 0,6 punti percentuali in più rispetto a quanto stimato a gennaio.
La mossa evidenzia come gli Stati Uniti stiano superando altre economie avanzate, in particolare l’economia europea, che ha faticato a riprendere slancio dopo la pandemia, con tassi di interesse elevati e gli effetti persistenti dei precedenti aumenti dei costi energetici che pesano sull’attività.
I 20 Paesi che utilizzano l’euro, infatti, cresceranno solo dello 0,8% quest’anno, un declassamento di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di gennaio.
L’economia globale, nel frattempo, dovrebbe espandersi del 3,2%, 0,1 punti percentuali in più rispetto a gennaio. Si prevede che l’economia cinese, la seconda più grande al mondo, crescerà del 4,6%, mentre per l’India la stima è di un +6,8%.
Gli Usa, dunque, sono inarrivabili. Il grafico elaborato da Cnn sulle previsioni di aprile 2024 del Fondo ne è una testimonianza:
Il FMI, nel suo rapporto, ha spiegato che “l’eccezionale recente performance degli Stati Uniti è certamente impressionante e rappresenta un importante motore della crescita globale. Ma riflette anche forti fattori di domanda, inclusa una posizione fiscale che non è in linea con la sostenibilità fiscale a lungo termine”.
La spesa eccessiva di Washington, in sostanza, rischia di riaccendere l’inflazione e di minare la stabilità fiscale e finanziaria a lungo termine in tutto il mondo, aumentando i costi di finanziamento globali.
Il debito Usa può esplodere
Il focus degli analisti si sta concentrando sempre di più sul debito Usa.
Negli ultimi anni la spesa in deficit degli Stati Uniti è stata guidata dagli stimoli legati al Covid, dagli investimenti ingenti in infrastrutture ed energia pulita e dall’esplosione dei costi degli interessi. Si prevede che il debito raggiungerà i 45,7 trilioni di dollari, ovvero il 114% del PIL entro il 2033, rispetto al 97% della fine del 2023, secondo il Congressional Budget Office.
Provvedimenti come il Chips and science act (Chips act), approvato nel 2022 con lo scopo di attirare aziende di semiconduttori negli Stati Uniti promettendo e l’Inflation reduction act (Ira), che intende portare in patria industrie specializzate in tecnologie innovative e sostenibili hanno bilanci stratosferici per le casse federali.
In sintesi, secondo il FMI, “la posizione fiscale Usa è di particolare preoccupazione”.
Il costo del pagamento del debito nazionale americano ha superato la soglia di 1.000 miliardi di dollari nel 2023, spinto da alti tassi di interesse e da una montagna record di debito di 34.000 miliardi di dollari.
Nell’ultimo decennio, i pagamenti degli interessi sul debito Usa sono più che raddoppiati a fronte dell’enorme spesa pubblica durante la crisi pandemica. Mentre i pagamenti del debito continuano ad aumentare, il Congressional Budget Office (CBO) ha riferito che i costi per il servizio del debito hanno superato per la prima volta quest’anno la spesa per la difesa.
L’orizzonte è anche più cupo. La Fed probabilmente lascerà i tassi più alti più a lungo, mentre la campagna elettorale per il nuovo inquilino della Casa Bianca spinge su promesse di maggiore spesa e meno tasse. Il debito Usa così non può che crescere e alimentare tensioni finanziarie globali.
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