Dopo il Codice delle Startup, torna Cristina Crupi in libreria con il Codice delle PMI edito da Editoriale Scientifica per completare i manuali dedicati all’innovazione.
Buone nuove sul fronte imprenditoriale dedicato all’innovazione. Lo riporta l’ultimo report del Ministero dello Sviluppo Economico redatto in collaborazione con Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale.
Nell’ultimo trimestre del 2021, infatti, le Startup e le PMI innovative iscritte nella sezione speciale del Registro delle Imprese ammontano a 14.077 con un incremento del 18% rispetto al pari periodo dell’anno precedente.
A primeggiare sono i servizi offerti nel digitale con una predilezione per le soluzioni tecnologiche e anche la distribuzione geografica delle realtà innovativa è incoraggiante: sebbene al primo posto resti la Lombardia con il 26,6% il 12,7%, infatti, è nel Lazio e il 9,1% in Campania.
Numeri che presagiscono voglia di fare e di ripresa. Non dimentichiamo che la piccola e media impresa costituisce l’ossatura del nostro sistema imprenditoriale che da solo genera il 41% del fatturato e che le PMI innovative diventano tali nella maggior parte dei casi avendo avuto in precedenza uno status da startup.
A questo fantastico e stimolante ecosistema è dedicato il Codice delle PMI edito da Editoriale Scientifica e ultima fatica dell’avvocato Cristina Crupi che lo scorso anno ha pubblicato il Codice delle Startup.
Con questa pubblicazione che rappresenta il primo testo completo di norme e circolari dedicato alle PMI si chiude in qualche modo il cerchio dei codici dedicati all’innovazione, strumenti rivolti non solo a imprenditori ma anche ad addetti ai lavori e che hanno l’obiettivo di semplificare e coadiuvare la crescita delle singole realtà.
L’innovazione corre veloce come l’evoluzione umana
“Innovare è diventato un imperativo per la sopravvivenza” scrive Enrico Deluchi, Amministratore Delegato di Polihub e autore della prefazione; non possiamo che essere d’accordo se pensiamo che da sempre l’uomo ha innovato proprio per supportare la propria evoluzione e sopravvivenza, non solo per lasciare un segno nel tempo.
L’ultimo ventennio ha subito un’accelerazione tale che a fatica si riesce stare al passo, condensando di anno in anno innovazioni, a volte vere e proprie rivoluzioni tecnologiche, che in altri periodi storici avrebbero richiesto più tempo. Parimenti anche la parte legislativa e amministrativa deve correre e non è sempre facile districarsi in norme, agevolazioni fiscali e aggiornamenti che hanno l’obiettivo di incoraggiare la crescita delle startup e delle PMI.
Se è vero che lo scenario italiano è ancora poco sviluppato rispetto a quello internazionale, è altrettanto corretto affermare che sono stati fatti dei progressi non di poco conto per agevolare l’accelerazione e la crescita di tutto l’ecosistema. Di certo un primo fondamentale tassello è conoscere gli strumenti messi a disposizione di chi voglia fare imprenditoria e che tipo di aiuti economici siano stati messi emanati dalla normativa.
Non scordiamo, poi, che siamo in periodo di PNRR e l’immissione di liquidità è volta a supportare i giovani e le idee imprenditoriali più promettenti. Forse le startup innovative non diventeranno unicorni come accade altrove ma se da esse nascessero PMI solide e floride, come dice l’autrice, il nostro tessuto industriale si irrobustirebbe sempre più fino a poter contare su un’infrastruttura aziendale ed economica capace davvero di fare la differenza. Sotto ogni punto di vista.
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