Banche, Eba: ecco le nuove regole per definire i crediti in default

Antonio Atte

29/09/2016

Banche: l’Eba ha pubblicato le nuove linee guida per definire i crediti scaduti. Quali conseguenze per i nostri istituti di credito?

Banche, Eba: ecco le nuove regole per definire i crediti in default

Nella serata di ieri l’Eba - l’autorità bancaria europea presieduta da Andrea Enria - ha diffuso le nuove linee guida per definire i crediti in default e le soglie di materialità oltre le quali un prestito è da ritenere past due (scaduto, ndr). Lo scopo di queste nuove definizioni è quello di armonizzare la disciplina in tutti gli Stati del Vecchio Continente.

In un comunicato l’Autorità bancaria spiega che:

“l’introduzione delle linee guida e degli standard tecnici è attesa al più tardi entro fine 2020 ma le banche sono invitate ad avviare le necessarie modifiche al più presto”.

L’Eba ha allegato alle linee guida una analisi qualitativa e quantitativa sugli effetti che le nuove definizioni avranno sui requisiti di capitale.

Tuttavia ancora non è dato sapere quali saranno le conseguenze per i nostri istituti di credito, anche se è praticamente scontato che il nuovo regolamento produrrà un aumento dei crediti scaduti, i quali, secondo una stima dell’Abi del 2015, potrebbero subire un incremento tra il 75% e il 110%.

Banche italiane: il report mensile dell’Abi

Nel report mensile di settembre, l’Abi ha evidenziato che:

“Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine luglio 2016 sono pari a quasi 85 miliardi di euro rispetto a 83,7 miliardi di giugno. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,76% a luglio 2016, 4,66% a giugno 2016 (4,93% a fine 2015; 0,86%, prima dell’inizio della crisi)”.

In un comunicato stampa diffuso dall’Associazione bancaria italiana lo scorso 23 settembre si legge inoltre che:

“Nei primi mesi di quest’anno si è nettamente accelerato il processo di riduzione del numero degli sportelli bancari in Italia. Infatti, mentre nell’intero anno 2015 erano stati chiusi circa cinquecento sportelli, invece nei soli primi nove mesi di quest’anno sono già stati chiusi circa altri mille sportelli, il doppio di quanto avvenuto nell’intero anno scorso”.

Ciò, secondo il presidente Antonio Patuelli, conferma

“l’impegno che le imprese bancarie stanno sviluppando in Italia nelle ristrutturazioni e riorganizzazioni aziendali in applicazione dei rispettivi piani industriali”.

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