Il mondo dell’auto è percorso da molte incertezze. A quelle sull’economia si affiancano quelle dettate dall’incertezza sulla mobilità futura, che spingo a scelte conservative.
Auto nuova o auto usata? È il classico dilemma che prende almeno una parte di quegli automobilisti alle prese con la necessità cambiare il proprio veicolo. Almeno di quelli che possono permettersi di scegliere, visto che chi deve fare i conti con un budget ristretto deve per forza di cose ripiegare sulla seconda mano.
Attenzione però a pensare che l’auto usata sia una scelta di “serie B”: sono in molti a optare per questa soluzione. Neppure tanto raramente sono clienti con una buona capacità di spesa ad optare per il veicolo d’occasione, soprattutto per quello recente e di alta gamma.
E nel prossimo futuro potrebbero essere ancora di più, complice l’incertezza generata dalle normative ambientali talvolta contraddittorie e dalle grandi trasformazioni, tanto strombazzate quanto ancora immature. Su quest’ultimo punto basti pensare - ad esempio - alla mobilità elettrica e alla guida autonoma.
Un’auto usata in attesa di capire il futuro della mobilità?
Da anni, ormai, si fa un gran parlare di soluzioni epocali in grado di rivoluzionare il futuro della mobilità. Novità commerciali capaci di mutare il rapporto tra auto e automobilista, dal concetto di possesso all’utilizzo attraverso forme di noleggio a lungo termine e car sharing.
E novità tecnologiche, che come la guida autonoma dovrebbero traghettarci verso un futuro nel quale l’auto ci porterà autonomamente a destinazione mentre noi saremo impegnati a lavorare, chattare o rilassarci comodamente seduti a bordo.
Per non parlare della mobilità elettrica, nella quale i costruttori di auto stanno investendo pesantemente ma che - al momento - ha una diffusione limitata e non genera margini di profitto per le case auto.
In mezzo a tutto questo gran rumore di fondo, l’automobilista rischia di perdersi. Fare una scelta come l’acquisto di un’auto - ma anche firmare un contratto di noleggio a lungo termine - significa impegnarsi in un qualcosa di molto costoso. E se la scelta dovesse risultare sbagliata?
Ad esempio, comprando un’auto diesel per poi essere costretto a non usarlo in città a causa dei blocchi alla circolazione? Oppure comprando un’auto elettrica, accorgendosi solo dopo che la scarsa autonomia e una rete di colonnine di ricarica insufficiente la rendono una scelta poco lungimirante?
Ecco allora che molti automobilisti potrebbero pensare ad una soluzione-ponte come l’auto usata, capace di assolvere al suo ruolo di trasporto con un impegno economico inferiore all’auto nuova. E con una minore svalutazione. Qualcuno potrebbe definirlo una sorta di “effetto Cuba”, dall’abitudine di riciclare le vecchie auto americane degli anni ’50 e ’60 durante gli anni dell’embargo dell’isola caraibica.
Auto usata: un mercato in salute
Quello dell’auto usata è un mercato tradizionalmente molto attivo in Italia. Nel 2018 ha registrato 3.030.000 passaggi di proprietà verso gli acquirenti finali, al netto di quelli tra commercianti di auto, con un incremento del 4,4% rispetto al 2017.
Un rapporto di 1,6 auto usate ogni auto nuova venduta, queste ultime nel 2018 scese a 1.909.950 con una flessione del 3,1% rispetto al 2017. Secondo i dati elaborati da UNRAE, il 47% delle transazioni di auto usate è avvenuto tra rivenditori professionisti e clienti, un dato non lontano da quello delle compravendite tra privati che si attesta al 45,9%.
C’è un altro dato interessante tra quelli pubblicati da UNRAE: quello riferito all’età dell’auto usata al comento della compravendita. Cresce la fetta di auto usate con più di 10 anni di vita (passata dal 42,4% del 2017 al 43% del 2018), e quella dell’usato “fresco”:
- quelle come meno di 12 mesi passano dal 12% al 12,8%;
- quelle 13 a 24 mesi passano dal 6% al 6,3%;
- quelle dai 25 ai 48 mesi passano dal 8,8% al 9,8%.
Un trend che - unito al calo di vendite di auto nuove - sembra confermare come gli automobilisti italiani si stanno orientando sull’auto usata, anche recente.
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