L’aumento delle spese militari fa tremare il governo. È scontro tra Conte e Draghi. Il premier sale al colle: bisogna rispettare gli accordi Nato o viene meno la maggioranza. È crisi?
Si respira aria di crisi a Palazzo Chigi, a far tremare le pareti questa volta l’incontro-scontro avvenuto tra il premier Mario Draghi e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte sull’aumento delle spese militari.
Dopo essere stato approvato all’unanimità un odg che impegnava il Governo ad aumentare le spese per la Difesa fino al 2% del Pil, il giorno in cui è stato varato il decreto Ucraina, i pentastellati hanno fatto un passo indietro. Conte era stato chiaro i 5stelle non avrebbero più votato a favore dell’aumento della spesa: le risorse economiche dovrebbero essere destinati ad altri problemi tangibili come il caro-bollette.
Eppure, proprio quest’oggi il governo ha accolto in commissione Esteri e Difesa del Senato l’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia per procedere all’aumento delle spese militari. Ne è conseguito un vertice tra Conte e Draghi. La reazione del premier è stata immediata. È salito al colle e ha ribadito che se non si rispettano i patti con la Nato viene meno il patto di maggioranza. È naturale a questo punto domandarsi se ci si trovi difronte a una crisi di governo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Aumento spese militari, scontro Draghi-Conte: cosa è successo?
Il braccio di ferro sull’aumento delle spese militari fino al 2% tra il premier Mario Draghi e Giuseppe Conte non si è di certo concluso. Questo pomeriggio - 29 marzo - durante la seduta congiunta delle commissioni Esteri e Difesa, il governo ha deciso sì di accogliere l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia, ma senza passare dal voto. Il provvedimento sarà quindi discusso in aula il 31 marzo e molto probabilmente sarà chiesta la fiducia.
Questa decisione però apre a un problema e fa tremare la maggioranza. Il leader del M5s aveva infatti annunciato il voto a favore del provvedimento, ma quello contrario all’odg di Fratelli d’Italia per l’aumento della spesa militare. Per questo motivo si è tenuto il vertice tra Draghi e Conte a Palazzo Chigi, durante il quale sono emerse due linee di pensiero distinte. Le posizioni sono ben delineate:
- Conte ha chiesto al premier di investire maggiori risorse economiche “per la salute italiani” Gli argomenti principali sono stati il caro-bollette, l’aumento del prezzo dei generi alimentari: “Questioni prioritarie rispetto all’incremento spesa militare al 2% del Pil”, ha spiegato l’ex premier al termine del faccia a faccia.
- Draghi non cede un passo ed è intenzionato a portare la spesa militare fino al 2% del Pil per rispettare gli accordi presi con la Nato nel 2014.
L’incontro non ha portato però a una soluzione esaustiva e conclusiva. “Siamo rimasti che ci aggiorneremo” ha dichiarato Conte, ma nel frattempo il premier è salito al colle per un incontro con il Presidente Sergio Mattarella e in Senato la tensione sale.
Aumento spese militari: è crisi di governo?
Si può quindi parlare di una crisi di governo? Di fatto non è ancora accaduto nulla. Stando invece ai toni minacciosi e perentori di Mario Draghi sì, mentre Conte non ha alcuna intenzione di parlare di crisi. Dopo l’incontro con il pentastellato, dalla presidenza giunge una nota: “Non possono essere messi in discussione gli impegni assunti, in un momento così delicato alle porte dell’Europa. Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza”.
Non si può non ammettere che la posizione di Draghi non sia delicata. Il premier - come ricorda Il Fatto Quotidiano - ha partecipato ai vertici a cinque con Joe Biden, Boris Johnson, Emmanuel Macron e Olaf Scholz: una “riammissione” giunta solo dopo aver annunciato di voler mantenere gli impegni Nato, dopo che Draghi ha garantito che l’Italia sarà “in grado di assorbire la quota” di gas statunitense: una posizione che può essere indebolita dalla linea del leader M5s.
È per questo motivo che Draghi mette in dubbio il futuro della maggioranza. Eppure Conte ha esplicitamente escluso l’ipotesi di una crisi di governo: “Come si può parlare di crisi di governo? Draghi avrà pure il diritto di informare il Presidente ma io non ho sollevato alcuna crisi di governo: dico solo che se dobbiamo programmare una spesa militare un partito di maggioranza può discutere i termini anche temporali per rispettare questo impegno”. Intanto Draghi non ha perso tempo e ha chiesto un colloquio con Mattarella proprio sul tema degli investimenti militari. Una mossa per blindare la posizione e di non arretrare nemmeno di un passo.
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