Dalla Cina giungono 3 notizie interessanti non solo per capire a che punto è arrivata la crisi del dragone, ma anche per avere un quadro più ampio delle sfide economiche globali.
Le sorti economiche della Cina sono monitorate attentamente da analisti e politici a livello mondiale nel finale di questo anno così complesso e incerto, soprattutto per il dragone.
Qualsiasi novità riguardante la strategia di ripresa di Pechino suscita interesse e alimenta speculazioni su cosa accadrà nel 2024. In un contesto di aspra rivalità tra Cina e Usa, di un crescente rischio di guerra commerciale, di un ritorno al protezionismo nazionalista che può colpire il commercio internazionale e quindi le casse statali di Paesi già vulnerabili, di una lotta dell’Occidente contro il dominio cinese su materie prime e veicoli elettrici, anche notizie apparentemente secondarie sulla Cina diventano cruciali.
Queste 3 ultime novità a livello economico sul dragone raccontano dettagli interessanti sia sulla sua crisi economica che sui rischi che il mondo corre nella competizione in corso con Pechino.
1. Investimenti diretti esteri in Cina verso il crollo
Gli investimenti esteri in Cina sono scesi al livello più basso in quasi quattro anni a novembre, sottolineando come le tensioni geopolitiche e il rallentamento dell’economia si siano combinati per convincere le aziende straniere a rallentare la loro espansione.
Il nuovo capitale straniero effettivamente utilizzato e ricevuto dal Paese il mese scorso è stato di 53,3 miliardi di yuan (7,5 miliardi di dollari), in calo del 19,5% rispetto all’anno precedente, secondo i calcoli di Bloomberg basati sui dati pubblicati giovedì dal Ministero del Commercio. Si tratta del numero peggiore da febbraio 2020, mese della pandemia.
Nei primi 11 mesi del 2023 gli investimenti sono diminuiti del 10% su base annua, attestandosi a 1.040 miliardi di yuan, ha precisato il ministero in una nota.
I numeri confermano che il sentiment degli investitori stranieri si è indebolito, nonostante la nazione abbia allentato le severe restrizioni per il Covid. Sebbene alcuni imprenditori stranieri siano tornati nel Paese, poche aziende si stanno affrettando a spendere sostanzialmente di più.
“Il contesto macroeconomico globale – tassi di interesse in dollari più alti, rallentamento della crescita ed elevata incertezza geopolitica – è tutt’altro che favorevole agli investimenti transfrontalieri, soprattutto nei mercati emergenti”, hanno scritto gli economisti della Bank of America guidati da Ouyang Miao.
2. Problemi bancari e immobiliari
Le più grandi banche statali cinesi stanno lanciando una terza serie di tagli dei tassi di deposito in un anno, mentre gli istituti di credito lavorano per mantenere la redditività in un contesto di margini sempre più ridotti e di politiche governative volte a rilanciare i consumi e la domanda.
La crescente spinta della Cina per far sì che i suoi colossi bancari sostengano le società immobiliari in difficoltà si sta aggiungendo a una serie di altri problemi per il settore da 57mila miliardi di dollari. I margini di interesse netti delle banche sono crollati al minimo storico dell’1,73% a settembre, come mostrano i dati. Si tratta di un valore inferiore alla soglia dell’1,8% considerata necessaria per mantenere una redditività ragionevole.
Nel frattempo, i crediti inesigibili hanno raggiunto un nuovo massimo, e la serie di crescita dei ricavi dal 2017 per alcune delle più grandi banche statali della nazione potrebbe interrompersi quest’anno.
3. La guerra delle terre rare
La Cina ha appena vietato le esportazioni di tecnologia per l’estrazione e la separazione delle terre rare, con una mossa giustificata necessaria per proteggere la sicurezza nazionale.
Il dragone ha inoltre vietato l’esportazione della tecnologia per la produzione dei metalli delle terre rare e dei materiali in lega, nonché della tecnologia per preparare alcuni magneti dalle terre rare.
La sfida contro gli Usa nel settore tecnologico e delle materie prime continua a colpi di divieti. Pechino è il principale produttore mondiale di terre rare, ampiamente utilizzate nei veicoli elettrici, nelle energie rinnovabili e in altre tecnologie e per questo può beneficiare di un vantaggio economico che colpisce la competitività degli altri.
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