Dalla piattaforma confermano: eliminati alcuni annunci della campagna elettorale di Donald Trump
YouTube ha rimosso alcuni annunci della campagna Trump. Ad affermarlo è il CEO della piattaforma, Susan Wojcicki, che ha dato conferma alle voci che davano per eliminati diversi contenuti promozionali del tycoon sulla stagione elettorale.
Per ora non si conoscono i motivi esatti della decisione, elemento che va a rendere ancora più dubbia e problematica la politica di YouTube e della sua società madre, Google, in merito a simili pratiche interne.
Secondo la CBS sono oltre 300 gli annunci della campagna Trump rimossi dal colosso di Mountain View quest’anno. Interpellata sulla circostanza, Wojcicki ha dichiarato che ulteriori spiegazioni si possono reperire alla voce ’trasparenza’ sulla pagina degli annunci Google.
Eppure, la risposta di Wojcicki non fa che evidenziare le lacune informative della piattaforma riguardo specifiche simili; persino dopo la rimozione di contenuti Google non dà spiegazioni precise a chi li aveva pubblicati.
Quelli eliminati non possono essere visualizzati nella sezione ’trasparenza degli annunci’, a causa di quelli che la piattaforma etichetta come “limiti tecnici”. Al momento, gli utenti possono solo vedere che un determinato annuncio è stato bloccato, ma nulla sul suo contenuto o sulle motivazioni del ban.
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YouTube ha rimosso annunci della campagna Trump
Alla voce ’trasparenza’, gli annunci bloccati sono accompagnati da un avviso di violazione delle politiche pubblicitarie di Google, e collegati a una pagina che elenca quello che Google consente e non consente sui suoi siti, senza però alcun riferimento diretto a quel contenuto specifico.
L’impossibilità di visualizzare un annuncio rimosso e la mancanza di chiarezza sui motivi di quella stessa rimozione rendono però molto difficile capire le logiche alla base del colosso di Mountain View, né i criteri che portano a distinguere una campagna aziendale da una politica.
Dai vertici della piattaforma non sono arrivate indicazioni chiare su questi aspetti, cosa che non ha mancato di sollevare perplessità nel settore:
“Siamo praticamente in balia delle piattaforme e delle loro scelte su cosa può essere considerato trasparente e cosa no”,
ha dichiarato Damon McCoy, attivo nel campo comunicazione e trasparenza elettorale all’università di New York.
Il mese scorso la società ha fatto sapere che non consentirà più che gli annunci politici vengano indirizzati a gruppi specifici di elettori, tramite la cosiddetta targetizzazione - targeting.
Il targeting politico - osservano i critici - potrebbe consentire di fuorviare in maniera deliberata gli elettori su questioni chiave, tanto che Ellen Weintraub, presidente della Federal Election Commission, ha invitato le aziende tecnologiche a mettere fine definitivamente alla pratica.
Di recente anche Twitter ha annunciato l’intenzione di vietare ai politici la pubblicità sulla sua piattaforma.
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