In Italia sta circolando una moneta parallela priva di valore legale: l’allarme di Via Nazionale
In Italia sta circolando una moneta parallela priva di valore.
L’allarme è stato lanciato diverse ore fa da Bankitalia, tornata su un argomento molto caldo negli ultimi tempi, ossia quello della creazione di un conio complementare rispetto all’euro.
A far riflettere sono stati soprattutto i miniBot, ossia titoli di Stato di piccolo taglio che, secondo alcuni, fungendo da moneta parallela potrebbero portare Roma ad uscire dall’Euro.
Poi, dopo queste considerazioni, è arrivato l’allarme di Bankitalia, che ha cercato di mettere in guardia tutti i cittadini.
In Italia c’è una moneta parallela
L’allarme di Bankitalia non si è rivolto ai citati miniBot, ma a una pratica ormai diffusa nel Belpaese, ossia quella di utilizzare monete scritturali. L’unica forma di moneta legale, si ricordi, è quella creata dalla Banca Centrale Europea, istituzione in grado di garantire non soltanto la fiducia nei confronti del conio, ma anche la sua stabilità. Eppure:
“La Banca d’Italia continua a ricevere comunicazioni di privati che pretendono di utilizzare «euro scritturali» autonomamente creati, o che riguardano piattaforme e sedicenti «organismi monetari» con funzioni bancarie che creerebbero «moneta scritturale» garantita dalla Banca d’Italia.”
L’allarme lanciato da Via nazionale non è giunto come un fulmine a ciel sereno. Già a giugno 2017 l’istituto di Visco aveva messo in guardia contro i pericoli derivanti dalla creazione autonoma di monete “abusive”.
Un vero e proprio invito ai cittadini, che non dovrebbero mai fare affidamento su:
“organismi che pretendono di operare in tali forme di «moneta», la cui attività può configurare ipotesi di abusivismo sanzionabili.”
Creare una moneta scritturale significherebbe invadere il campo delle istituzioni preposte a farlo.
Differenza tra moneta legale e scritturale
I due concetti sono stati ribaditi dalla stessa Via Nazionale, che ha ricordato come la moneta legale sia soltanto quella creata dalla BCE, o più in generale da una banca centrale.
La scritturale bancaria, invece, viene definita come una vera e propria moneta privata. Un classico esempio sono gli strumenti offerti dalle banche come gli assegni, le carte o i bonifici che poi vengono usati per “trasferire moneta bancaria o prelevare moneta contante”.
Creare autonomamente moneta scritturale (priva di valore poiché non nata da organismi preposti) potrebbe esporre i cittadini a diversi effetti e conseguenze negative, come confermato da Bankitalia nel rapporto del 2017.
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