Visite fiscali dipendenti pubblici, nuovi orari, casi di esonero e sanzioni

Simone Micocci

5 Novembre 2024 - 15:46

Come sono cambiati gli orari delle visite fiscali per i dipendenti pubblici? Ecco una guida aggiornata.

Visite fiscali dipendenti pubblici, nuovi orari, casi di esonero e sanzioni

Le visite fiscali per i dipendenti pubblici seguono le stesse regole e orari di quanto previsto per i dipendenti del settore privato.

Qualsiasi differenziazione è infatti venuta meno in seguito della sentenza del Tar n. 16305 del 2023, con la quale il Tribunale amministrativo ha rilevato un’illegittimità, nonché discriminazione, nelle precedenti regole per le visite fiscali dal momento che per i dipendenti pubblici erano previste delle fasce di reperibilità più ampie: 7 ore contro le “sole” 4 dei lavoratori del settore privato.

Lo Stato, prendendo atto della sentenza e rinunciando a ricorrere in appello, ha modificato gli orari di reperibilità per le visite fiscali dei dipendenti pubblici equiparandole a quelle del settore privato. Una novità certificata dal messaggio n. 4640 dell’Inps con la quale è stato ufficializzato il passaggio da 7 a 4 ore al giorno.

Non esistono più quindi le differenze di orario tra lavoratori: tanto nel pubblico impiego quanto nel settore privato l’obbligo di essere reperibili al possibile passaggio del medico vale per 2 ore la mattina e per altrettante nel pomeriggio.

Messaggio Inps n. 4640 del 2023
Clicca qui per scaricare il messaggio Inps con le nuove regole per le visite fiscali dei dipendenti pubblici.

Visite fiscali, i nuovi orari per i dipendenti pubblici

A oggi, quindi, possiamo dire che gli orari per il settore del pubblico impiego sono gli stessi di quello del settore privato, quali:

  • la mattina dalle ore 10:00 alle ore 12:00;
  • nel pomeriggio dalle ore 17:00 alle ore 19:00.

Regole che valgono per tutti i dipendenti pubblici: per i lavoratori della scuola (insegnanti, personale Ata), per le Forze Armate (Polizia, Esercito, Carabinieri, Finanza), per chi lavora nei ministeri e negli enti locali (ad esempio per chi lavora al Comune), per medici, infermieri e altri professionisti del Servizio sanitario nazionale.

Così come vale per tutti la regola per cui la visita fiscale può passare ogni giorno della settimana, compresi sabati, domeniche e giorni festivi. Inoltre la visita fiscale può essere anche ripetuta all’interno dello stesso periodo di malattia, persino nello stesso giorno laddove se ne rilevasse la necessità.

Chissà se questi nuovi orari non ridurranno anche il rischio di ricevere una visita fiscale, negli anni scorsi molto più alto tra i dipendenti pubblici. Secondo i dati aggiornati al 2023, infatti, nel settore pubblico ci sono 5 probabilità su 100 di ricevere un controllo, mentre nel settore privato appena 1 su 100.

Perché sono cambiati gli orari delle visite fiscali dei dipendenti pubblici

Ma facciamo un passo indietro per capire come si è arrivati a quella che possiamo definire come una vera e propria svolta. Nel dettaglio, da sempre ci sono sindacati che ritenevano ingiustificata la differenziazione tra dipendenti pubblici e privati nell’ambito degli orari delle visite fiscali.

È il caso ad esempio di Uil Pubblica amministrazione Polizia Penitenziaria, la quale ha fatto ricorso contro la presidenza del Consiglio e il ministero del Lavoro chiedendo l’equiparazione di trattamento tra dipendenti pubblici e privati.

Ricorso che è stato accolto dal Tar del Lazio, il quale ha ritenuto che dal momento che il trattamento è “decisamente più penalizzante per i dipendenti pubblici”, visto che si tratta di 7 ore di reperibilità contro le 4 del settore privato, vi è il rischio di una violazione del principio di uguaglianza come tutelato dall’articolo 3 della Costituzione.

Le altre regole per le visite fiscali dei dipendenti pubblici

Per il resto, come già anticipato, non ci sono novità per le visite fiscali dei dipendenti pubblici per i quali valgono le stesse regole di chi è impiegato nel settore privato, con la gestione del Polo unico Inps che valuta attraverso un apposito algoritmo quando inviare il controllo (concentrandosi perlopiù sui casi a rischio).

Anche per i dipendenti pubblici vengono quindi previsti dei casi di esonero, in cui si è giustificati dal non essere presenti alla visita fiscale scongiurando così una sanzione che oltre alla perdita - totale o parziale dell’indennità - può portare anche al licenziamento.

Nel dettaglio, è previsto l’esonero in presenza di:

  • patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
  • stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%;
  • casi certificati di depressione o ansia, in quei casi in cui quindi la vita sociale e l’attività all’aria aperta possa contribuire al miglioramento dello stato patologico;
  • nel caso in cui uscire di casa sia necessario per:
    • sostenere accertamenti specialistici;
    • per recarsi presso il proprio medico curante;
    • per andare in farmacia;
    • per interventi dentistici urgenti;
    • in generale per cause di forza maggiore.
    • svolgere attività di volontariato anche se non legate direttamente alla malattia e nel caso in cui non mettano a repentaglio la salute del lavoratore;
    • far visita ai parenti in ospedale se gli orari coincidono con quelli della visita fiscale.

Eccetto queste casistiche che giustificano l’eventuale assenza alla visita fiscale, il lavoratore che non viene trovato al domicilio è quindi soggetto a sanzione disciplinare (dal semplice richiamo alla possibilità che si perda persino il lavoro) e amministrativa, pari a:

  • decurtazione del 100% dell’indennità di malattia per i primi 10 giorni;
  • la decurtazione del 50% per le successive giornate.

La sanzione scatta immediatamente, per quanto il dipendente abbia comunque 10 giorni di tempo per giustificarsi.

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