Brexit: torna il caos. Theresa May ha rinviato il voto sull’accordo di divorzio a ridosso del 29 marzo. I motivi
Theresa May ha rinviato (ancora) il voto sul suo accordo Brexit previsto per la settimana appena iniziata.
Una decisione che come previsto ha sollevato un nuovo polverone e nuove critiche, soprattutto da parte laburista, con Jeremy Corbyn che ha definito avventata e incosciente la scelta del Primo Ministro.
In realtà non è la prima volta che Theresa May sceglie di rinviare un voto sul suo accordo Brexit. A novembre scorso i negoziatori di entrambe le parti hanno finalmente trovato un’intesa che tuttavia si è scontrata con le intenzioni del Parlamento britannico. Per evitare una sonora sconfitta, il primo ministro ha posticipato la votazione all’anno nuovo, finendo ancora una volta sotto una pioggia di critiche.
Adesso, però, la situazione è più complicata poiché i tempi sono sempre più stretti. Che sia tutta una tattica della May, esattamente come teorizzato dalle opposizioni laburiste, per costringere i parlamentari ad accettare il suo accordo?
Brexit, May rinvia tutto. Quando si vota?
Dopo le critiche rivolte dal Parlamento all’accordo Brexit trovato da Theresa May, il primo ministro è tornato a Bruxelles per cercare di strappare all’Ue nuove concessioni, soprattutto sul tema del backstop irlandese.
Nella settimana appena iniziata i parlamentari britannici si sarebbero dovuti esprimere su un’intesa che, nonostante i progressi compiuti (parola della leader), non è stata ancora trovata.
Per questo motivo, e con l’obiettivo di prendere tempo, Theresa May ha rimandato il voto sull’accordo Brexit al 12 marzo, a soli 17 giorni di distanza dalla data prevista per il divorzio (29 marzo 2019).
Le reazioni
Immediata la reazione del leader laburista Jeremy Corbyn, stupito dalla decisione di rinviare il voto a pochissimi giorni dalla data di divorzio.
“Theresa May sta mettendo a repentaglio il Paese correndo incautamente verso la data di divorzio per costringere i parlamentari a scegliere tra il suo pessimo accordo e un disastroso No Deal. I laburisti lavoreranno con i parlamentari di tutto il territorio comunale per prevenire il No Deal, sbloccare l’impasse e creare supporto per il nostro piano alternativo.”
A sua detta, insomma, la May starebbe tergiversando soltanto con l’obiettivo di spingere all’angolo i parlamentari che, una volta scaduto il tempo, sarebbero costretti a scegliere il suo accordo Brexit per evitare lo scenario di No Deal.
Anche i funzionari europei hanno mostrato tutto il loro disappunto per la decisione di rinviare il voto previsto per questa settimana. In molti credono che la Brexit finirà a questo punto per essere rimandata.
Brexit rinviata a giugno?
Le continue difficoltà incontrate da Theresa May hanno spinto sempre più osservatori a teorizzare il possibile rinvio del divorzio tra Regno Unito e Unione europea.
Secondo il Telegraph e la BBC, ad esempio, la Brexit potrebbe essere rimandata di almeno due mesi, mentre il The Guardian ha addirittura parlato di una separazione che si concretizzerà soltanto nel 2021.
In caso di rinvio la situazione si complicherebbe ulteriormente soprattutto a causa delle elezioni europee di fine maggio alle quali parteciperebbe così anche il Regno Unito inviando rappresentanti dalla posizione incerta. La domanda, ad oggi, rimane sempre la stessa: la May riuscirà a concludere la Brexit entro il 29 marzo 2019 oppure per il Regno Unito si aprirà una nuova fase di profonda instabilità?
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