Il 4 novembre è festivo? Ecco cosa sappiamo sulla Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate e quali sono le conseguenze in busta paga.
Quest’anno il 4 novembre non è una giornata come le altre.
Il governo, infatti, di recente ha di nuovo istituito la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate, fissandola il 4 novembre per commemorare il giorno in cui si concluse la Prima guerra mondiale nel 1918.
Si tratta di un ritorno rispetto a quanto previsto fino agli anni scorsi, quando il 4 novembre - considerato un’ex festività e come tale trattata in busta paga - veniva già celebrato come “Giorno dell’Unità nazionale e delle Forze Armate”.
Questo cambiamento impone delle riflessioni: le famiglie infatti si chiedono se il 4 novembre diventa festivo, con tutte le conseguenze del caso per quanto riguarda scuole chiuse, lavoro e busta paga, oppure se si tratta perlopiù di un riconoscimento formale del lavoro svolto dalle Forze Armate, come dimostra il loro recente impegno in importanti e strategiche missioni internazionali.
Un chiarimento è quindi necessario: vediamo cosa si festeggia il 4 novembre 2024, se davvero è un giorno festivo o se così come negli anni scorsi continua a essere considerato come una festività soppressa, ed eventualmente quali sono le conseguenze.
Che giorno è il 4 novembre?
Il 4 novembre 1918 avvenne la fine della Prima guerra mondiale. Il 3 novembre infatti venne firmato l’armistizio che stabilì la resa dell’Impero austro-ungarico all’Italia. Un evento che da sempre è considerato come il completamento dell’Unità d’Italia vista l’annessione di Trento e Trieste.
Nel 1922 il 4 novembre venne inserito tra le festività come anniversario della vittoria dell’Italia. Poi, nel 1949, divenne ufficialmente il «Giorno dell’Unità nazionale». Nel 2011 però, anno coincidente con i 150 anni dall’Unità d’Italia, il giorno dell’Unità nazionale venne spostato al 17 marzo, giorno in cui nel 1861 a Torino venne proclamato il Regno d’Italia.
Da quest’anno la giornata dell’Unità nazionale torna ufficialmente al 4 novembre, con l’aggiunta che questa giornata viene espressamente dedicata alle Forze Armate.
Il 4 novembre è un giorno festivo?
Quindi il 4 novembre diventa ufficialmente un nuovo giorno festivo? Chi già pregustava il maxi ponte collegandosi ai festeggiamenti del 1° e 2 novembre resterà deluso perché la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate non sarà ufficialmente un giorno festivo da rosso sul calendario.
Si lavorerà regolarmente, gli uffici pubblici resteranno aperti così come le scuole dove però potranno esserci iniziative collegate ai festeggiamenti di tale giornata. Stesso discorso nel mondo istituzionale.
Si legge infatti nel provvedimento che il 4 novembre “le istituzioni nazionali, regionali e locali e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto dell’ autonomia scolastica, possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica, anche con riferimento alle specificità storiche e territoriali”.
Particolare attenzione sarà data soprattutto agli studenti per sensibilizzarli sul ruolo che le Forze Armate hanno per la collettività in favore della realizzazione della pace, della sicurezza nazionale e internazionale.
Ben vengano le iniziative degli istituti scolastici per far conoscere l’operato delle Forze Armate “nell’ambito del servizio nazionale della protezione civile, per fronteggiare situazioni di pubblica calamità e di straordinaria necessità e urgenza, in ambito umanitario, in caso di conflitti armati e nel corso delle operazioni di mantenimento e ristabilimento della pace e della sicurezza internazionale e negli ambiti di prevenzione e di contrasto della criminalità e del terrorismo nonché di cura e soccorso ai rifugiati e ai profughi”.
Il 4 novembre in busta paga
Nonostante il 4 novembre non sia un giorno festivo, non bisogna comunque pensarlo come una giornata lavorativa come un’altra. Come visto sopra, infatti, inizialmente era considerata come un giorno di festa nazionale, fino a quando è entrata in vigore la legge n. 937 del 1977 con la quale sono state soppresse alcune festività, tra cui questa appunto.
Ma allo stesso tempo è stato stabilito che nelle giornate interessate il lavoratore matura comunque un giorno di permesso di cui godere in caso di necessità, demandando però la regolamentazione alla contrattazione collettiva.
Quindi, il 4 novembre in busta paga dà diritto, in quanto ex festività, generalmente a 8 ore di permessi retribuiti per il lavoratore il cui Ccnl lo preveda e nel caso in cui coincida con un giorno lavorativo. Per gli stessi permessi, qualora non vengano utilizzati dal lavoratore, spetta in busta paga il corrispettivo in denaro.
Ad esempio nel Ccnl Commercio, che è uno dei più applicati, si legge chiaramente che dai lavoratori vengono fruiti: “gruppi di 4 o di 8 ore di permesso individuale retribuito, in sostituzione delle 4 festività abolite dalla legge.”
Il lavoratore che faccia riferimento al Ccnl Commercio avrà diritto, in base a quanto abbiamo visto, nell’anno a 32 ore di permessi retribuiti per ex festività, 8 delle quali proprio in riferimento al 4 novembre.
Quando i permessi diventano un bonus in busta paga
Vediamo a questo punto cosa succede se il lavoratore decide di non fruire di queste ore in più di permessi retribuiti, 8 ore che corrispondono a una giornata lavorativa. A venirci in aiuto ancora una volta è il Ccnl Commercio nel quale si legge:
“I permessi non fruiti entro l’anno di maturazione decadranno e saranno pagati con la retribuzione di fatto, in atto al momento della scadenza, oppure potranno essere fruiti in epoca successiva e comunque non oltre il 30 giugno dell’anno successivo.”
Dunque se scadute perché non fruite nell’anno di maturazione le 8 ore di permesso del 4 novembre, come anche i permessi che fanno riferimento ad altre festività soppresse, verranno pagati con la retribuzione di fatto e solitamente nelle mensilità di dicembre o di gennaio dell’anno successivo.
In alternativa possono comunque essere utilizzati, ma non oltre il 30 giugno dell’anno successivo a quello di scadenza. Anche questa scadenza, avendo preso come riferimento il solo Ccnl Commercio, può variare per i lavoratori di altri settori.
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