5G fa male alla salute?

Giulia Adonopoulos

08/08/2019

Il 5G è pericoloso per la nostra salute: mero allarmismo o concreta possibilità? L’Istituto Superiore della Sanità ha dato il responso. Ecco cosa dicono gli esperti.

Il 5G è ormai realtà anche in Italia, dove è in fase di sperimentazione in diverse città. La costruzione delle nuove reti cellulari ha riportato a galla le preoccupazioni di gruppi e associazioni anti-5G relative alla pericolosità delle loro radiazioni. Ma su cosa si fondano le loro teorie? Il 5G fa male alla salute?

In Italia, come in tanti altri paesi, i timori e gli studi sugli effetti negativi del 5G sono arrivati anche al tavolo della politica, e in molti casi si è arrivati a chiedere ai governi la sospensione del 5G. Per fare gli esempi più eclatanti, il sindaco di Scanzano Jonico si è rifiutato di installare antenne 5G sul suolo cittadino, e il Codacons ha presentato un esposto a 104 procure della Repubblica per chiedere l’apertura di indagini al fine di accertare l’assenza di rischi per la salute. Ma non solo, l’associazione dei consumatori ha anche inviato una lettera a migliaia di comuni italiani scoraggiando l’installazione di antenne 5G, come principio di precauzione.

Mentre il mondo sperimenta e implementa questa tecnologia, che rivoluzionerà il nostro modo di connetterci a internet e di usare i servizi della rete e i dispositivi mobile, gli esperti si stanno occupando anche di capire se è davvero pericolosa per la nostra salute e in che misura, o se non corriamo alcun rischio.

Per fare chiarezza sulla questione abbiamo deciso di raccogliere tutte le informazioni utili e gli studi in merito ai rischi del 5G per la salute. Ecco le cose da sapere.

Per saperne di più potete leggere anche Wi-Fi, 3G, 4G, 5G: radiazioni pericolose sì o no? Facciamo chiarezza

5G e tumori: cosa dice l’Istituto Superiore di Sanità

Dopo mesi di discussioni, l’Istituto Superiore di Sanità si è espresso sui rischi del 5G per la salute umana pubblicando un report dal titolo Radiazioni a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche (disponibile qui).

Secondo l’ISS non ci sono correlazioni dirette tra tumori e uso delle tecnologie mobile, neppure 5G. Si precisa che “Per quanto riguarda le future reti 5G al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di RF associati allo sviluppo dell’Internet delle Cose (IOT); le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente (beam-forming) comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti”.

I rischi per la salute sarebbero legati alla produzione di calore delle onde radio nei tessuti del corpo umano dovuto alla penetrazione delle stesse attraverso la pelle e alla vibrazione delle molecole elettricamente cariche. Ma il 5G, che ha onde molto più piccole, prevede l’installazione di un maggior numero di impianti radio, e quindi si ha una potenza di trasmissione molto più bassa (e meno nociva per la nostra salute).

Inoltre, in precedenti studi in cui sono stati messi a confronto utilizzatori di smartphone e non utilizzatori, non è emersa una correlazione diretta tra incidenza di tumori al cervello e uso di dispositivi mobile. Al momento quindi l’ISS conferma che non vi sono prove scientifiche valide da bollare il 5G come nocivo per l’uomo.

La pubblicazione non è piaciuta al Codacons, che non solo ha bocciato l’indagine - bollandola come inattendibile e pericolosa per l’incolumità dei cittadini - , ma ha anche chiesto un intervento del Ministro della salute Giulia Grillo affinché verifichi eventuali legami tra la ricerca dell’Istituto e la campagna pro 5G avviata in Italia.

