Pugno di ferro verso chi aggredisce e minaccia il personale medico-sanitario in corsia: lo prevede una nuova legge approvata in Parlamento. Ecco le misure in arrivo.
Camera e Senato hanno approvato il ddl sicurezza per professioni sanitarie, una legge grazie alla quale medici, infermieri ed Oss, spesso vittime di minacce e aggressioni, saranno tutelati dagli episodi violenti in corsia.
Al centro del provvedimento c’è la modifica del Codice penale e di altre disposizioni per il contrasto delle aggressioni nei confronti del personale medico e di quello impegnato nei servizi sociali, in particolare l’inasprimento delle sanzioni: nelle ipotesi più gravi fino a 16 anni di carcere.
Inoltre si vuole istituire presso il Ministero della Salute un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari adibito al monitoraggio degli episodi violenti e all’attuazione delle misure preventive e repressive dei comportamenti illegittimi.
Violenza e aggressioni contro il personale medico, cosa prevede la nuova legge
Il ddl sicurezza rivolto al personale medico-sanitario era rimasto impantanato in Parlamento dove si era bloccato lo scorso anno nonostante l’approvazione in Senato.
Ma adesso le cose sono cambiate: il testo è diventato legge e a breve entrerà in vigore, complice l’emergenza sanitaria che ha visto medici e infermieri impegnati in prima linea contro il coronavirus.
La novità principale della legge in questione è l’inasprimento delle sanzioni penali e civili nei confronti di chi adotta comportamenti violenti o intimidatori ai danni del personale sanitario:
“Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di incaricati di pubblico servizio presso strutture sanitarie socio-sanitarie pubbliche o private è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 a euro 5.000.”
Inoltre chi aggredisce il personale sanitario rischia fino a 10 anni di carcere se dal fatto derivano lesioni gravi e fino a 16 anni per lesioni gravissime.
“Le stesse pene si applicano in caso di lesioni personali gravi o gravissime cagionate a personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio delle sue funzioni o a causa di esse nonché a incaricati di pubblico servizio nello svolgimento di attività di cura, di assistenza sanitaria e di soccorso”.
Non solo, le aggressioni contro il personale sanitario diventano procedibili d’ufficio (e non più a querela della persona offesa) ovvero sempre perseguibili dalla legge, a prescindere dal momento in cui il fatto è avvenuto e anche senza la volontà della persona aggredita.
La struttura sanitaria è parte civile nel processo
Oltre all’inasprimento delle pene, nel testo spunta l’obbligo per le aziende sanitarie, le pubbliche amministrazioni e le strutture socio-sanitarie di costituirsi come parte civile nei processi per aggressione nei confronti di medici e infermieri nell’esercizio delle funzioni.
Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari, a cosa serve
Altra novità è l’istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari presso il Ministero della Salute, ovvero un centro adibito al monitoraggio degli episodi violenti e all’attuazione delle misure preventive e di repressione del fenomeno. Per essere più precisi, l’Osservatorio avrà le funzioni seguenti:
- monitorare l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro;
- promuovere l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza;
- promuovere corsi di formazione per il personale medico e sanitario finalizzati alla prevenzione e alla gestione delle situazioni di conflitto nonché a migliorare la qualità della comunicazione con gli utenti/pazienti.
Scopo principale della legge contro le aggressioni è sensibilizzare i cittadini al rispetto del personale sanitario, non solo durante l’emergenza ma anche quando l’epidemia sarà un triste ricordo.
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