Visite fiscali, ecco quanto è probabile il passaggio del medico Inps

Simone Micocci

5 Agosto 2024 - 18:16

Quanto è probabile il passaggio della visita fiscale? Ecco i dati Inps aggiornati in relazione al numero di certificati ricevuti e i controlli effettuati.

Visite fiscali, ecco quanto è probabile il passaggio del medico Inps

Per quanto il rischio di ricevere la visita fiscale dall’Inps sia talmente rilevante da far sì che ogni lavoratore sia attento a rispettare l’obbligo di reperibilità, il passaggio del medico non è assolutamente certo, anzi.

Se guardiamo ai dati dell’Inps sui certificati di malattia ricevuti in relazione al numero di controlli effettuati, ne risulta che la probabilità che passi la visita fiscale è più bassa di quanto si possa pensare.

Ovviamente la sola possibilità di subire una sanzione severa, con il rischio persino di licenziamento, dovrebbe bastare per far sì che le regole previste in caso di malattia, con il lavoratore che deve essere reperibile presso il proprio domicilio - o comunque presso un altro indirizzo come indicato nel certificato medico - negli orari delle visite fiscali, vengano sempre rispettate.

Il fatto che le probabilità che possa passare il medico siano molto basse, quindi, va visto perlopiù come un elemento informativo e non come una giustificazione a uscire di casa a ogni orario.

Ma di che numeri stiamo parlando? Per rispondere dobbiamo prendere i dati Inps più aggiornati che sono quelli relativi all’ultimo trimestre del 2023 comunicati dall’Istituto nell’osservatorio sul polo unico di tutela della malattia.

Quante probabilità ci sono che passi la visita fiscale?

Come vedremo di seguito, le probabilità che passi la visita fiscale durante la malattia sono molto basse.

Guardiamo, ad esempio, a quanto successo nel quarto trimestre del 2023 - quindi da ottobre a dicembre 2023 - quando all’Inps sono stati segnalati 9.227.328 eventi di malattia da un totale di 5.048.490 lavoratori.

Nel dettaglio, 2.242.492 sono i certificati riferiti ai dipendenti pubblici - ma solo 2.191.843 (1.136.905 lavoratori) se si tiene conto di quelli che rientrano nel Polo unico - 6.984.836 (3.884.340 beneficiari d’indennità di malattia) invece nel settore privato.

In totale, le visite mediche di controllo, nello stesso periodo, sono state 214.169, di cui 125.197 nel pubblico e 88.972 nel privato.

Questo ci dice che, considerando la totalità dei 9.227.328 eventi di malattia registrati nell’ultimo trimestre del 2023, solamente nel 2,32% dei casi è stata disposta una visita fiscale. Poco più di 2 su 100 quindi.

La percentuale è più alta nel settore pubblico: considerando 2.242.492 eventi di malattia e 125.197 visite effettuate, ne risulta che c’è il 5,58%% di probabilità di ricevere un controllo. Nel privato, invece, la percentuale è molto più bassa: 1,27%.

C’è quindi una probabilità minima di ricevere un controllo, ma va detto che nonostante ciò il numero di coloro che rispettano le regole previste dalla normativa è elevato: sul totale delle visite fiscali effettuate, infatti, gli assenti ingiustificati - e sanzionati - sono stati solamente 22.127, il 10,33%.

Quando la visita fiscale è più probabile

Generalmente, quindi, la probabilità che passi la visita fiscale è alquanto remota: poco più di 5 casi su 10 nella Pubblica Amministrazione, poco più di 1 su 100 nel settore privato.

Molto poi dipende dalla situazione del lavoratore. Ad esempio, è raro che la visita fiscale passi già al primo evento di malattia registrato nell’ultimo anno, più probabile, invece, nei casi di recidiva.

Inoltre, specialmente nel caso dei lavoratori soggetti al Polo unico dell’Inps, la visita fiscale viene disposta per quegli eventi più probabilmente passibili di riduzione della prognosi. Va detto, però, che solamente in 2.438 casi, l’1,14%, è successo che a seguito del controllo sia stato ridotto il periodo di malattia, mentre nel 78,14% la prognosi è stata confermata.

Guardando ai dati, comunque, non sembra esserci stato un cambio di rotta rispetto al periodo precedente al 2017, prima che venisse utilizzato il tanto pubblicizzato cervellone dell’Inps. Le visite di controllo effettuate riguardano ancora un numero limitato di eventi di malattia: basti pensare che sul totale di certificati inviati nel secondo trimestre dell’anno, solamente lo 0,026% ha subito la riduzione della prognosi a seguito di controllo del medico, mentre solo lo 0,24% viene sanzionato per mancato rispetto degli orari delle visite fiscali.

Ovviamente il fatto che la visita fiscale sia così poco probabile non deve rappresentare un incentivo a trasgredire le regole. Anche se le probabilità sono basse, il rischio di essere sanzionati per mancato rispetto della normativa esiste e specialmente nel caso di recidiva c’è persino la possibilità di perdere il lavoro.

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