Cambiano le leggi in materia di vendita a distanza di animali. Ecco cosa non può mancare nell’annuncio e cosa rischia chi mette un annuncio irregolare.
Pur rimanendo degli amanti degli animali domestici, purtroppo non sempre si possono tenere con sé tutti i cuccioli che si desidererebbe ed per questo che a volte si decide di regalare o vendere degli animali, ma bisogna fare attenzione all’annuncio.
Sono infatti cambiate le regole per la vendita a distanza di animali. È questa una delle novità introdotte dai decreti di adeguamento al Regolamento 2016/429, dove figurano anche le nuove regole di vendita di animali. Con il decreto del 5 agosto 2022 sono necessari determinati requisiti da inserire all’interno dell’annuncio, sia quelli online sia quelli stampati su carta. Tra questi è obbligatorio sia presente l’identificativo dell’animale.
E chi non rispetta questi requisiti e quindi pubblica un annuncio “irregolare” rischia delle multe molto salate. Per tale motivo è quindi opportuno approfondire la questione, cercando di capire cosa prevede il decreto 135/2022, per quali animali sono valide le nuove regole e a quanto ammonta la multa per chi infrange la nuova legge. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
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Vendita di animali: cosa prevede il decreto?
A stabilire le nuove modalità con le quali scrivere un annuncio, online o su carta, per la vendita o cessione di animali stato il decreto n. 135 del 5 agosto 2022 a seguito del Regolamento comunitario 2016/429 che disciplina il commercio, l’importazione e la conservazione di animali selvatici ed esotici e che si applica anche agli animali da compagnia.
L’obiettivo del decreto era quello di ridurre il rischio di focolai e zoonosi ed è per questo che si è deciso di tracciare il commercio degli animali in Italia attraverso dei codici.
Stando a quanto stabilito dall’articolo 11, chiunque desideri vendere o regalare un animale dovrà essere munito dell’identificativo dell’animale, o in caso di cuccioli non ancora sottoposti agli obblighi di legge della fattrice. Identificativo che dovrà essere disponibile anche su richiesta delle autorità che effettueranno i controlli.
Questi identificativi saranno necessari sia per gli annunci postati online che quelli stampati su carta. Ma non è finita qui. Infatti, oltre a tale identificativo il venditore dovrà fornire anche una certificazione veterinaria che dovrà attestare lo stato di salute dell’animale. In caso contrario il responsabile dell’annuncio andrà incontro a una sanzione amministrativa molto salata.
Vendita di animali: quali sono quelli interessati dal decreto?
Il decreto, come anticipato, si applica agli animali di compagnia, come cani e gatti, ma anche ad altre tipologie di animali. Se bisogna attendere il nuovo decreto del ministero della Salute per conoscere con precisione la lista degli animali a cui si applicano le nuove regole, per adesso la legge farà riferimento all’elencazione europea del Regolamento 2016/429 che divide gli animali in due gruppi: Parte A e Parte B.
Parte A. Tra gli animali da compagnia rientrano:
- Cani;
- Gatti;
- Furetti.
Parte B. In questo secondo gruppo rientrano altri animali, quali:
- Invertebrati, con l’eccezione di api, molluschi appartenenti al Phylum Mollusca e crostacei appartenenti al Subphylum Crustacea;
- Animali acquatici ornamentali
- Anfibi
- Rettili
- Volatili diversi da polli, tacchini, faraone, oche, anatre, quaglie, piccioni, fagiani, pernici.
- Mammiferi come roditori e conigli diversi da quelli destinati alla produzione alimentare.
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Vendita cani e gatti: cosa rischia chi mette un annuncio irregolare
Saranno i servizi veterinari delle Asl e le altre autorità competenti a controllare il rispetto della nuova normativa e a segnalare eventuali contravvenzioni. Chi pubblicherà quindi un annuncio senza codice identificativo dell’animale o della fattrice e la certificazione veterinaria sarà responsabile di aver pubblica un annuncio irregolare.
In questi casi chi pubblica un annuncio irregolare rischia una sanzione amministrativa molto salata, che può partire da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 5.000 euro.
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