L’anticipo pensionistico volontario può essere cumulato con l’Ape Sociale e con gli altri ammortizzatori sociali, così da incrementare l’assegno percepito. Ecco chi potrà beneficiare del cumulo e quando conviene farlo.
Chi l’ha detto che bisogna chi vuole andare in pensione in anticipo debba per forza scegliere tra l’Ape Sociale e l’Ape Volontario? I due strumenti per l’anticipo pensionistico - come precisato dalla circolare 28 pubblicata dall’INPS pubblicata lo scorso 18 febbraio - sono cumulabili tra di loro.
L’Ape Volontario, quindi, può essere richiesto anche da chi beneficia dell’Ape Sociale, così da integrare l’assegno pensionistico (anticipato tramite un prestito da parte di un istituto di credito) che viene percepito prima del raggiungimento dell’età pensionabile.
Inoltre, l’INPS con la suddetta circolare ha sottolineato che anche altri ammortizzatori sociali - come ad esempio la NASpI - sono cumulabili con il prestito pensionistico volontario (non con quello sociale).
Ma torniamo a parlare della possibilità del cumulo tra Ape Volontario e Ape Sociale; perché il futuro pensionato dovrebbe approfittarne? Come anticipato questo permette a chi vuole richiedere l’anticipo pensionistico - e presenta i requisiti sia per l’Ape Volontario che per quella Sociale - di incrementare l’assegno percepito.
Combinando perfettamente questi due strumenti, infatti, si può ottimizzare il reddito disponibile prima dell’accesso alla pensione così come quello del futuro assegno pensionistico.
Prima di fare chiarezza su quando cumulare i due strumenti conviene, vediamo chi può beneficiare dell’Ape Volontario e dell’Ape Sociale contemporaneamente.
Quando Ape Sociale e Ape Volontario sono cumulabili?
Come specificato dall’INPS cumulare Ape Volontarie a Sociale è sempre possibile e non solo per la parte eccedente a quella erogata dal sussidio statale, ma per l’intero assegno.
Naturalmente chi lo fa deve essere in possesso di tutti i requisiti necessari per richiedere entrambi gli anticipi pensionistici, quali:
- Ape Volontario: 63 anni di età, 20 anni di contributi e non devono essere a più di 3 anni e 7 mesi dal raggiungimento della pensione di vecchiaia. Inoltre, per richiedere questo strumento è necessario che l’importo futuro della pensione non sia inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS, ossia 702,65€ al mese;
- Ape Sociale: aver maturato 30 anni di contributi e appartenere ad una categoria tra disoccupati che da 3 mesi hanno smesso di percepire la NASpI, caregivers, invalidi per almeno il 74%, lavoratori gravosi.
Chi rientra in entrambe le categorie di beneficiari, quindi, potrà richiedere sia l’Ape Sociale che quello Volontario, così da incrementare l’assegno mensile e ottimizzare l’utilizzo di questi due strumenti.
Perché conviene?
Come noto l’importo dell’assegno mensile riconosciuto a chi beneficia dell’Ape Sociale è pari a quello della rata mensile della futura pensione e non può mai superare i 1.500€ lordi (circa 1.350).
Con l’Ape Volontario, invece, si può chiedere un minimo di 150 euro al mese, fino ad un massimo del 75% e 90% della pensione netta maturata al momento della richiesta (la percentuale varia in base alla durata dell’anticipo).
Quindi cumulando questi due strumenti si possono superare le suddette soglie arrivando a percepire un assegno di 2.000€ o anche di più.
Naturalmente per capire qual è la formula migliore bisogna analizzare per bene il proprio caso; ad esempio, chi beneficia dell’intero importo dell’Ape Sociale non avrà interesse a richiedere la misura massima di quello Volontario.
È bene precisare comunque che il cumulo dei due anticipi pensionistici non è obbligatorio, ma facoltativo; ad esempio l’interessato può accontentarsi di quanto percepito con l’anticipo dell’Ape Sociale, il quale a differenza di quello Volontario non avrà ripercussione alcuna sul futuro assegno pensionistico.
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