Google ha un nuovo sfidante: si chiama Brave, ed è un browser che intende tutelare la tua privacy e pagarti (in Bitcoin) se lo usi. Ecco come funziona.
Numerose inserzioni pubblicitarie, spesso invasive, e sistemi di raccolta dei dati sempre più efficaci: per chi naviga su internet e vorrebbe veder rispettata la propria privacy la vita è sempre più difficile.
Ma oltre a Chrome e Safari esistono anche altri browser per la navigazione web che potrebbero limitare i danni.
Brave è uno di questi: basato su Chromium e fondato da Brendan Eich, cofondatore di Mozilla e creatore di JavaScript, questo software promette una navigazione più veloce. Ciò è possibile tramite un adblock integrato che blocca le inserzioni e i sistemi che tracciano le tue ricerche e i tuoi movimenti online, garantendo oltre ad una maggiore rapidità di caricamento anche la tutela della tua privacy.
Non è questo però l’unico obiettivo di Brave, che cerca anche di premiare i creatori di contenuti e dichiara di voler pagare gli utenti che lo utilizzano. Ecco come funziona e perché utilizzarlo come alternativa a Chrome.
Brave: cos’è
Brave è un browser, ovvero un software che consente la navigazione web come Chrome o Firefox. La sua peculiarità è quella di voler garantire la protezione dei dati degli utenti, condividendone il meno possibile con gli inserzionisti.
Questo è possibile attraverso una sorta di adblocker interno, che sostituisce le pubblicità con altre, meno invasive e sprovviste di sistemi di tracciamento che rovistino tra i dati degli utenti.
Il browser ha attualmente una partnership con DuckDuckGo, che può essere utilizzato come motore di ricerca predefinito allo stesso modo di Qwant (il browser anti-Google), Chrome, Ecosia, Yandex e molti altri.
Brave: come funziona
L’ultima versione di Brave (v0.22.810) può essere utilizzata su Windows, Mac e Linux, ma anche su dispositivi mobile, sia Android che iOS.
Il download è disponibile sul sito e richiederà pochi semplici passaggi.
Una volta installato il browser non dovrai far altro che aprirlo per iniziare a navigare: ads e trackers saranno già bloccati di default e non sarà necessario intervenire dalle impostazioni.
Una feature caratteristica è che le pubblicità eliminate verranno sostituite con altre, sicure e senza tracciamenti. Parte dei ricavati di queste inserzioni avranno degli sviluppi interessanti: puoi infatti decidere se destinarli automaticamente ai siti che visiti di più o decidere manualmente quelli che preferisci.
Secondo Brendan Eich questo sistema garantirebbe una migliore trasparenza nella distribuzione del denaro e delle informazioni, dividendo i profitti tra creatori di contenuti, la piattaforma Brave e i partner.
Brave ci pagherà se lo usiamo?
Tra gli obiettivi di Brave c’è anche quello di pagare gli utenti.
Una piccola percentuale del guadagno proveniente dalle pubblicità, infatti, sembra sarà destinato agli utenti che sceglieranno di adottare il sistema di asd che verrà proposto dal browser. I pagamenti saranno probabilmente in Bitcoin e potranno essere ritirati o usati per pagamenti o donazioni online.
Sul sito non c’è ancora una data precisa che indichi quando questa funzione sarà attiva per tutti, ma sul blog ufficiale si è svolto un sondaggio per dare il via ai test.
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