I 70 autobus usati che ATAC aveva preso in noleggio provenienti da Israele, non sono utilizzabili perché Euro 5. L’azienda capitolina ha rescisso il contratto con il fornitore.
I bus ATAC presi a noleggio dall’azienda dei trasporti di Roma e provenienti da Israele sono inutlizzabili e - quindi - il contratto è stato rescisso. Il motivo è semplice: sono mezzi usati di circa 10 anni e omologati come Euro 5 e non Euro 6 come richiedono le norme in materia di immatricolazione di autoveicoli usati di provenienza estera.
Ne avevamo già parlato ma oggi è arrivata la notizia - diffusa dall’agenzia Dire - della rescissione del contratto che ATAC aveva sottoscritto insieme al fornitore, che avrebbe dovuto occuparsi della fornitura dei bus, del trasporto da Israele in Italia e della messa in servizio, inclusa dunqua la immatricolazione. L’azienda del trasporto pubblico romano aveva già versato ai fornitori un anticipo pari al 16% dei 4.375.000 totali.
Il problema era emerso già nei mesi scorsi, denunciato dalla consigliera capitolina PD Ilaria Piccolo, denuncia che aveva trovato conferma nel provvedimento n° 28 del Direttore Generale di ATAC (datato 21 febbraio 2019). A pagina 6 del documento viene riportata la tabella riepilogativa delle offerte ricevute e i dettagli dei mezzi. Quelli proposti da Basco Srl (aggiudicatario del bando) sono indicati come Euro 5. Inoltre, il documento dice che “sono stati conseguentemente effettuati, a cura dei tecnici ATAC, degli specifici sopralluoghi al fine di verificare l’idoneità tecnica e lo stato di conservazione di tali veicoli rispetto al servizio richiesto”.
Dunque ATAC sapeva che non avrebbe utilizzare i 70 bus presi a noleggio - alcuni dei quali già arrivati in Italia - e per i quali (secondi rumors aziendali) ha già versato un anticipo ai fornitori. Il noleggio dei bus è stato deciso come soluzione tampone in attesa dei 227 nuovi mezzi, acquistati attraverso il bando Consip.
La denuncia della cosigliera Ilaria Piccolo (PD)
“Apprendiamo che Atac ha deciso di rescindere il contratto. L’unica soluzione imbastita doveva consistere nell’omologazione in Germania e poi il cambio targa in Italia, operazione dal costo elevato (circa 6mila euro a bus per un totale stimato di 420mila euro, ndr) e dal risultato incerto”, ha denunciato all’agenzia Dire la consigliera del Pd in Campidoglio, Ilaria Piccolo, interpellata a margine di un’iniziativa.
La rescissione, ha spiegato la consigliera, “oltre al mancato arrivo dei bus potrebbe comportare altri possibili danni ad Atac, come il pagamento di una penale”.
Ora, ha annunciato Piccolo, “depositeremo un’interrogazione urgente alla sindaca e all’assessore competente e chiederemo un accesso agli atti ad Atac sulla rescissione per capire chi pagherà gli eventuali danni. Inoltre chiederemo una convocazione della commissione Trasparenza per venire a capo di una questione che ha dell’incredibile e per capire se l’impreparazione dell’amministrazione grillina è l’unica causa di questo assurdo disastro”.
Questo, ha sottolineato l’esponente PD “soprattutto alla luce dell’attuale situazione del tpl romano che che vede una segnalazione di guasti per 700 bus al giorno mentre ancora non sappiamo nulla dei 227 nuovi mezzi che dovrebbero arrivare, di cui 60 sono fermi a Bologna a causa della lentezza e incompetenza dell’amministrazione a 5 Stelle”.
La storia dei bus ATAC ex israeliani
Perché i bus ATAC presi in noleggio dalla giunta di Virginia Raggi sono inutilizzabili? Per rispondere bisogna ricostruire la storia dei 70 autobus in questione e vedere cosa prevedono le regolo in fatto di importazione di veicoli usati e la relativa rispondenza alle normative antinquinamento.
Come detto, gli autobus hanno già una decina di anni di vita operativa alle spalle, perlopiù in servizio sulle strade della capitale israeliana Tel Aviv. La giunta Raggi ha deciso di prenderle in noleggio attraverso un contratto di renting che prevede un canone annuo di circa 62.500 euro a mezzo (trasporto, immatricolazione e manutenzione inclusi) - per un totale di 4.375.000 - in attesa degli autobus nuovi acquistati tramite Consip.
Il bando era stato pubblicato il 31 ottobre 2018 per la “fornitura in regime di noleggio di autobus urbani da 12 metri, da destinare al servizio di TPL”. Ad aggiudicarsi la gara di fornitura è stata la Basco S.r.l. in raggruppamento temporaneo d’impresa con Pagliani Service S.r.l..
L’esito della procedura negoziata è stato reso noto il 21 febbraio 2019, e prevede tre lotti da consegnare nelle seguenti modalità:
- i primi 40 bus entro il 15 marzo 2019;
- altri 15 entro il 31 marzo 2019;
- e gli ultimi 15 entro il 10 aprile 2019.
Inutile dire che neppure uno dei bus è stato consegnato, anzi - un servizio della trasmissione “Quarta Repubblica” ne mostrava 17 fermi in un deposito alla periferia est di Roma. Alcuni hanno già le scritte ATAC, altri invece appaio con danni più o meno evidenti sulla carrozzeria e sulle guarnizioni delle porte di accesso.
Il fornitore ha tentato una soluzione in extremis: immatricolare i bus in Germania - che ha un anormativa più permissiva - e poi importarli in Italia. Un escamotage che ne avrebbe permesso effettivamente l’immatricolazione nel nostro paese, ma molto costoso: circa 6mila euro a bus per un totale stimato di 420mila euro.
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