Che fine ha fatto l’app Immuni: l’uscita dell’app per il tracciamento dei contagi sembra essere sparita dall’agenda della Fase 2. Ecco a che punto siamo con sviluppo e funzioni.
Che fine ha fatto l’App Immuni e quando uscirà? L’app per il tracciamento dei contagi sembra essere scomparsa dall’agenda della Fase 2 e sul suo debutto ufficiale vige un alone di mistero che si accompagna a informazioni generiche e, ancora, molto blande.
L’uscita di Immuni sembrava essere imminente: annunciata come lo strumento quasi fondamentale per prevenire i contagi nella Fase 2 e poi quasi del tutto sparita dalla tabella di marcia degli interventi attuativi di questa seconda fase di convivenza con il coronavirus, tanto che le informazioni in merito si perdono e restare aggiornati su uno strumento che tanto ha fatto discutere non è semplice.
Quando uscirà l’app Immuni: le ipotesi che la davano per fine maggio sembrano diventare sempre più labili e dall’ultima conferenza stampa di Conte non si è avuto nemmeno un cenno sull’arrivo dell’applicazione (anche se il punto focale era la presentazione del nuovo Decreto Rilancio). Proviamo a capire che fine ha fatto Immuni e a che punto siamo.
Che fine ha fatto l’app Immuni: dubbi e rallentamenti nello sviluppo
In principio l’app Immuni era stata annunciata per inizio maggio, salvo poi l’arrivo della precisazione del commissario straordinario per l’emergenza sanitaria Domenico Arcuri che ha confermato che l’applicazione per il tracciamento dei contagi arriverà “a cavallo della fine del mese”.
Lo sviluppo dell’app sta però procedendo a rilento: molti gli aspetti burocratici e gli approfondimenti tecnici che stanno mettendo un freno all’uscita dell’app, dettagli e risvolti forse presi sottogamba durante il primo annuncio.
Tantssime le domande su come funzionerà l’app e come si renderà davvero utile nella prevenzione dei contagi: le specifiche funzioni di Immuni poi sono ancora al centro di un’attenta valutazione che sembra compromettere lo sviluppo dell’app da parte di Bending Spoons.
Insomma, il governo non sembra avere le idee molto chiare sull’app Immuni, con la delicata questione privacy nel mirino delle polemiche e della diffidenza degli utenti.
Diffidenza che potrebbe diventare un elemento fondamentale sulla riuscita o meno di un progetto tanto importante: non fidarsi dell’app per il tracciamento dei contagi potrebbe portare gli utenti a non installarla sui propri smartphone, impedendo il raggiungimento di quel quorum fissato (stando alle ultime informazioni) al 60% dei dispositivi in Italia, necessario per rendere veramente efficace una soluzione come Immuni.
Per garantire una corretta gestione dei dati sono stati coinvolti anche Sogei e PagoPa, società pubbliche che dovrebbero rendere più sicura l’app e mantenere la gestione dell’enorme mole di dati internamente ai confini dello Stato (non dimentichiamoci infatti che Immuni punterà alla gestione dei dati sanitari dei cittadini italiani).
Che fine ha fatto Immuni: quando uscirà l’app
Le dichiarazioni di Arcuri, come abbiamo riportato, rimandano a un generico fine del mese di maggio ma gli aggiornamenti disponibili fanno pensare a un arrivo sui principali store non prima di giugno.
Dopo le linee guida di Apple e Google, che andranno a modificare iOS 13 e Android guardando al contact tracing, l’app Immuni si è un po’ persa per strada.
Bending Spoons è costretta a operare uno sviluppo rallentato in attesa delle informazioni e indicazioni più chiare e precise da parte del governo: se quest’ultimo non indica punto per punto quali funzionalità devono essere sviluppate all’interno dell’app procedere con la realizzazione della stessa è praticamente impossibile.
L’Istituto Superiore di Sanità è abbastanza chiaro riguardo l’argomento Immuni: l’applicazione dovrà essere sostenuta da una struttura sanitaria in grado di poter applicare molti test diagnostici all’interno della popolazione, con lo scopo di rilevare positivi e negativi e rendere quindi l’app più efficace nel tracciare i contagi.
Quanto visto in Corea del Sud, dove il sistema ha preso piede in modo efficace e strutturato, dimostra l’impossibilità di fornire uno strumento del genere alla popolazione senza una forte ed elaborata maglia operativa. Le questioni in merito al funzionamento di Immuni sono ancora fin troppo labili, come la scelta a discrezione dell’utente di segnalare se si è risultati positivi al COVID-19 fino ai rumor che vedrebbero la possibilità di disattivare il contact tracing a piacimento (come visto dalle prime anteprime di Apple e Google) rendendo di fatto falsati i dati.
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