Servono nuove misure per contrastare la diffusione delle varianti del virus, più contagiose e aggressive. Non del tutto sventata l’ipotesi del lockdown nazionale, la strategia del nuovo Governo prevede zone rosse ma non solo. Ecco cosa aspettarsi.
Cresce l’allarme per le varianti del virus in Italia e la consapevolezza che serve mettere in campo nuove misure restrittive. Sventata, almeno per il momento, l’ipotesi lockdown totale avanzata da Walter Ricciardi e altri esperti, anche se si apre la possibilità di mettere l’Italia in zona rossa nel weekend.
Il piano del Governo per tenere sotto controllo la curva epidemiologica ed evitare una terza ondata prevede la creazione di una nuova cabina di regia per le mosse anti Covid, l’instaurazione di zone rosse mirate laddove è più elevata la circolazione delle nuove varianti (inglese, sudafricana e brasiliana) e una spinta alla campagna vaccini usando anche hangar e caserme.
La raccomandazione dell’Istituto superiore di Sanità è di non mitigare le azioni di contenimento in corso, e di procedere con nuovi interventi mirati. Ecco le misure anti-Covid in arrivo secondo i piani del nuovo Governo.
Zone rosse per fermare le varianti
Gli esperti e l’esecutivo stanno lavorando per evitare un nuovo lockdown nazionale come quello di marzo, anche se c’è chi ipotizza che, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, Draghi potrebbe seguire l’esempio della Germania, entrata in un nuovo lockdown.
Quello che sembra più probabile ad oggi è che si continuerà a seguire la strada già tracciata nelle ultime settimane: quella delle zone rosse locali, con misure restrittive mirate alle zone in cui l’incidenza del virus mutato è più alta. Il piano prevede la chiusura di paesi, città e province: vietato entrare e uscire, spostamenti consentiti solo per motivi di lavoro e necessità, negozi e scuole chiusi.
Il sistema dei colori (fascia rossa, arancione, gialla e bianca) dovrebbe essere confermata, ma la presenza delle varianti potrebbe portare a un ritocco dei parametri. Al momento la zona rossa scatta con Rt 1,25 e si entra in zona arancione con Rt pari a 1, ma non si esclude che possano entrare in vigore criteri più stringenti. Potrebbero cambiare anche le regole su cosa resta aperto e chiuso nelle zone rosse, arancioni e gialle.
Vaccini in hangar e caserme
Parallelamente alla messa in campo di misure contenitive più efficaci contro le nuove varianti, il piano del Governo prevede di accelerare la campagna di immunizzazione. Riuscire a vaccinare più cittadini nel minor tempo possibile, cercando di recuperare i ritardi nell’approvvigionamento delle dosi, è considerato una priorità. Per questo l’idea è quella di coinvolgere militari e volontari della Protezione civile negli hangar e nelle caserme, oltre che nei centri primula del commissario Arcuri.
Un nuovo Dpcm
Fino al 25 febbraio resta in vigore il divieto di spostamenti tra regioni, tranne che per motivi di lavoro, studio, necessità e salute. In vista del 5 marzo, invece, quando scadrà il DPCM 14 gennaio, il Governo dovrà mettersi al lavoro per stabilire le nuove regole riguardo coprifuoco, bar, ristoranti, palestre, piscine, cinema, teatri e impianti da sci, la cui proroga ha sollevato il caos.
Le Regioni premono da tempo per la riapertura dei ristoranti a cena nelle zone gialle e a pranzo nelle zone arancioni. Grande attesa anche per cinema e teatri: il settore dello spettacolo è in grande affanno e la maggior parte delle sale rischia di chiudere definitivamente i battenti.
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Quando si può uscire dalla Regione?
Per quanto riguarda lo sport, le linee guida del Cts per la riapertura in sicurezza di palestre e piscine sono già state condivise: non resta che capire quando potranno ripartire le attività sportive al chiuso.
Nei prossimi giorni il ministro della Salute Speranza e il nuovo ministro degli Affari regionali Gelmini metteranno a punto la strategia per il contenimento dell’epidemia alla scadenza del DPCM. Non è ancora chiaro per che tipo di provvedimento opteranno, se continueranno sulla strada dei DPCM e dei decreti-legge o se lasceranno a governatori e sindaci l’onere di emanare ordinanze.
Dove sono le nuove varianti in Italia
Le varianti di Sars-CoV-2 individuate in Italia ad oggi sono tre: inglese, sudafricana e brasiliana. Secondo il report dell’Iss, la variante inglese rappresenta il 17,8% del totale dei casi positivi. Questa è diffusa in quasi tutta Italia: in tutte le regioni è stato registrato almeno un caso di variante inglese tranne Valle D’Aosta, P.A. di Trento, Sardegna e Basilicata. Le regioni in cui circola di più, però, sono Abruzzo, Lombardia, Veneto, Puglia, Umbria e Molise.
Molto più sporadici i casi di variante brasiliana (meno di venti registrati soprattutto in Umbria), mentre la sudafricana è stata riscontrata solo in un caso, un viaggiatore di ritorno a Malpensa dal Sudafrica.
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