Variante Xe, “non c’è nessun ritorno alla normalità, Covid non è diventato un raffreddore”: l’intervista al prof. Galli

Stefano Rizzuti

11 Aprile 2022 - 17:45

In un’intervista a Money.it il professor Massimo Galli parla della variante Xe, di restrizioni, mascherine e quarta dose, sottolineando che oggi non si può parlare di ritorno alla normalità.

Variante Xe, “non c’è nessun ritorno alla normalità, Covid non è diventato un raffreddore”: l’intervista al prof. Galli

L’arrivo della variante Xe, una sorta di ibrido tra Omicron 1 e Omicron 2, preoccupa gli esperti. Tra questi c’è anche Massimo Galli, già professore ordinario di Malattie infettive alla Statale di Milano ed ex primario all’ospedale Sacco, che in un’intervista a Money.it sostiene che presto questa nuova variante potrebbe sostituire Omicron.

Galli non nasconde la sua preoccupazione per il modo in cui viene affrontata ora l’emergenza Covid, soprattutto pensando che non è ancora considerabile come un raffreddore: “La situazione non è tornata alla normalità”, sottolinea.

Quindi bisogna continuare, secondo il professore, a indossare le mascherine e a prendere qualche precauzione per convivere con il virus: “Quando sento qualcuno che dice pigliamoci tutti la malattia perché così siamo più protetti un po’ mi indigno”.

Prof. Galli, è preoccupato dalla scoperta di nuove varianti come Xe?
Questo è il modo di evolvere che il virus ha e che a questo punto ci possiamo aspettare. La variante Xe sembra una specie di ibrido tra Omicron 1 e 2, la circolazione ne ha favorito la comparsa e se è vero, come è probabile, che sia più diffusiva anche di Omicron 2, giocoforza finirà per sostituirla in tempi brevi e vorrà dire che ci saranno altri casi di infezione. È un fenomeno innegabile.

Chi ha avuto Omicron 2 rischia di re-infettarsi con la variante Xe?
Forse sì, forse no. Sappiamo che Omicron 2 ha infettato chi ha avuto Omicron 1 in un numero molto limitato di casi, parliamo di rare reinfezioni quasi immediate, avvenute poche settimane dopo. Ma quali sono questi rari casi? In genere, per le prime evidenze che abbiamo, sono soggetti giovani che non erano mai stati vaccinati, che hanno fatto Omicron 1 senza eccessivi problemi e sintomi gravi, e poi hanno avuto Omicron 2 anche senza eccessivi problemi. Si tratta più di un problema di ri-circolazione di questo virus che non di pericolo reale dal punto di vista della malattia grave. Resta il fatto che essendoci ancora molti non vaccinati e un certo numero di persone correttamente vaccinate ma che non hanno avuto una buona risposta al vaccino, cosa che può succedere con l’immunodepressione e gli anziani, proprio per questo motivo più infezioni ci sono in giro più qualcuno finisce in ospedale, è una questione di numeri. Ma non è una situazione paragonabile agli allarmi del passato.

Si sta sottovalutando la circolazione del virus in questo momento?
Che si stia sottovalutando la circolazione del virus è certo, proprio numericamente. Lei apra, esempio, il board della Johns Hopkins University, vada a vedere la Germania che dichiara quasi 6 milioni di casi negli ultimi 28 giorni, con quasi 6.500 morti. L’Italia ne dichiara 1,9 milioni, con un numero di morti pari a quasi 4.000. C’è qualcosa che non funziona? Ci saranno persone infettate che non hanno riportato il fatto di essere infettate? Lei non conosce nessuno che si è fatto Omicron 1 o 2 con un tampone in casa e basta?

Secondo lei serve ancora applicare qualche restrizione?
Perlomeno bisogna mantenere un minimo di coerenza nelle precauzioni, evitare di far sì che la mascherina diventi il capro espiatorio perché parte della politica possa rivendicare un ritorno alla normalità. Se togli la Ffp2 su mezzi pubblici rischi di tagliare fuori chi è a maggior rischio e non può più utilizzare quei mezzi.

Serve ancora indossare le mascherine e le Ffp2 possono davvero bastare per evitare il contagio?
Le faccio una domanda: basta sempre indossare il casco per essere sicuri al 100% di non avere gravi conseguenze da un incidente in moto? Certo che no, ma se sei senza le possibilità sono molto maggiori. La mascherina non ti darà mai una protezione al 100%, soprattutto di fronte a varianti così diffusive. Ma non bisogna neanche alimentare i no vax che dicono che così si ammette che le vaccinazioni non funzionano e la mascherina è sufficiente. Ricordiamo che il virus è sempre più efficiente. E ovviamente non possiamo dare delle posizioni assolute, come fossero dogmi. Siamo all’inseguimento di tutti i tentativi possibili per arginare il fenomeno, ma il fatto è che non c’è governo europeo che non abbia elezioni in ballo per cui è più comodo un atteggiamento permissivo.

Quindi crede che le scelte politiche siano più elettorali che scientifiche?
Mi sembra evidente considerando i numeri, guardando i dati di Germania, Francia, Regno Unito, Spagna e il nostro. Basta prendere negli ultimi 28 giorni il numero di casi, che sono sottodimensionati ovunque, e poi guardi al numero di morti, questo ci dice che comunque - fermo restando che non sto dicendo richiudiamoci tutti in casa, tocca trovare il modo di convivere con il virus - non è nemmeno corretto andare a dichiarare quel che non è vero: la situazione non è tornata alla normalità.

Con la Pasqua ci si torna a riunire in casa, anche in tante persone: c’è il rischio di un nuovo peggioramento della situazione?
Non è una possibilità, non è una minaccia, è una promessa. È evidente che capiterà questo e il virus sta circolando già parecchio. Tanto è vero che qualcuno dice che prenderlo non è particolarmente grave e sarebbe come se ci vaccinassimo tutti, ma non è così. Stiamo vedendo una serie allarmante di casi post Covid anche in persone che hanno avuto Omicron apparentemente senza problemi clinici eccessivi, dopo l’infezione hanno portato a casa una long Covid e sintomi sui quali stiamo cercando vagamente di capire qualcosa. Su molte di queste manifestazioni - se la devo dir tutta – facciamo anche fatica a capire da dove vengano. Io quando sento qualcuno che dice pigliamoci tutti la malattia perché così siamo più protetti un po’ mi indigno, tenendo conto che non siamo ancora arrivati a poter considerare il Covid un raffreddore.

Quarta dose, secondo lei bisognerà estenderla a tutti o è sufficiente vaccinare fragili e anziani?
La quarta dose come prevista dalla scelta attuale per fragili e anziani, anche se non c’è la certezza che possa davvero servire, non è una cattiva idea. Probabilmente riusciremo a migliorare la risposta di un certo numero di persone. Come dimostrano alcuni studi, se lei prende 100 persone con un trapianto di rene scopre che alla prima dose di Pfizer ne rispondono 4, alla seconda 40, alla terza ne rispondono 68. Ne rimangono un terzo, 32, che non fanno anticorpi. E che sono un problema. E questo vale, anche se in maniera minore, in percentuale anche sulla popolazione degli anziani e degli immunodepressi in generale. Siamo di fronte a un quadro molto particolare. Questo è il punto, abbiamo diversa gente che non riesce a rispondere alla vaccinazione. Sulla popolazione in generale dipenderà anche da come evolverà la situazione: rischia di essere un calmiere più politico che scientifico, con questo vaccino. Altro discorso sarebbe con un vaccino adattato alle varianti.

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