Secondo l’associazione, infatti, l’ISS fa gli interessi delle multinazionali del 5G e le sue conclusioni vengono smentite da tutti gli studi effettuati finora sulla pericolosità dei telefoni cellulari sulla nostra salute. “Dallo Iarc all’Oms, passando per i recenti studi condotti dal National Toxicology Program degli Stati Uniti (NTP) e dall’Istituto Ramazzini, tutti gli enti di ricerca affermano senza ombra di dubbio come l’esposizione alle onde elettromagnetiche prodotte dai telefonini sia potenzialmente cancerogena. La posizione dell’Iss è quindi del tutto isolata in ambito scientifico e internazionale e non può ritenersi in nessun caso valida e attendibile”, afferma il Codacons.

Perché il 5G sarebbe pericoloso?

Il 5G, rispetto alle reti delle precedenti generazioni, usa le nuove frequenze a onde millimetriche. Per abilitare i servizi dell’Internet of Things e permetterci, ad esempio, di scaricare video in altissima qualità e a velocità ultraelevata, le nuove frequenze devono infatti creare delle celle molto piccole e più numerose nelle nostre città.

Il problema, secondo chi sostiene la pericolosità del 5G per la salute, sarebbe proprio la frequenza delle onde elettromagnetiche impiegate dalla rete di 5^ generazione, che è più elevata rispetto alle reti 2G, 3G e 4G, corrispondenti a lunghezze d’onda dell’ordine del millimetro o poco meno.

Trasportando più energia, quindi, la rete 5G causerebbe effetti negativi sull’uomo. Ma non è finita qui. Si teme anche che l’enorme numero di micro-antenne necessarie per far sì che le onde del 5G (che hanno una minore capacità di penetrare attraverso l’aria, la vegetazione e le pareti) arrivino ai nostri dispositivi, ci porti a vivere a stretto contatto con le radiazioni.

Queste reti potrebbero influire sulla nostra qualità del sonno o danneggiare la fauna selvatica. Analogamente gli scettici sostengono che l’introduzione di segnali a onde millimetriche possa rendere le persone sterili o esporle maggiormente ai tumori.

Altri ritengono che il 5G possa farci male a causa della cosiddetta elettrosensibilità o “allergia al wi-fi”, e agli effetti non termici delle radiazioni non ionizzanti.

Perché non dovremmo allarmarci

Come abbiamo detto, le frequenze del 5G hanno scarsa capacità di penetrazione. Ciò vale anche per i tessuti biologici: anche se vicine a noi, non riuscirebbero a penetrare gli strati più superficiali della pelle.

Tutte le onde elettromagnetiche utilizzate nelle reti delle telecomunicazioni hanno frequenze troppo basse per poter avere effetti ionizzanti sul corpo umano. L’unico effetto che potrebbero provocare è il riscaldamento.

Certo, c’è chi dice che anche gli effetti non termici e non di ionizzazione possono indurre patologie e disturbi. Ma ad oggi non ci sono studi scientifici così forti a sostegno e prova di questa tesi.

Gli studi sul 5G

Due recenti studi che rivelano la possibile pericolosità del 5G per la salute sono quello dell’Istituto Ramazzini e quello dell’americano Nation Toxicology Program. Gli esperimenti effettuati sui topi hanno dimostrato che l’esposizione dei ratti alle onde elettromagnetiche su frequenze usate da 2G e 3G aumenterebbe il rischio di tumore.

Gli studiosi chiariscono che gli stessi risultati non possono essere trasposti sugli esseri umani anche perché le potenze assorbite dai topi sono state maggiori rispetto all’uso di un cellulare.

Ma come riporta il New York Times in un articolo intitolato “Il pericolo per la salute che non è il 5G”, le teorie tanto suggestive quanto ambigue sul pericolo delle tecnologie e delle alte frequenze sulla salute umana risalgono alla fine degli anni 70. Ma è stato un report del 2000, diffuso nell’ambiente scolastico USA, a influenzare molto i nemici delle reti 3G, 4G e 5G.

