Il 2019 sarà l’anno dei delisting a Piazza Affari? L’addio di Damiani potrebbe aprire la strada a numerose altre operazioni
Il 2019 potrebbe essere l’anno dei delisting a Piazza Affari.
Numerose aziende finiranno nel mirino degli osservatori che mese dopo mese cercheranno di scovare tutti i soggetti pronti a seguire le orme di Damiani, società che dopo 11 anni di unione ha scelto di voltare le spalle alla Borsa.
Il suo delisting da Piazza Affari ha trovato ragion d’essere nell’offerta volontaria e totalitaria di Leading Jewels, holding della stessa famiglia Damiani, che ha messo sul piatto 0,855 euro per azione comprensivi di un premio del 5,04%.
Sono in molti a credere che nei prossimi mesi numerose società seguiranno il suo esempio dando vita ad una vera e propria stagione di delisting a Piazza Affari.
Delisting Borsa Italiana: occhi su Mondadori
Chi potrebbe mai seguire le orme di Damiani? Secondo diversi osservatori di mercato nei prossimi mesi bisognerà tenere sotto osservazione tutte quelle società controllate da un azionista forte, con una quota di capitale massiccia e dunque con un flottante piuttosto limitato.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, e nonostante le smentite di Fininvest (al 53,3%), Mondadori potrebbe essere una delle papabili pronte al delisting da Piazza Affari. Tra le ipotesi al vaglio quella dell’entrata in gioco di un nuovo socio di capitale, magari un fondo di private equity che andrebbe ad affiancarsi alla famiglia Berlusconi.
Le voci hanno trovato fondamento nel recente rally della quotata che da metà dicembre ad oggi ha guadagnato più del 15% a Milano. D’altronde, ha continuato il quotidiano, la strategia messa in atto a Segrate (passata per la fusione con Rizzoli Libri, il risanamento, la vendita di Panorama e di Mondadori France) sembrerebbe coerente con un delisting che comporterebbe un costo di circa 200 milioni.
Le altre papabili
Sotto la lente di Borsa Italiana anche le aziende alle prese con azionariati instabili. Esempio lampante quello di OVS, che nell’ultimo anno ha bruciato più dell’80% del suo valore in Borsa. Il tutto mentre il fondo Bc Partners è sceso al 17,8% e Tamburi Investment è salita al 3%. Nonostante tutto, la buona quota di mercato vantata oggi dall’azienda potrebbe far gola a qualche investitore.
Tra le società che potrebbero dar vita ad un delisting da Piazza Affari nel 2019 anche Cerved che ha oggi un flottante pari al 100% del capitale (grazie all’uscita di Cvc) e che nel 2018 ha perso più del 33% in Borsa. In questo caso ad attirare l’attenzione di qualche interessato potrebbe essere la crescita registrata dall’azienda che nel corso del tempo ha rafforzato la propria posizione nel settore dei crediti deteriorati.
Nel 2019 è già avvenuto un delisting dalla Borsa Italiana, quello di Beni Stabili che ha abbandonato Piazza Affari il 2 gennaio in virtù della fusione con Covivio.
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