Verbali Fed: senza aiuti fiscali la ripresa economica sarà più lenta

Mario D’Angelo - Violetta Silvestri

07/10/2020

I verbali Fed del 7 ottobre, sembrano un monito al presidente Trump. Le minute dell’ultima riunione di settembre forniscono dettagli importanti sulle previsioni economiche e sulle prossime mosse di Powell.

Verbali Fed: senza aiuti fiscali la ripresa economica sarà più lenta

Verbali Fed sotto i riflettori. I dettagli delle ultime deliberazioni FOMC di settembre, infatti, sono stati resi noti, come di consueto, intorno alle 20.00 italiane.

C’è stata molta attesa per la pubblicazione dei documenti che faranno luce sulle stime economiche globali e degli USA e sulla possibilità di altri interventi della banca centrale americana.

Con una pandemia in corso che ha causato più di 210.000 vittime negli Stati Uniti e una recessione che ha lasciato milioni di persone senza lavoro, è chiaro che la posta in gioco è molto alta.

In più, i verbali Fed di oggi arrivano in una settimana cruciale, con il contagio di Trump, le elezioni presidenziali alle porte e le ombre sul piano di stimoli USA.

Verbali Fed, ripresa economica migliore del previsto secondo le minute

L’elemento positivo che risalta dalle minute odierne è senz’altro il parere, comune alla maggior parte dei partecipanti, sulla ripresa economica dal funesto secondo trimestre. Il recupero è stato infatti giudicato migliore del previsto.

I membri del FOMC hanno notato che l’investimento aziendale, letteralmente crollato nel Q2, ha visto un’inversione di tendenza. Nonostante ciò, come ha notato lo stesso Powell nella conferenza stampa successiva, i livelli sono ancora molto al di sotto di quelli pre-pandemia.

La ripresa economica potrebbe però subire presto un brutto arresto: le minute diffuse oggi, relative alla riunione del mese scorso, sembrano aver previsto la situazione odierna.

Molti partecipanti, infatti, hanno detto che se il supporto fiscale sarà significativamente minore o arriverà più tardi del previsto, il ritmo della ripresa potrebbe essere più lento di quanto previsto. Proprio ieri il presidente degli Stati Uniti ha bloccato i negoziati con i Democratici sul pacchetto di stimoli fino a dopo le elezioni del 3 novembre.

Il pacchetto di aiuti era già largamente atteso dalla popolazione USA, dopo settimane di stallo fra le due forze politiche.

Alcuni partecipanti, emerge dai verbali Fed, hanno inoltre notato come l’assenza di ulteriore supporto fiscale potrebbe esacerbare le difficoltà economiche di minoranze e redditi bassi.

Verbali Fed: chiarimenti su tassi e inflazione?

Il mese scorso la Federal Reserve ha segnalato che è probabile che i tassi di interesse rimarranno sulla soglia dello zero fino al 2023.

I funzionari della Fed hanno stabilito che dovranno essere raggiunti tre step prima di poter alzare i tassi a breve termine.

In primo luogo, le condizioni del mercato del lavoro devono centrare gli obiettivi massimi di occupazione, che non sono stati specificati. Poi, l’inflazione deve crescere al 2%. Terzo, occorrono segnali - previsioni o misure basate sul mercato - sull’aumento dei prezzi al consumo moderatamente superiore al 2%.

Le minute di oggi potrebbero spiegare in modo più dettagliato come i funzionari siano arrivati ​​a questa formulazione e il grado di consenso che c’è dietro tale impostazione.

Chiarimenti potrebbero arrivare anche sul piano di acquisto della Fed dei titoli obbligazionari. Il mese scorso è emerso che tale piano di acquisto, avviato a marzo con l’obiettivo di riparare il funzionamento del mercato, è stato mantenuto per sostenere una più rapida ripresa economica. Da metà giugno, la Fed ha acquistato $ 80 miliardi al mese in Treasury e $ 40 miliardi al mese in mutui, al netto dei rimborsi.

Gli investitori, inoltre, sono desiderosi di ulteriori dettagli su ciò che, esattamente, i funzionari Fed considerano un superamento “moderato” del 2% dell’inflazione.

Minute Fed e ripresa economica: cosa aspettarsi?

I verbali Fed di oggi giungono in una giornata critica per gli USA. L’annuncio di Trump di voler sospendere i negoziati sugli stimoli fiscali ha gettato ombre sulla ripresa della potenza americana.

E, in più, ha di fatto contraddetto quanto annunciato da Jerome Powell. Il presidente della Fed ha ricordato che le prospettive per l’economia degli Stati Uniti sono “altamente incerte” e che un sostegno politico insufficiente potrebbe portare a più insolvenze di famiglie e imprese e a dinamiche recessive, in cui una ripresa debole si nutre di se stessa.

A settembre, i funzionari si aspettavano una ripresa economica un po’ più forte nel 2020 e un calo del tasso di disoccupazione più rapido rispetto a giugno. Ma c’era ancora una notevole incertezza sulla pandemia e sulle sue implicazioni per la crescita, le assunzioni e le perdite sui prestiti, che avrebbero potuto indebolire il settore finanziario.

La prospettiva di un sostegno fiscale ritardato o ridotto da parte del Congresso e della Casa Bianca è un grande jolly per le stime. I verbali di oggi potrebbero mostrare fino a che punto le previsioni leggermente migliorate si basano anche sul piano di stimoli ora stoppato.

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