All’epoca, in alcune scuole della Florida, si stava prendendo in considerazione l’acquisto di laptop e reti wireless per le lezioni in classe. C’erano rischi per la salute di cui preoccuparsi? Un consulente e fisico, Bill P.Curry, fu chiamato a chiarire la questione. La tecnologia, riferì, è un probabile grave pericolo per la salute, e per dimostrarlo ha realizzato un grande grafico dal titolo “Assorbimento a microonde nel tessuto cerebrale”. Il grafico mostrava la dose di radiazioni ricevute dal cervello in aumento con l’aumentare della frequenza del segnale wireless. All’inizio la pendenza era lieve, ma quando la linea raggiunge le frequenze wireless associate alla rete del computer schizza, indicando un livello pericoloso di esposizione. Il suo report descriveva nel dettaglio come le onde radio potessero provocare il cancro al cervello.

Nel corso degli anni la relazione di Curry ha avuto un’ampia diffusione mentre le città si riempivano di torri cellulari, reti wireless e smartphone. Secondo gli esperti, però, le onde radio diventano più sicure a frequenza più elevate, non più pericolose (energie ad altissima frequenza come i raggi X si comportano in modo diverso e rappresentano un rischio per la salute).

Inoltre la sua ricerca non è riuscita a riconoscere l’effetto protettivo della pelle umana, che funge da barriera a frequenza radio più elevate, proteggendo quindi gli organi interni, cervello incluso, dall’esposizione. Christopher M. Collins, prof. di radiologia alla New York University che studia l’effetto delle onde elettromagnetiche ad alta frequenza sull’uomo, ha spiegato che le onde non penetrano e che il grafico del dott. Curry non ha tenuto conto dell’effetto di schermatura. Anche il prof. Ziskin della Temple University School of Medicine concorda, affermando che molti esperimenti rivelano la sicurezza delle onde ad alta frequenza. Nonostante le dichiarazioni dell’establishment medico, gli studi di Curry hanno avuto una’ampia circolazione sul web, ripresi da siti allarmisti per collegare l’uso dello smartphone al cancro al cervello o ad altre serie malattie.

Non ci sono prove scientifiche valide

È bene sottolineare che la comunità scientifica non ha ancora dato una risposta chiara e condivisa sui possibili pericoli del 5G, anche se in generale esclude scenari apocalittici e allarmanti. Infatti, nonostante siano stati portati avanti studi, ricerche e argomentazioni, ad oggi non possiamo dire di avere prove, indizi o pubblicazioni internazionali ufficiali degni di nota che per affermare che il 5G è un pericolo per la salute.

Bisogna inoltre riconoscere che malgrado le preoccupazioni, le azioni legali e le pressioni crescenti in molti Paesi, finora non c’è stata una massa critica di opposizione capace di fermare lo sviluppo e l’introduzione delle reti 5G.

L’Istituto superiore della sanità (Iss) ha chiarito che le nuove antenne 5G hanno delle caratteristiche che allo stato attuale le rendono un “pericolo per la salute ancora più remoto rispetto alle attuali tecnologie”.

L’Iss ha ricordato che attualmente non ci sono linee guida internazionali e ufficiali che evidenzino rischi certi collegati alle antenne cellulari, poiché le potenze utilizzate nella realtà non sono paragonabili a quelle usate in laboratorio sui topi oggetto degli studi.

Anche l’Icnirp (Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti), organismo riconosciuto dall’OMS, si è espressa al riguardo. In particolare ha descritto come poco significativi i due studi citati poc’anzi, visto che essi non riguardano esplicitamente le frequenze 5G, ma si occupano solo di valutare i possibili rischi dovuti all’esposizione prolungata ai campi elettromagnetici.

Negli Stati Uniti la FCC ha affermato che attualmente nessuna prova scientifica stabilisce un nesso causale tra l’uso di dispositivi wireless e il cancro o altre malattie, né stabilisce misure valide e necessarie per ridurre l’esposizione alle onde emesse dai telefoni cellulari.

Per concludere, quindi, diciamo che oggi non possiamo fornire una risposta migliore di un’altra alla domanda “il 5G è sicuro?”, e probabilmente il dibattito è destinato a durare anni, almeno fino a che l’attenzione non si sposterà sul 6G.

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