Nuovo tonfo in Borsa per la società romana. L’agenzia USA porta il rating a D, azioni ai minimi storici e bond in subbuglio. Gli investori iniziano ad organizzarsi
Il martedì nero di Astaldi si conclude con un altro declassamento del merito di credito, il quarto nelle ultime settimane. Stavolta la sforbiciata porta la firma di S&Poor’s. Ed è tutt’altro che banale.
Per l’agenzia di rating USA il giudizio sul debito di Astaldi è pari D, ossia quello di una società insolvente. Fino a poche ore fa il livello era CCC-. Per gli analisti americani dunque era già da considerarsi altamente speculativo, prossimo alle soglie del non ritorno.
“La situazione di Astaldi equivalente a un default, perché la richiesta di concordato preventivo anticipa la sospensione dei pagamenti relativi al debito in essere”, argomenta l’agenzia di rating statunitense, non certo ottimista sul futuro. Il taglio di rating è infatti stato accompagnato dalla revisione dell’outlook, passato a ‘not meaningful’ dal precedente ‘developing’.
Borsa italiana: la situazione dei piccoli investitori
Fra gli investitori, soprattutto i più piccoli, regna il caos. Ora più che mai. Da diversi mesi Astaldi è sotto scacco in Borsa: il prezzo delle azioni, che fino a poco prima dell’estate veleggiava in prossimità di quota 3 euro, oggi in chiusura di seduta si attesta a 0,41 euro, minimo storico.
Il crollo dei prezzi di Borsa, iniziato nel novembre 2016 ha motivazioni importanti ed è legato alla crisi di liquidità della società e ai problemi di rafforzamento patrimoniale. Vicissitudini che si sono riflesse inevitabile anche sulle obbligazioni, non solo sulle azioni.
Prima del taglio di rating odierno, arrivato a mercati chiusi, i bond Astaldi scambiati sul circuito EuroTLX hanno visto il valore ridursi a circa un quarto del valore nominale di 100mila euro fissato in fase di emissione.
In attesa che il big delle costruzioni nomini il perito e depositi la relazione in Tribunale, i creditori (banche, fornitori, obbligazionisti istituzionali e Retail) hanno già iniziato ad organizzarsi.
Bond Astaldi: il valore crolla, investitori studiano mosse
Secondo quanto riportato da alcuni organi di stampa, qualche istituzionale si starebbero organizzando per proporre e valutare un eventuale piano di ristrutturazione dei debiti. Sul piatto ci sono ben 890 milioni di euro in obbligazioni. Non tutto questo ammontare è però in mano agli istituzionali e ai professionisti.
I creditori internazionali di Astaldi valgono il 5,21% del circolante obbligazionario che scade nel 2020, Blackrock è il più esposto. Fonte: Bloomberg
Ci sono infatti anche piccoli investitori, obbligazionisti che negli anni hanno acquistato il bond Astaldi scadenza dicembre 2020 (ISIN XS1000393899). E che ora stanno provando ad organizzarsi per far valere anche la loro voce.
Un esponente del fronte degli obbligazionisti retail contattato telefonicamente da Money.it ha fatto sapere di aver già raccolto intorno a se un gruppo di oltre 100 piccoli bondholder, con in portafoglio 400 lotti dell’obbligazione. Considerando i 100mila euro di taglio minimo del bond Astaldi, si tratta di un controvalore di oltre 40 milioni di euro. Il target è superare la soglia dei 75milioni di nominale, il 10% del prestito obbligazionario da 750 milioni di euro collocato da Astaldi.
"L’obiettivo è quello di far fronte comune attraverso l’Aduc, l’Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori. Siamo disposti anche a rinegoziare il credito attraverso il taglio della cedola, a valutare un allungamento della scadenza di 5-7 anni, ad avere una conversione in azioni ma non firmeremo mai per uno stralcio del 40% come ventilato ieri dalla stampa”, ha dichiarato a nome dei piccoli investitori il rappresentante che ha preferito rimanere anonimo.
Fra i retail peraltro serpeggia il dubbio che la società si sia comportata con poca trasparenza, per non dir peggio. "In questi mesi abbiamo provato a contattare la società, senza nessun riscontro. Inoltre le tempistiche di alcuni fatti, come il caso dell’approvazione della semestrale, sono di dubbia interpretazione. Non si può evidentemente parlare di esplicita malafede ma alcuni dubbi sono venuti. Nei giorni scorsi si sono registrati strani movimenti nei prezzi sia delle azioni che dei bond di Astaldi. In alcuni casi ho come l’impressione che alcuni fondi, internazionali e non solo, abbiano speculato sull’andamento di Borsa del titolo e delle obbligazioni anche grazie all’accesso ad informazioni riservate”.
Elaborazione: Ufficio studi Money.it su dati Consob aggiornati al 02/10/2018
Quel che è certo è che la Consob, che in serata ha esteso il divieto di short sulle azioni fino al prossimo 4 ottobre, è intervenuta molto in ritardo. La speranza è che ora la vicenda sia seguita con tutte le attenzioni del caso e che soprattutto piccoli investitori non debbano fare i conti con l’ennesimo caso di “risparmio tradito” di cui purtroppo il capitalismo italiano è fecondo.
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