L’alga tossica è tornata su alcune coste pugliesi. Ecco quali sono i sintomi e i rischi per la salute, le zone colpite e come riconoscerla e prevenire il contagio.
I sintomi e i rischi dell’Ostreopsis Ovata, la celebre alga tossica, sono ormai noti e sapere come riconoscerla (individuandone i sintomi) è davvero importante a seguito del suo ritorno sulle coste pugliesi e del Sud Italia (ancora una volta nel bollino rosso delle zona colpite).
Puglia, con le coste baresi, e Sicilia risultano quest’anno ancora colpite da questo organismo, che rischia di rovinare le vacanze al mare di tanti italiani. Si tratta di una microalga marina tipica dei climi tropicali ma che ha fatto la sua comparsa in Italia già da diversi anni, con la prima segnalazione nel 1998 in Toscana. I territori che sono stati più colpiti da questa specie negli anni sono principalmente le coste pugliesi e liguri, anche se ci sono stati casi in altre regioni italiane, come la Sardegna e le Sicilia.
L’allarme alga tossica su alcune delle spiagge più gettonate del Belpaese ha messo in apprensione i vacanzieri e tutti coloro che si apprestano ad andare in ferie. È davvero rischioso? Che pericoli si corrono? Quali sono i sintomi del contatto con l’alga tossica? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Alga tossica: le zone colpite
Il sito dell’Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ha evidenziato per regione le varie zona a rischio per la presenza dell’alga tossica.
Nella seconda metà di luglio è scattato il bollino rosso in Puglia per San Giorgio, con 784 mila cellule a litro e 64 mila a colonna d’acqua rilevate, a cui fa seguito Porto Bradisco a Lecce e Torre Colimena a Taranto.
Escluse alcune delle mete turistiche pugliesi più amate dagli italiani, come la zona del Gargano e del Salento.
Anche in Sicilia è stata rivelata la presenza dell’alga Tossica, che stando agli ultimi comunicati si concentra nelle zone di Tonnara Bordonaro, nel quartiere Vergine Maria di Palermo.
A questo link la pagina di riferimento dell’Arpa per la regione Puglia, mentre qui trovate quella per la regione Sicilia (con tanto di mappe interattive).
Alga tossica: sintomi e rischi per la salute
L’alga può causare intossicazione durante la fioritura, non tramite ingestione o contatto come si potrebbe pensare, ma attraverso l’inalazione di quello che viene definito aerosol marino, cioè di microparticelle acquose in sospensione che contengono la Ostreopsis Ovata.
Questa esposizione porta ad alcuni sintomi tipici, tra cui irritazione delle mucose respiratorie e congiuntivali, raffreddore, difficoltà respiratorie, tosse e febbre, spesso simili alla sindrome influenzale.
L’esposizione può avvenire anche senza entrare in acqua, soprattutto nelle giornate ventose di mare mosso, quando le particelle d’acqua arrivano anche molto lontano dalla riva.
Un altro modo in cui questa specie può causare danni alla salute umana è tramite ingestione di organismi marini, principalmente ricci e molluschi muniti di conchiglia presenti vicino alla riva che con il tempo accumulano la tossina in grandi quantità. L’ingerimento può causare un’intossicazione alimentare a poche ore di distanza, anche se c’è una preventiva cottura o un congelamento.
Come riconoscer l’alga tossica
La Ostreopsis Ovata non è visibile ad occhio nudo, misurando solo dai 30 ai 70 micrometri. Si deposita sul fondo provocando nel lungo periodo la morte degli altri organismi marini per mancanza di ossigeno.
L’alga lascia alcuni segni visibili che comprendono schiuma e materiale gelatinoso in superficie e un’ombra scura, simile a una pellicola, che riveste il fondale.
Alga tossica: cosa fare per difendersi e prevenzione
È importante lasciare la spiaggia o il litorale nel caso in cui si avvertissero sintomi di affaticamento nella respirazione, lacrimazione o altri disturbi in zone dove potrebbe essere presente l’alga. La raccomandazione è valida soprattutto per le persone già affette da altri tipi di disturbi respiratori, come per esempio l’asma.
Il malessere può essere attenuato già allontanandosi dal luogo interessato e anche nel caso perdurasse sparisce mediamente nel giro di uno o due giorni.
Sarebbe meglio limitare il consumo di organismi come ricci e molluschi a conchiglia, che brucando sulle alghe potrebbero aver accumulato la tossina. Ancora più importante non catturare molluschi di mare destinati al consumo personale.
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