Realizzare una veranda sul balcone può dare diritto a una detrazione al 50% anche nel 2025, ma non sempre. Vediamo come cambia il beneficio fiscale.
Verande sul balcone, con le nuove regole e con i bonus 2025: quando spetta la detrazione al 50%? La Legge di Bilancio 2025 ha esteso la possibilità di avere le detrazioni sui lavori edilizia al 50%, ma solo per le abitazioni principali. Per tutte le altre le agevolazioni fiscali sono scese al 36%.
Chiudere un balcone con una veranda, fino al 31 dicembre di quest’anno, permette di recuperare in 10 anni la metà della spesa sostenuta, ma per potersi veder riconoscere la detrazione è necessario che si utilizzino materiali specifici che, in alcuni casi, non richiedono neanche il rilascio di permessi o autorizzazioni, rientrando nell’edilizia libera.
Un consiglio che ci sentiamo di dare, però, è che qualora si decidesse di voler chiudere un balcone è sempre buona regola informarsi presso il proprio Comune se per quello specifico intervento è necessario chiedere l’apposita autorizzazione. I lavori che si eseguono per trasformare un balcone in una veranda, infatti, in alcuni casi rientrano in quelli di concessione edilizia e non si configurano come lavoro di manutenzione straordinaria, restauro o edilizia libera, altri casi, invece, operando senza autorizzazioni si rischia l’abuso edilizio.
Trasformare il balcone in veranda, quando non serve autorizzazione del Comune?
In caso si decida di costruire una veranda fissa, che aumenta la cubatura della casa e ne modifica la sagoma, è necessario il permesso a costruire del Comune o la Scia. Ci sono, però, alcune verande che non richiedono nessuna autorizzazione e si possono installare senza rischiare multe o sanzioni.
I casi in cui la Legge prevede che si possa costruire una veranda sul balcone senza il permesso del Comune sono:
- quando si scelgono quelle mobili appoggiate al pavimento e non ancorate;
- per i pergolati o le strutture di legno o metallo rimovibili;
- le verande a tenda che prevedono l’utilizzo di una struttura metallica ancora al soffitto o al pavimento con una tenda o telo a copertura;
- per le tende da sole.
Il Decreto Aiuti bis, inoltre, ha previsto che se la chiusura del balcone viene realizzata con chiusure amovibili VePa non c’è bisogno di permessi.
Se si decide di chiudere il proprio balcone con chiusure trasparenti che vanno a proteggere da agenti atmosferici e vanno a migliorare le prestazioni energetiche dell’unità abitativa riducendo le dispersioni termiche del balcone, non serve chiedere permessi, perché si tratta di strutture mobili. E in questo caso la realizzazione dell’opera rientra nell’edilizia libera. Ma va precisato che l’esclusione dalla richiesta di permessi vale solo per le verande amovibili finalizzate all’efficientamento energetico.
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Benefici e bonus della veranda mobile
Chiudere un balcone con una veranda mobile permette, in primo luogo, di risparmiare sui riscaldamenti. Questo perché l’efficienza energetica dell’immobile migliora. In alcuni casi il risparmio tocca anche il 30% annuo sulle bollette dei riscaldamenti. E questo è solo il primo beneficio.
Da considerare, poi, che le vetrate mobili montate sul balcone, non solo lo proteggono dagli agenti atmosferici, ma riescono a catturare il calore del sole e a renderlo disponibile all’interno dell’abitazione.
I lavori di installazione delle verande mobili rientra in quelle di efficientamento energetico e, proprio per questo, permette una detrazione del 50% dei costi. La detrazione si può godere o in sede di dichiarazione dei redditi con il bonus 50% e questo significa che la realizzazione dell’opera costerà la metà del prezzo reale.
Attenzione, però, dal 1° gennaio 2025 la detrazione al 50% è riconosciuta solo sull’abitazione principale, per tutti gli altri immobili scende al 36%, ed è valida solo fino al 31 dicembre 2025. Dal 1° gennaio 2026, infatti, i benefici fiscali subiranno un nuovo taglio e si potrà contare su una detrazione:
- al 36% per l’abitazione principale;
- al 30% per tutte le altre.
Balcone trasformato in veranda fissa: le regole
Il primo passo è sempre quello di chiede l’autorizzazione al Comune di competenza per la costruzione di una veranda fissa. Non rientrando in un lavoro di edilizia libera, infatti, tale lavoro amplia il volume dell’unità abitativa e proprio per questo è soggetto a concessione edilizia.
Ma non basta. Secondo sentenze recenti della Corte di Cassazione si possono limitare tali concessioni anche in base al decoro architettonico dell’edificio.
L’autorizzazione alla realizzazione della veranda, quindi, può essere concessa solo a patto che essa non alteri l’architettura dell’immobile. In caso contrario è posto il divieto alla realizzazione dell’opera.
Un ultimo limite, infine, può essere posto dal regolamento del condominio stesso che può prevedere un divieto specifico in tal senso. Prima di decidere, di fatto, di realizzare una veranda sul balcone bisogna accertarsi che l’opera sia di possibile costruzione.
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