Aprire partita IVA: i costi per il regime ordinario e forfettario

Francesco Oliva

19 Luglio 2016 - 11:13

Quanto costa aprire una partita IVA in regime ordinario o in regime forfettario 2016? Ecco tutte le informazioni.

Aprire partita IVA: i costi per il regime ordinario e forfettario

Ecco come aprire una partita iva e i costi dell’apertura nel dettaglio.
Aprire una partita Iva comporta costi fissi significativi che vanno calcolati a priori, prima di procedere con tutte le pratiche. Se si sta pensando di intraprendere un’attività in proprio è bene capire che per calcolare i costi bisogna includere nell’ammontare totale anche un costo di manutenzione che si protrae nel tempo.

Ecco un utile vademecum sui costi da sostenere per aprire e gestire una partita IVA sia nel regime ordinario che nel regime forfettario.

Come aprire una partita IVA in regime ordinario nel 2016
La prima cosa da fare per aprire una partita IVA cosiddetta “normale”, ma sarebbe più corretto dire ordinaria, nel 2016 è compilare il modello di apertura AA9/11.

Il modello serve per dichiarare un inizio attività, una cessazione di attività, una variazione dei dati o una cessazione attività ai fini IVA (Partita Iva).

Il modello richiede la compilazione con i consueti dati anagrafici classici (attenzione ad inserire il domicilio fiscale, oltre al codice fiscale).

Inoltre si dovrà poi scaricare, stampare e compilare il file pdf predisposto oppure utilizzare il software dal download gratuito per poi inviarlo in forma telematica all’agenzia delle entrate. Questa procedura viene denominata Comunicazione Unica ed è vigente dal 01/04/2010.

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Aprire una partita IVA: i costi
I costi per l’apertura di una partita iva nel 2016 sono da considerarsi in crescita specialmente se si valuta il calo del potere di acquisto sempre crescente in questi ultimi mesi.

Ai costi per l’avviamento dell’attività (acquisizione licenze, permessi vari, acquisto dei locali e/o dell’attrezzatura, stipendi, tassazione, fondi d’ammortamento, avviamento attività, bollette, materie prime ecc.) occorre sommare i veri e propri costi per aprire una partita IVA, a livello di tassazione obbligatoria.

L’apertura in sé non ha un costo, a meno che non si decida di affidarsi ad un commercialista, esperto contabile o consulente fiscale in genere il cui onorario per l’apertura di una partita IVA può variare da poche centinaia di euro ad un massimo di 700/800 euro. L’alternativa, senza dubbio più economica, è quella di appoggiarsi ad un CAF.

In ogni caso può essere utile scegliere un consulente che con le sue competenze può aiutarci significativamente in merito. Per esempio, può indicarci il codice ateco più corretto da inserire nella compilazione del modulo. Il codice ateco serve per identificare la tipologia della nostra attività ed è molto importante anche in prospettiva, soprattutto nel caso in cui si debba partecipare ad un bando pubblico finalizzato, per esempio, all’ottenimento di un’agevolazione finanziaria.

Mantenere una partita IVA: i costi

Concetto diverso è quello relativo i costi di mantenimento, il possesso di una partita IVA infatti prevede un inerente, ovvio ed inevitabile obbligo al pagamento di tasse e contributi.

Questi oneri sono essenzialmente divisibili in:

  • Costi per il tributo alla Camera di Commercio. Ogni azienda che è iscritta al registro delle imprese è vincolata al pagamento del cosiddetto diritto camerale; tale circostanza non riguarda i contribuenti titolari di partita IVA per lo svolgimento di attività professionali e tecniche (consulenti vari) che non sono soggetti ad iscrizione al registro imprese ed in Camera di Commercio;
  • Costi per tassazione Irpef;
  • Costi per oneri previdenziali ovvero gestione separata INPS o cassa professionale di riferimento;
  • Costi per tassazione Irap - Imposta Regionale sulle Attività Produttive;

Poi c’è anche l’IVA; l’Imposta sul Valore Aggiunto è un’imposta che viene calcolata sull’imponibile di ogni fattura, il suo importo percentuale può variare. Grava solo sul consumatore finale ed è forse la meno pesante o fastidiosa tra le imposte citate.

Come aprire una partita IVA nel regime forfettario 2016
Per aprire una partita IVA nel regime forfettario 2016 la procedura è la medesima dell’apertura di una partita IVA normale. Occorre compilare il modulo AA9/10 e specificare tutti i dettagli precedentemente menzionati, ovvero anagrafica, domicilio fiscale ecc.

E’ possibile utilizzare questa modalità retroattivamente, nel senso che l’obbligo di dichiarazione di inizio attività ai fini IVA deve essere assolto entro 30 giorni dall’inizio effettivo dell’attività.

Aprire una partita IVA con il regime forfettario: i costi

In questo caso i costi per aprire una partita IVA dei forfettari sono i medesimi dell’apertura di una partita IVA nel regime ordinario, in quanto il procedimento che porta alla creazione di una nuova partita IVA è il medesimo.

Mantenere nel 2016 una partita IVA nel regime forfettario, i costi
In questo caso la partita IVA nel regime forfettario o dei nuovissimi minimi è senz’altra da preferire rispetto a una partita IVA normale, a livello di spese da affrontare.

Ovviamente ci sono diversi limiti e non tutti possono usufruire di questa possibilità.

Nello specifico, i limiti ed il meccanismo di funzionamento possono essere approfonditi qui:

Ecco invece, nello specifico, le agevolazioni della partita iva nel regime forfettario 2016, quindi, di fatto, i costi agevolati a cui bisogna far fronte

  • Costi di tassazione, sono agevolati, viene infatti tassato solo il reddito determinato forfettariamente;
  • Costi IVA: il regime forfettario è esente IVA;
  • Costi IRAP: il regime forfettario è esente IRAP;
  • Costi IRPEF: di solito va a scaglioni di reddito, per il regime forfettario invece si paga una semplice imposta sostitutiva del 5% nel caso del “regime forfettario startup” o del 15% negli altri casi;
  • Costi per contribuzione previdenziale INPS o professionale;
  • Costi per la registrazione e la gestione amministrativa e fiscale.

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