Argentina torna sul mercato dei bond dopo 15 anni, maxi-emissione da 15 miliardi

Flavia Provenzani

14/04/2016

L’Argentina torna sui mercati internazionali dopo 15 anni. Maxi emissione di bond da 15 miliardi, interesse tra il 7 e il 9%.

Argentina torna sul mercato dei bond dopo 15 anni, maxi-emissione da 15 miliardi

È ufficiale: l’Argentina torna sul mercato del bond a 15 anni dal crack del 2001, quando il default sul debito pubblico ha lasciato sul lastrico il paese e investitori da tutto il mondo.

Presto sul mercato un maxi-collocamento di tango bond da 15 miliardi per ripagare i creditori.

L’Argentina ha ricevuto il via libera dalla Corte di Appello degli Stati Uniti per tornare sul mercato internazionale dei titoli di stato, dopo 15 anni di blocco a seguito della clamorosa crisi del tango bond, in cui rimasero coinvolti circa 450.000 investitori italiani, per una perdita totale di circa 12,8 miliardi di euro dell’epoca (14,5 miliardi di dollari).

Argentina: in arrivo maxi-emissione di bond da record

Il Paese si prepara ora ad una delle emissioni di bond più grandi mai viste nei paesi sviluppati.
Mercoledì, la corte di appello USA ha confermato l’accordo trovato nei giorni scorsi: l’Argentina può ora emettere bond e ripafare così i creditori dopo il crack sul debito del Paese del 2001.

La notizia è una grande vittoria per l’Argentina, che per anni è stata impegnata in una battaglia legale contro molti fondi speculativi statunitensi.

Questa settimana, Argentina sarà impegnata in un «road show» a Londra e New York per presentare agli investitori i titoli di stato del Paese per un totale di 15 miliardi di dollari. L’importo della nuova emissione è secondo solo al caso del Messico, che detiene il record dell’emissione di titoli di debito più grande mai vista (16 miliardi di dollari nel 1996).

Argentina: nuovi bond con interesse 7-9%

Quanto interesse gli investitori dimostreranno per i bond argentini dipenderà in parte dal tasso di interesse, dovrebbe essere tra il 7% e il 9%. L’Argentina potrebbe dare il via alla vendita di obbligazioni anche la prossima settimana, come dichiarato dal ministro delle finanze argentino.

L’Argentina ha dichiarato di voler raccogliere almeno 12.5 miliardi di dollari, abbastanza per pagare i creditori dei dati di controllo e investire in progetti infrastrutturali di cui il Paese ha urgente bisogno.

I mercati argertini hanno accolto al rialzo la notizia. L’indice Merval è dalito del 4,7% nella sessione di mercoledì, il rialzo più alto registrato a livello mondiale nella giornata di ieri.
Nel 2016 il Merval è in recupero di circa il 14% sull’ottimismo nei confronti del nuovo governo argentino, guidato dal presidente Mauricio Macri, impegnato a risolvere i problemi del debito del paese.

A febbraio, l’Argentina aveva già raggiunto un accordo con i fondi statunitensi, guidati dal miliardario Paul Singer, per ripagare loro un totale di $4,65 miliardi. Da quell’accordo, l’Argentina ne ha stipulati molti altri dal valore di miliardi di dollari per mettere fine a tutte le conseguenze della crisi sul debito del 2001.

A inizio febbraio la notizia che l’Associazione per la Tutela degli Investitori in Titoli Argentini («Task Force Argentina» o T.F.A.) - tutta italiana - ha trovato un accordo con il Governo argentino, che pagherà in contanti il 150% del capitale per un controvalore di 1,35 miliardi di dollari, chiudendo il contenzioso tra l’Argentina e i 50mila risparmiatori italiani.

L’Argentina è la seconda economia più grande del Sud America dopo il Brasile. È andata in default sul debito di 95 miliardi di dollari alla fine del 2001, record mondiale di sempre.

I presidenti populisti dell’Argentina, Nestor Kirchner e sua moglie Cristina Fernandez de Kirchner, hanno governato l’Argentina dal 2003 al 2015 e si sono sempre rifiutati di pagare i creditori come segno di patriottismo.

La decisione ha chiuso le porte dei mercati dei capitali esteri all’Argentina dal 2001, mentre la sua economia è rimasta ferma negli ultimi quattro anni.

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