Nei prossimi mesi vedremo una Federal Reserve sempre più «data dependent». La view di Femiano, market analyst di eToro
Come da attese la Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse invariati, in attesa di valutare meglio il peggioramento dello scenario economico a livello globale. Il costo del denaro rimane quindi compreso tra il 2,25 e il 2,5%.
Il Presidente Fed Jerome Powell ha deciso di mostrarsi “paziente” sui futuri aggiustamenti dei tassi. Il numero uno della Banca centrale americana ha assicurato che l’economia statunitense è ancora in salute e continuerà a crescere con un ritmo solido anche nel 2019, anche se meno del 2018.
Tra le preoccupazioni della Banca centrale statunitense vi sono le turbolenze della Brexit, ma anche la pericolosità che un ulteriore shutdown potrebbe avere sull’economia a stelle e strisce. Powell ha infatti sostenuto che la paralisi del governo potrà impattare sul Pil del primo trimestre.
Secondo Edoardo Fusco Femiano, market analyst di eToro, «Il FOMC sarà molto più data dependent rispetto al recente passato. Si tratta di un chiaro segnale di arretramento rispetto alla politica degli ultimi anni, in risposta al quadro di rallentamento economico globale, e Powell ha largamente confermato questa impostazione durante la conferenza stampa».
Nel comunicato che accompagna la decisione della Banca centrale, emerge che la Fed resterà paziente nel decidere i futuri rialzi dei tassi di interesse. Powell è inoltre pronto ad aggiustare il processo di normalizzazione del bilancio, arrivato a 4.000 miliardi di dollari, a seguito delle misure espansive messe in atto dopo la crisi.
Ad una domanda molto esplicita sulla prossima mossa della Fed Powell non si è sbilanciato: “Tutto dipenderà dai dati economici. Lasceremo che siano questi a chiarire la situazione”.
«La Fed era chiamata a fornire una guidance futura e ciò è avvenuto con l’esplicito riferimento alla “pazienza” nella definizione delle scelte future di politica monetaria e al»supporto«all’economia per il raggiungimento degli obiettivi di inflazione e occupazione», conclude Femiano di eToro.
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