La crisi bancaria 2009-2014 è costata di più della vicenda Grecia-UE. Sui bilanci pubblici pesano aumenti di capitali e meno imposte dalle banche. Alle stelle gli oneri straordinari per il settore del credito. Ecco i dati di R&S Mediobanca.
La crisi bancaria del 2009-2014 è costata all’Europa più di quanto stia facendo la crisi in Grecia. 221 miliardi di euro è la cifra del conto salato addebitato agli Stati UE, cifra disarmante se confrontata con la capacità di produrre ricchezza della Grecia: le uscite complessive per l’Europa sono pari a 1,2 volte il PIL del Paese ellenico. A riferirlo è lo studio annuale sulle principali banche internazionali condotto da R&S Mediobanca.
Iniezioni di capitale pubblico e minori imposte incassate sono tra le voci di costo più significative dei bilanci pubblici nazionali. Mentre gli oneri straordinari come multe e svalutazioni sono tra le motivazioni che hanno spinto le banche europee a bruciare fino 178,5 miliardi di euro solo negli ultimi tre anni. Ma quali sono le cause e i veri protagonisti di una crisi europea quasi più dispendiosa della vicenda Grecia-UE?
Crisi bancaria: 221 miliardi il costo per i Paesi UE
Il report fornito da R&S Mediobanca mette in luce come la crisi bancaria iniziata nel 2009 sulla scia innescata da quella dei mutui subprime negli USA è costata più della faccenda Grecia-UE: 221 miliardi di euro. Non solo. Stando ai dati diffusi da Mediobanca, il costo che le banche europee hanno addebitato agli Stati EU supera di 70 miliardi la cifra della crisi bancaria USA, costata solo 143 miliardi di dollari.
Ma chi sono le banche “colpevoli”?
L’analisi di Mediobanca fotografa tra le banche EU, responsabili del costo di 221 mld di euro, solo i colossi del credito mondiale lasciando fuori le casse di risparmio spagnole, le landesbank tedesche e tutti gli istituti minori.Unicredit e Intesa Sanpaolo sono invece le maggiori capitalizzate tra i bancari italiani.
Crisi bancaria:180 miliardi di aumenti di capitale
I Paesi Ue hanno registrato voci di costo significative nei loro bilanci per far fronte alla crisi bancaria. Ecco quanto ha speso l’UE secondo quanto ha fotografato R&S Mediobanca:
- 87 miliardi di euro in meno di imposte incassate dagli istituti di credito complice la frenata dei profitti del settore bancario;
- 180 miliardi di aumenti di capitale alle banche in crisi (di cui per adesso risultano saldati solo 46 miliardi).
Diversa la situazione per le banche USA che avrebbero restituito oltre 157 miliardi dei 196 ricevuti dallo Stato, abbassando il saldo della crisi a 142,5 miliardi di euro.
Crisi bancaria: tutta colpa delle banche UE?
Gli oneri straordinari che hanno appesantito i conti degli istituti di credito europei sono da rintracciare soprattutto tra:
- 116 miliardi per svalutazioni;
- 62 miliardi di euro per risarcimenti e contenziosi legali.
Indigeste come cifre rispetto agli 11,7 miliardi a cui ammontano le svalutazioni per le big del credito USA, anche se hanno dovuto sostenere il costo di ben 76,4 mld per le connesse spese legali.
Crisi bancaria: retail vs investment
Il dato curioso emerso dallo studio curato da R&S Mediobanca riflette la maggiore redditività del segmento retail rispetto a quello dell’investment nel settore bancario europeo. Quali sono gli indicatori?
- il ROE medio per il mercato retail in Europa ammonta al 5,1% contro il 3% delle banche d’affari;
- l’apprezzamento dei mercati finanziari, ossia il rapporto tra prezzo di mercato e valore del patrimonio netto è in proporzione maggiore del 30% per le banche che erogano maggiori prestiti.
Unica nota fuori dal coro il costo per lavoratore dipendente: nei paesi UE il costo del lavoro di un dipendente bancario è di 77mila euro annui contro i 107mila degli omologhi nell’investment banking.
© RIPRODUZIONE RISERVATA