Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Finlandia sono vicini all’accordo per ritirarsi dal trattato internazionale.
Svolta storica per i 5 paesi confinanti con la Russia. Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Finlandia stanno infatti per ritirarsi dagli accordi decisi dal trattato di Ottawa sul divieto di uso delle mine antiuomo.
Ad affermarlo il ministro della Difesa lituano Deville Sakalien. «Riteniamo di essere molto vicini a questa soluzione. Stiamo conducendo discussioni molto intense con i nostri partner nella regione, affinché i cinque paesi confinanti con la Russia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia, possano prendere una decisione congiunta e inviare un messaggio strategico comune», ha detto in una conferenza stampa congiunta con il ministro omologo polacco.
Il primo paese ad annunciare il ritiro è stata proprio la Lituania lo scorso 6 marzo. Il giorno dopo la decisione della Lituania, anche la Polonia ha annunciato che si sarebbe ritirata dal trattato. Ora si è vicini ad una svolta comune con tutti i paesi confinanti con la Russia concordi al ritiro.
Il trattato di Ottawa fu firmato nel 2008 da 160 paesi che decisero la messa al bando delle mine proibendo ai paesi firmatari di acquisire, fabbricare, immagazzinare e utilizzare mine antiuomo.
È chiaro che dal 2008 ad oggi i tempi sono cambiati e lo scoppio della guerra in Ucraina ha riacceso i rischi per i confini nazionali. I cinque paesi che confinano con la Russia, preoccupati per la propria sicurezza dopo l’invasione russa dell’Ucraina, hanno iniziato così a valutare il ritiro dall’accordo.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha espresso oggi la sua «profonda preoccupazione» per il quadro europeo in materia di riarmo, in seguito al ritiro della Lituania dal trattato sulla messa al bando delle munizioni a grappolo e alle discussioni in corso in Polonia per il ritiro dal trattato sulle mine antiuomo.
«L’impatto di questi possibili ritiri dai trattati da parte di alcuni Stati avrà conseguenze molto gravi per molti civili, a lungo termine e all’interno di questi stessi Paesi», ha affermato il portavoce Christian Cardon.
Approvato il piano di riarmo europeo
La decisione di ritirarsi dal trattato dei 5 paesi confinanti potrebbe poi invogliare anche altri a farlo. Siamo comunque in un contesto in cui l’Europa sta preparando un piano di riarmo storico. Due giorni fa il Parlamento Europeo ha votato a favore del piano proposto dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen da 800 miliardi di euro con 419 voti a favore, 204 contrati e 46 astenuti.
La risoluzione ribadisce il sostegno incondizionato all’Ucraina e l’aumento degli investimenti per la Difesa. È previsto un incentivo per tutti i Paesi dell’Unione ad aumentare gli investimenti e a raggiungere almeno il 2% in rapporto al PIL come previsto anche dalle clausole della NATO.
Con l’attivazione della clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità, gli Stati Ue potranno sforare del 3% il rapporto tra deficit e PIL nazionale senza rischiare sanzioni, a patto che lo facciano per investire nella Difesa.
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