Mercati in massima allerta: la prossima settimana si preannuncia cruciale con almeno 3 eventi da monitorare. Cosa sta per accadere?
La prossima settimana potrebbe essere nuovamente cruciale per i mercati e i motivi sono almeno tre.
Dal dazi-day di Donald Trump alla lettura di dati chiave per USA ed Europa, le Borse mondiali potrebbero cominciare un altro trimestre all’insegna di turbolenze, incertezze e colpi di scena, sulla scia di quanto accaduto da gennaio a marzo.
Il primo trimestre si conclude lunedì 31 marzo e, secondo gli analisti interpellati da Reuters, per dirla senza mezzi termini, si è trattato di un trimestre “trumpizzato”. Miliardi sono stati spazzati via dalle grandi aziende tecnologiche che hanno dominato i mercati mondiali per anni.
L’oro ha raggiunto un livello record e il dollaro è destinato a un calo trimestrale di quasi il 4%. I titoli azionari europei del settore della difesa sono aumentati, spinti soprattutto da quanto annunciato dagli Stati Uniti su un loro supporto militare non più garantito. I titoli tecnologici cinesi sono balzati in alto.
Il secondo trimestre si preannuncia altrettanto complicato. Trump spiegherà nel dettaglio il suo grande piano tariffario globale. Per gli investitori, la grande domanda è se finirà per innescare una recessione.
Intanto, i mercati dovranno affrontare almeno 3 test per la loro tenuta.
1. I dazi di Trump
Il 2 aprile è già una data clou: è questo, infatti, il termine entro il quale Trump svelerà l’intera serie di politiche commerciali, compresi i dazi.
C’è stata già un’anticipazione della tariffa del 25% sulle automobili importate negli Stati Uniti, che ha aggiunto turbolenza a un ambiente commerciale ampiamente scosso ormai dagli annunci del presidente USA. Secondo gli analisti, infatti, pianificare qualsiasi cosa, da una nuova fabbrica a una vacanza fino alla gestione di un portafoglio di investimenti, è diventato più complesso.
Il timore di un approccio generalizzato ai dazi era stato in qualche modo attenuato negli ultimi giorni da accenni provenienti dalla Casa Bianca secondo cui Trump avrebbe potuto adottare un approccio più mirato, dando una modesta spinta al dollaro e alle azioni di Wall Street.
Tuttavia, la realtà è che gli investitori restano nel dubbio su cosa realmente possa accadere e la prossima settimana, con probabili nuovi annunci di Trump sui dazi e sulle tariffe reciproche, tutto può davvero succedere.
2. Disoccupazione USA
Le preoccupazioni sulla salute dell’economia statunitense saranno messe alla prova dagli ultimi dati mensili sull’occupazione.
Secondo un sondaggio Reuters, il rapporto sulle buste paga non agricole del 4 aprile dovrebbe mostrare un rallentamento della crescita dell’occupazione a marzo, passando da 151.000 a 128.000 a febbraio.
Tuttavia, una crescita di questa portata potrebbe comunque rassicurare gli investitori sul fatto che l’economia non sta scivolando verso una recessione. Allo stato attuale, i future sui fondi federali suggeriscono che i trader introdurranno almeno due tagli dei tassi di interesse entro la fine dell’anno per sostenere l’economia.
Gli investitori stanno anche osservando in che misura gli sforzi compiuti da Elon Musk, alleato di Trump, per tagliare la forza lavoro federale diventeranno evidenti nei dati.
3. Inflazione Eurozona
I dati sull’inflazione nella zona euro di martedì prossimo rappresentano il prossimo ostacolo per i trader che cercano di valutare se la BCE taglierà i tassi ad aprile.
Nell’analisi di Reuters è riportata la fiducia dei mercati nella probabilità pari a circa l’80% di un altro taglio il 17 aprile, portando il tasso chiave della BCE al 2,25%, anche se i responsabili politici sembrano più divisi dei mercati.
I rischi per la crescita del blocco UE incombono con gli occhi puntati sul 2 aprile e sugli annunci di Trump. Intanto, i nuovi dazi sulle auto appena annunciati hanno offuscato ulteriormente le prospettive europee.
Inoltre, i mercati stanno già riflettendo su cosa significheranno per la crescita e l’inflazione la spinta sulla spesa della Germania e la più ampia corsa dell’Europa per rafforzare le proprie difese.
BNP Paribas, ad esempio, si aspetta già che la BCE aumenti i tassi il prossimo anno.
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