Esistono strategie molto efficaci per sfruttare i migliori breakout e stare alla larga dalle false rotture. Andiamo ancora una volta a dare un’occhiata all’ormai noto expansion pivot
La tecnica del breakout piace alla maggior parte dei trader perché è semplice da utilizzare, sia quando arriva il momento di prendere posizione sia quando bisogna gestirla in corso d’opera. Tuttavia è anche la strategia più soggetta alle trappole dei large traders, ossia i grandi investitori istituzionali in grado di fare il bello e il cattivo tempo sui mercati finanziari grazie all’enorme massa monetaria a propria disposizione. Esiste comunque un modo per stare alla larga da queste “false rotture”, o quantomeno ridurre il più possibile il rischio di fine in trappola.
Utilizzare breakout efficaci, evitando contestualmente quelli che potrebbero invece rivelarsi una bull trap (in un uptrend) o una bear trap (in un downtrend), presuppone una buona conoscenza delle caratteristiche della volatilità. Un trader non dovrebbe mai dimenticare che le forti contrazioni della volatilità possono ben presto dare luogo a forti movimenti direzionali, soprattutto se i prezzi sono stati ingabbiati all’interno di una stretta congestione (rettangoli o triangoli) per un periodo di tempo più o meno lungo. Alcuni trader di caratura internazionale hanno addirittura codificato i migliori setup basati sui breakout.
In particolare Jeff Cooper ha creato un segnale statisticamente molto affidabile, ovvero l’expansion pivot. Si può apprezzare meglio la bontà dello stesso esaminando il grafico a 4 ore del tasso di cambio EUR/USD, interessato da una fase di accumulazione sui bottom prima e da un breve consolidamento prima del rally. L’expansion pivot diventa ben presto un breakout efficace, che spinge i prezzi fino al target “naturale” dello swing trade così concepito con la quotazione che passa da area 1,17 a 1,1850 nel giro di poche ore.
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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