Un sondaggio di Money.it ha chiesto ai lettori se sono d’accordo con la decisione del Governo di aumentare, nonostante la contrarietà del M5s, le spese militari fino al 2% del Pil.
Aumento della spesa militare al 2% del Pil, sei d’accordo? Questo è il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai lettori ora che il Senato, dopo il via libera della Camera a larghissima maggioranza, è pronto ad approvare il decreto Ucraina con il Governo che ha deciso di percorrere la strada del voto di fiducia per cercare di compattare la fila dopo i malumori del Movimento 5 stelle.
Sondaggio chiuso, QUI I RISULTATI
Con lo scontato via libera da parte di Palazzo Madama, l’Italia è pronta a rispettare l’impegno preso in sede Nato nel 2014 di aumentare, entro il 2028 nonostante l’accordo atlantico parli del 2024, la propria spesa militare fino al 2% del Pil.
In questo 2022 nel bilancio previsionale sono stati stanziati circa 26 miliardi per la spesa militare, pari all’1,4% del Pil. Se in futuro si dovesse arrivare al 2%, questo vorrebbe dire un esborso annuo di ulteriori 13 miliardi.
La scelta del Governo fortemente difesa da Mario Draghi di mantenere fede, dopo una lunga melina, agli impegni comunque non vincolanti presi con la Nato in merito alle spese militari, è stata dettata ca va sans dire dallo scoppio della guerra in Ucraina.
Non è stato facile però per Palazzo Chigi convincere Giuseppe Conte a deporre l’ascia di guerra, le cronache raccontano di un duro faccia a faccia tra l’ex presidente del Consiglio e il suo successore, con il Movimento 5 stelle che alla fine ha strappato la promessa di tempi più lunghi, entro il 2028, per arrivare alla tanto discussa soglia del 2%.
Con questo sondaggio, che ricordiamo non ha valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, Money.it ha voluto capire qual è l’opinione dei lettori in merito a un tema che ha rischiato di provocare una crisi di governo.
Un sondaggio sull’aumento delle spese militari in Italia
Nel 2006 al termine del vertice di Riga in Lettonia, i 30 Paesi membri della Nato hanno preso l’impegno di portare la spesa militare annua al 2% del proprio Pil. Una scelta che poi è stata confermata nel 2014, quando gli Stati si sono dati come data di scadenza il 2024.
Si tratta comunque di un impegno legalmente non vincolante, tanto che l’argomento in Italia non era assolutamente in agenda prima dello scoppio della guerra in Ucraina: quando alla Casa Bianca c’era Donald Trump, più volte Washington ha tuonato senza successo contro gli alleati rei di non mantenere la parola data. Nell’ultimo triennio comunque il nostro Paese ha aumentato di 3,6 miliardi la propria spesa, passando dall’1,2 all’1,4% del Pil.
Un incremento che è stato in qualche modo “rinfacciato” a Giuseppe Conte, a capo del Governo in quel periodo, con l’ex Presidente del Consiglio che ha specificato che in quel caso si è trattato di ritocchi fisiologici.
L’opposizione attuale del Movimento 5 stelle invece è dettata dal fatto che i tanti soldi di spesa extra all’anno, circa 13 miliardi che al momento non hanno una copertura, sono una enormità e al massimo andrebbero utilizzati per contrastare il caro-prezzi.
Oltre alla necessità di mantenere fede agli impegni presi con la Nato, il governo Draghi ha difeso l’aumento delle spese militari visto il mutato scenario internazionale, in considerazione del fatto che non è dato sapere come potrà evolvere la guerra in Ucraina.
Tra chi parla di un aumento necessario per motivi di difesa e chi, al contrario, di un inutile sperpero di soldi, lo scopo del sondaggio è stato quello di capire come la pensano i lettori a riguardo vista l’approvazione del decreto Ucraina.
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