Zelensky alza bandiera bianca: perché la guerra può finire l’8 settembre

Alessandro Cipolla

29 Agosto 2023 - 09:02

Zelensky ha aperto a una soluzione politica per la Crimea sperando per l’Ucraina una protezione simile a quella per Israele: sarà l’8 settembre il giorno decisivo per la guerra?

Zelensky alza bandiera bianca: perché la guerra può finire l’8 settembre

Il giorno decisivo per la guerra in Ucraina potrebbe essere venerdì 8 settembre, momento in cui come confermato da Bloomberg Recep Tayyip Erdogan si recherà in Russia per incontrare Vladimir Putin volando poi subito dopo alla volta dell’India dove a Nuova Delhi è in programma il vertice del G20.

La notizia che fa ben sperare per una rapida fine della guerra però è un’altra: per la prima volta Volodymyr Zelensky, nel corso di una intervista alla rete televisiva nazionale ucraina 1+1, ha aperto a una soluzione politica invece che militare in Crimea.

Per Zelensky infatti sarebbe “preferibile e possibile negoziare una soluzione politica per la Crimea” rispetto a una militare, anche se il presidente ucraino prima vorrebbe avanzare ulteriormente a Sud prima di trattare “quando saremo ai confini amministrativi della Crimea, penso che sia possibile forzare politicamente la smilitarizzazione della Russia sul territorio della penisola”.

In sostanza Kiev nella sua controffensiva vorrebbe sfondare a Sud nella regione di Zaporozhye per poi puntare verso la Crimea e solo quel punto iniziare a trattare; le ultime notizie parlano di feroci combattimenti nel villaggio di Robotyne che, a caro prezzo in termini di morti e feriti, sarebbe ora sul punto di essere conquistato dalle forze ucraine che hanno dispiegato molte delle loro unità per vincere la battaglia.

Presa Robotyne la strada per la Crimea sarebbe ancora lunga e tutta in salita, visto che gli ucraini dovrebbero superare ben tre linee difensive russe tra fortificazioni, fossati, mine e denti di drago, che al momento non sono state ancora scalfite.

Le parole di Volodymyr Zelensky però potrebbero essere il punto di svolta di questa guerra, con il presidente che per la prima volta ha parlato di una via diplomatica anche se al momento, a causa di un decreto emanato lo scorso ottobre proprio dall’ex attore, l’Ucraina per legge non può trattare con la Russia.

Zelensky ha cambiato idea sulla guerra in Ucraina?

Fino alla giornata di ieri il mantra di Volodymyr Zelensky è stato sempre lo stesso: la guerra finirà soltanto quando l’Ucraina avrà riconquistato tutti i territori occupati - Crimea compresa - e per riuscirci ha bisogno di armi e finanziamenti. Una linea da sempre appoggiata in toto dall’Occidente, Italia compresa.

L’apertura di Zelensky - anche se a determinate condizioni - può essere letta così come una prima ammissione del fatto che, comefatto notare anche dagli 007 americani, la controffensiva ucraina difficilmente potrà riuscire nel suo scopo.

Il prossimo 8 settembre quando a Mosca si incontreranno Putin ed Erdogan, potrebbero essere gettate le basi per una tregua da materializzare entro la fine dell’anno: la Russia manterrebbe il controllo dei territori annessi mentre l’Ucraina, come specificato da Zelensky sempre nella recente intervista, spera di poter ottenere dagli Stati Uniti garanzie di sicurezza simili a quelle di cui gode Israele.

Tornano così alla mente le parole pronunciate a metà agosto dal numero due della Nato Stian Jensen: “Penso che una soluzione potrebbe essere che l’Ucraina rinunci al territorio e ottenga in cambio l’adesione alla Nato”. Parole subito corrette dal segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg: “Sono gli stessi ucraini che devono decidere quando sono disposti a sedersi al tavolo dei negoziati”.

Ecco ora quel momento sembrerebbe essere arrivato, tanto che Zelensky potrebbe non prolungare la legge marziale in Ucraina che scadrà il prossimo 15 novembre aprendo poi a delle elezioni presidenziali e parlamentari per il 2024.

La verità è che da tempo la Casa Bianca si è convinta che l’Ucraina non può vincere la guerra, con Joe Biden spaventato dall’ipotesi di presentarsi in campagna elettorale con un conflitto ancora in corso e magari proiettato verso un successo della Russia.

Le parole di Zelensky così sembrerebbero essere i primi passi per una exit strategy volta a salvaguardare l’immagine del presidente ucraino che nel 2024 dovrà vincere le elezioni: anche se da mesi l’esito della guerra era chiaro, Kiev e la Nato si sono volute intestardire in una controffensiva che assomiglia sempre più a una missione suicida.

Se l’Europa per una volta avesse dato retta al Vaticano invece che agli Stati Uniti, probabilmente la guerra in Ucraina sarebbe finita già da un pezzo risparmiando così qualche centinaia di migliaia di morti e feriti.

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