Le big tech perdono oltre $1.000 mld ad aprile: è crisi per le FAANG?

Violetta Silvestri

30/04/2022

Il mese di aprile si chiude in modo pessimo per i colossi tech: le FAANG più Microsoft hanno perso oltre $1.000 mld di capitalizzazione nel mese, facendo crollare il Nasdaq. Cosa sta succedendo?

Le big tech perdono oltre $1.000 mld ad aprile: è crisi per le FAANG?

In un altro venerdì nero per il mercato azionario, gli indici statunitensi hanno chiuso con ribassi significativi. E le big tech si sono contraddistinte per perdite e delusioni dopo la pubblicazione dei conti.

In un anno così difficile per i titoli tecnologici è stato che il gruppo FAANG, infatti, a sorprendere per il tonfo: nel mese di aprile 1.404 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato sono andati in fumo. Stiamo parlando dei colossi Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Google più Microsoft.

L’indice dominato dalla tecnologia è sceso del 4,2% venerdì dopo i risultati poco brillanti di Amazon e Apple la sera precedente. La mossa ha portato il calo del Nasdaq di aprile al 13,3%, il peggior tonfo mensile dall’ottobre 2008, dopo che il crollo di Lehman Brothers aveva scosso i mercati finanziari.

Cosa sta succedendo ai giganti tecnologici, campioni di utili e guadagni? C’è crisi nelle FAANG?

Aprile mese nero per le azioni tech: crolla il Nasdaq

Le azioni statunitensi sono crollate venerdì 29 aprile, con il Nasdaq Composite che ha segnato il suo mese peggiore dal 2008, spinto al ribasso da Amazon, l’ultima vittima del sell-off guidato dalla tecnologia di aprile.

L’indice ha perso più di $5.000 miliardi di capitalizzazione di mercato totale dal massimo storico lo scorso novembre. Gli analisti della Bank of America hanno riassunto il sentimento degli investitori di venerdì come “semplicemente terribile”.

I titoli tech sono stati l’epicentro del selloff di aprile, poiché i tassi di interesse elevati promessi dalla Fed hanno danneggiato le valutazioni e i problemi della catena di approvvigionamento derivanti dal Covid e dalla guerra in Ucraina hanno interrotto i normali commerci e il consueto business.

Anche il benchmark S&P 500 è sceso dell’8,8% ad aprile, incluso un calo del 3,6% venerdì per il mese peggiore dall’inizio della pandemia nel 2020.

Sonja Laud, chief investment officer di Legal & General Investment Management ha sottolineato che “il predominio del settore tecnologico è un fenomeno statunitense”, evidenziando che le azioni di Apple, Microsoft, Amazon, Tesla, Alphabet, Meta e Netflix costituivano quasi un quarto dell’S&P 500.

“L’attuale performance del mercato minaccia di passare da una ‘correzione’ lunga e dolorosa a qualcosa di più preoccupante”, ha scritto il presidente di Marketfield Asset Management Michael Shaoul.

Secondo l’esperto, anche marzo 2020 ha visto cali molto bruschi, ma i recuperi sono stati altrettanto rapidi.

L’episodio attuale sembra molto più probabile che imponga perdite durature agli investitori che si sono accumulati durante il rally del 2021, ed è meglio pensare a un mercato ribassista strisciante, che sta costantemente ampliando la sua rete rispetto alla precedente leadership di mercato, ha aggiunto Shaoul.

Tempo di crisi per le FAANG?

Un elemento che si è distinto in un anno così complesso per i titoli tecnologici è stato che il gruppo FAANG (la holding di Facebook Meta Platforms, Apple, Amazon, Netflix società holding di Google Alphabet più Microsoft ha perso 1,404 trilioni di dollari di capitalizzazione di mercato nel mese di aprile.

Per esempio, Meta ha mandato in fumo più di 61 miliardi di dollari ad aprile e Amazon quasi 400. Bilancio amaro anche per Apple (circa 300 miliardi in meno di capitalizzazione) e per Google, -333. Microsoft ha sfumato 235 miliardi e Netflix 81.

Nel dettaglio Apple, la società di maggior valore degli Stati Uniti, ha riportato ricavi trimestrali superiori alle attese, ma ha avvertito che la carenza delle materi prime e dei componenti base e la chiusura delle fabbriche cinesi potrebbero costarle fino a 8 miliardi di dollari nel secondo trimestre.

Amazon ha accusato il calo delle vendite online e l’aumento dei costi per la sua crescita dei ricavi trimestrale più lenta in assoluto. Le sue azioni sono crollate del 14% venerdì, mentre quelle di Apple sono scese del 3,7%.

Gli annunci hanno seguito le precedenti mancate di altri giganti della tecnologia come Netflix e il genitore di Google Alphabet.

Troppe incertezze dominano la scena finanziaria: guerra, tassi i rialzo della Fed, stress delle catene di approvvigionamento, chip carenti. In questo contesto anche i giganti tech arrancano.

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