Dai verbali Bce emerge la necessità di mantenere una linea da falco per scongiurare ulteriori shock a un’economia in forte rallentamento.
I verbali Bce di settembre confermano che i tassi resteranno alti ancora a lungo per non correre il rischio che l’inflazione rimanga troppo alta per troppo tempo.
La decisione di aumentare il tasso di interesse di 25 punti base al termine della riunione del 13 e 14 settembre 2023 è stata vista come un segnale di forte determinazione a riportare tempestivamente l’inflazione al livello obiettivo, considerando anche le proiezioni che indicano un superamento dell’obiettivo per più di quattro anni.
Secondo i funzionari del consiglio direttivo, i tassi Bce si trovano ora a un livello che, se mantenuto a lungo, favorirà il ritorno dell’inflazione al target del 2%. La politica monetaria resterà dunque restrittiva per il tempo necessario, con decisioni basate sui dati economici, inflazione di fondo e trasmissione della politica monetaria. Se nella riunione del 26 ottobre è quasi certo che i tassi resteranno fermi, resta ancora aperta la possibilità di un rialzo a dicembre.
Il contesto economico di fondo
Il contesto economico di fondo si è indebolito negli ultimi mesi ma i funzionari della Bce non prevedono un cambiamento repentino nella politica monetaria. Mantengono l’aspettativa che i tassi ufficiali rimangano alti per un po’ di tempo, specie dopo il repentino rialzo dei prezzi del petrolio nelle ultime settimane.
La BCE è dunque preoccupata per la crescita futura e teme che lo scenario di base che prevedeva una ripresa dei consumi privati oltre il 2023 sia messo in discussione dalle pressioni al rialzo sui costi dell’energia e su quelli alimentari.
La curva forward suggerisce che non si attende una grave recessione, poiché la maggior parte degli investimenti rischiosi si sta comportando bene. Gli spread sui titoli di stato hanno retto bene nonostante la crescita economica più debole a breve termine, aumentando solo leggermente rispetto all’ultima riunione. Gli spread sulle obbligazioni societarie sono cresciuti, ma rimangono inferiori ai livelli del 2022.
Vebali Bce: inflazione e politica monetaria
L’inflazione nell’area euro è rimasta stabile al 5,3% annuo in agosto, trainata principalmente dall’aumento dei prezzi dell’energia. L’inflazione alimentare, pur scesa dal picco di marzo, si mantiene intorno al 10% in agosto. L’inflazione dei beni industriali escludendo energia è scesa al 4,8%, evidenziando una stabilizzazione nel settore.
Il capo economista della Banca centrale europea, Philip Lane, ha motivato la decisione di aumentare i principali tassi di interesse della Bce di 25 punti base - portando il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,00% - con la necessità di riportare l’inflazione al target del 2%. Seccondo Lane, la politica monetaria restrittiva si sta mostrando efficace, influenzando positivamente le condizioni di finanziamento e l’economia reale.
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Verbali Bce: perché è necessario un ulteriore aumento dei tassi
Il rialzo dei tassi di settembre potrebbe non essere l’ultimo del 2023. Dai verbali emerge chiaramente il motivo per cui potrebbe essere necessario un ulteriore aumento del tasso di interesse. Innanzitutto, se l’economia si sviluppa come previsto, questa decisione rafforzerebbe la fiducia che l’inflazione possa tornare al livello desiderato entro l’orizzonte di previsione. In secondo luogo, un tasso di interesse più alto ridurrebbe l’impatto di eventuali shock al rialzo sull’andamento dell’inflazione. Pertanto, questo approccio garantirebbe una disinflazione più stabile e migliorerebbe la stabilità delle aspettative di inflazione, un elemento cruciale per il mantenimento del processo di disinflazione.
Nonostante la decisione di aumentare i tassi, rimangono però incertezze riguardo alle pressioni inflazionistiche e ai futuri andamenti dei prezzi delle materie prime. La Bce continuerà a monitorare attentamente l’andamento economico, adattando la politica monetaria in base alle necessità e mantenendo una certa flessibilità nei reinvestimenti come misura di sicurezza.
Verbali Bce: decoupling tra Europa e Stati Uniti
Nel meeting della Banca Centrale Europea del 13 e 14 settembre 2023 si è discusso degli sviluppi finanziari, economici e monetari. Si è notato che le prospettive di crescita per l’area euro e gli Stati Uniti si sono allontanate, portando ad un aumento delle differenze nei rendimenti nominali e reali tra le due economie e ad un deprezzamento dell’euro rispetto al dollaro.
Nonostante la prevista decelerazione della crescita nell’area euro, le aspettative di inflazione a medio e lungo termine sono aumentate. Si è osservata una divergenza marcata nei tassi reali tra le due economie. Nel frattempo, nonostante le prospettive economiche deboli, gli investitori nell’area euro hanno aumentato la compensazione per l’inflazione che richiedono.
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