Decine di antenne posizionate sui tetti delle ambasciate russe in Europa, secondo un’inchiesta, servirebbero per attività di spionaggio.
Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina sono stati presi severi provvedimenti nei confronti del corpo diplomatico russo presente in Europa. Si stima che ne siano stati espulsi in 400 dai principali paesi europei. Un problema non da poco per il paese guidato da Vladimir Putin che è rimasto senza appoggi in Europa. Come fare quindi a sopperire alla carenza di persone che potevano fungere da spia effettuando operazioni di spionaggio in terra considerata ormai nemica? Grazie all’uso della tecnologia.
A svelare il tutto ci ha pensato un’inchiesta denominata “Espiomats” realizzata da Dossier Center, media russo con sede a Londra finanziato dall’oligarca in esilio Mikhail Khodorkovskij, in collaborazione con media di Estonia, Belgio, Svezia, Polonia, Slovacchia e Lituania. Ed ecco che cosa hanno scoperto.
Antenne russe spiano l’Europa?
L’inchiesta ha individuato circa 182 antenne su 39 edifici di ambasciate russe ubicati in circa 40 paesi europei e non. Parabole satellitari, telescopi Cassegrain, antenne a loop magnetico quelle rilevabili con fotografie o rilevazioni satellitari. Questi almeno i dispositivi elettronici visibili ma ne esisterebbero tanti altri. La funzione di tutto questo apparato tecnologico? Ufficialmente per garantire le comunicazioni con le ambasciate visto che l’uso dei satelliti è ad oggi il mezzo migliore che ha un’ambasciata per ricevere ed inviare dati digitali in modo stabile, veloce e sicuro. Antenne se ne contano sugli edifici di ambasciate di tutta Europa, ma non una, a decine. Il record spetta a quella russa in Belgio visto che l’inchiesta ne ha contate ben 17. E in Belgio c’è il Parlamento Europeo.
Stando infatti all’inchiesta Espiomats queste antenne non servirebbero solo per le comunicazioni diplomatiche che sarebbe cosa legittima, ma servirebbero anche per operazioni di spionaggio elettronico come determinare le posizioni delle navi, aerei e missili, intercettare e ascoltare conversazioni riservate o individuare i partecipanti alle proteste anti-russe davanti alle sedi diplomatiche.
Nel mirino di questo enormi apparati tecnologici ci sarebbe la rete europea satellitare Thuraya. Questa copre tutta l’Europa e anche parte dell’Africa settentrionale e dell’Asia. L’area di copertura è divisa in 200 celle regionali e Bruxelles si trova proprio all’intersezione di tre celle che comprendono Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Germania, Francia e Regno Unito. In pratica un’antenna posizionata in Belgio potrebbe ascoltare le conversazioni di quasi tutta l’Europa occidentale. Forse per questo proprio sul tetto dell’ambasciata russa in Belgio c’è il record di antenne?
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Nel mirino anche i dissidenti russi
Nel mirino del controspionaggio ci sarebbero non solo i colleghi e i politici dei paesi ostili ma anche gli attivisti che organizzano da mesi meeting di protesta contro la Russia all’esterno delle ambasciate ubicate in tutto il mondo. Quando ci sono manifestazioni contro il Cremlino nelle vicinanze degli edifici diplomatici, i russi possono monitorare il traffico telefonico, e raccogliere dati come i codici Imei che identificano tutti i cellulari presenti nelle vicinanze e di conseguenza scoprire chi si trovava in quel momento a protestare.
Ovviamente solo la tecnologia non basta. Secondo l’inchiesta per far funzionare l’apparato c’è bisogno di personale, che alla luce delle recenti espulsioni potrebbe non essere a disposizione della Russia. Questo, almeno è quanto si auspica l’inchiesta, potrebbe aver rallentato le operazioni di spionaggio da parte del Cremlino.
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