Berlusconi non scarica Putin: “Siamo in guerra anche noi perché mandiamo le armi…”

Alessandro Cipolla

17/05/2022

Berlusconi per la prima volta ha parlato della guerra in Ucraina fuori dalle veline ufficiali: da Biden a Stoltenberg, il leader azzurro come riportato dal Corriere della Sera ha criticato i leader mondiali risparmiando però Putin. A stretto giro arriva poi la rettifica: “Affrettata lettura di alcune frasi isolate dal contesto nel quale sono state pronunciate”.

Berlusconi non scarica Putin: “Siamo in guerra anche noi perché mandiamo le armi…”

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina in tanti hanno atteso la presa di posizione di Silvio Berlusconi, visto la storica amicizia personale che lega il leader di Forza Italia a Vladimir Putin.

Esclusa qualche nota ufficiale apparsa molto di circostanza, Berlusconi è rimasto sostanzialmente silente sul tema mentre il suo partito, stando alle dichiarazioni dei ministri azzurri, si è schierato a favore della linea portata avanti fino a questo momento dal presidente Draghi.

È bastato però un evento fuori programma, una serata elettorale in vista delle amministrative di giugno alla Fiera di Treviglio nel bergamasco, per fare andare Silvio Berlusconi a briglia sciolta sul tema della guerra in Ucraina.

Parole quelle del padre di Forza Italia, poi rettificate da una nota, che fanno intendere come all’interno della maggioranza di governo, viste le dichiarazioni anche di Matteo Salvini e Giuseppe Conte, tra i leader siano più le posizioni critiche che quelle favorevoli alla linea-Draghi.

Per Berlusconi siamo già in guerra

Intercettato all’evento elettorale di Treviglio insieme alla sua compagna Marta Fascina, proprio alla vigilia dell’attesa convention di Forza Italia che si terrà questo fine settimana a Napoli, Silvio Berlusconi come riportato dal Corriere della Sera si è voluto togliere qualche sassolino dalla scarpa dopo settimane di silenzio.

“​​ Siamo in guerra anche noi, perché gli mandiamo le armi - ha dichiarato l’attuale europarlamentare - Mi dicono che manderemo anche i cannoni e le armi pesanti, lasciamo perdere…”.

Per Berlusconi il problema sarebbe che “non abbiamo signori leader nel mondo, non li abbiamo in Europa”, tanto che “un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo gli ha dato del criminale di guerra, gli ha detto che doveva andare via dal governo russo e finire in galera”.

Sembrerebbe essere un chiaro riferimento a Joe Biden, con Silvio Berlusconi che non ha risparmiato critiche anche al segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “Ha detto che mai più l’Ucraina sarà sotto la Russia e così sarà anche delle due repubbliche del Donbass a cui mai l’indipendenza, mai, sarebbe riconosciuta. Capite che con queste premesse il signor Putin è ben lontano dal sedersi a un tavolo”.

Con queste premesse, il timore di Berlusconi è che “questa guerra continuerà”, con forti danni alla nostra economia derivanti dalle sanzioni imposte alla Russia: “Ci saranno danni ancora più gravi in Africa perché nei porti dell’Ucraina sono ferme tonnellate di grano e mais, in Africa non hanno più la possibilità di fare il pane, è possibile che ci siano ondate di profughi, è un pericolo grande derivante dalla guerra in Ucraina”.

A stretto giro una nota di Silvio Berlusconi ha voluto però aggiustare il tiro delle sue dichiarazioni riportate: “Stupisce il titolo del Corriere della Sera riferito all’intervento del presidente Berlusconi a Treviglio, che forse deriva da un affrettata lettura di alcune frasi isolate dal contesto nel quale sono state pronunciate. Il leader di Forza Italia non ha mai giustificato in alcun modo l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa, un atto di forza inaccettabile nei confronti di uno stato sovrano, che sta causando molte, troppe vittime”.

Al contrario, in questa come in altre occasioni pubbliche Berlusconi ha espresso con estrema chiarezza delusione e profondo dissenso verso le scelte del presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin - si legge ancora nella nota - Il Presidente Berlusconi e con lui Forza Italia sono sempre stati in questi 28 anni e sono oggi dalla parte dell’Occidente, dell’Europa, della Libertà. Su questo non ci può essere nessun dubbio e nessun equivoco. Lo dimostrano innumerevoli atti di governo e voti parlamentari, nei quali l’interesse nazionale, la vocazione europeista, la fedeltà all’Alleanza Atlantica sono state e saranno la nostra stella polare”.

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