Cosa succede ora con la Brexit? Sono almeno 3 gli scenari possibili: elezioni anticipate, accordo di divorzio o ritorno al piano di Johnson?
Cosa succede con la Brexit dopo la pronuncia della Corte Suprema del Regno Unito? La riapertura del parlamento e il nuovo clima di tensione con il Premier Johnson disegnano tre possibili scenari.
Le strade che si aprono comprendono la sfiducia al governo da parte dell’opposizione, una rinegoziazione per l’uscita dall’Unione Europea con un secondo referendum - bloccando di fatto il percorso finora intrapreso - e la possibilità di arrivare finalmente ad una Brexit con accordo.
Altra opzione, temuta dagli oppositori del Premier, è quella che Boris Johnson trovi una scappatoia per aggirare di nuovo i lavori parlamentari e ritardare oltre i termini consentiti la contrattazione dell’uscita dall’UE.
Scenario 1: Brexit bloccata e elezioni anticipate
Lo scenario di una Brexit bloccata potrebbe aprirsi se l’opposizione britannica dei laburisti di Corbyn riuscisse a sfiduciare il governo di Johnson. In questa ipotesi - sempre che il Premier non decida di dimettersi - ci sarebbero nuove elezioni, nella speranza per il leader del partito laburista di ottenere una maggioranza parlamentare chiara. Il piano sarebbe quello di riavviare la negoziazione della Brexit abbandonando i toni estremisti di Johnson.
Tra le possibilità anche quella di indire un secondo referendum per interrogare nuovamente la popolazione sulla preferenza ad uscire - con nuovo accordo - o a rimanere nell’UE.
La strada delle elezioni anticipate, che andrebbero di fatto a bloccare i tempi per la Brexit, potrebbe aprirsi anche se il parlamento britannico di nuovo riunito decidesse di andare alle urne con un voto a maggioranza semplice. Le elezioni, a questo punto, potrebbero essere fissate già il 31 ottobre, proprio nella data indicata per l’uscita dall’UE del Regno Unito.
Restano molte incognite su questi scenari, sia per l’esito della Brexit, sia per le strategie politiche in atto. Non è chiaro, infatti, se Corbyn riuscirà nell’intento della sfiducia e dubbi si sollevano anche su un positivo impatto elettorale per Johnson. Con elezioni dopo il 31 ottobre, supponendo che in quella data il Regno Unito sia ancora in UE, le possibilità per l’attuale Premier di ottenere una maggioranza sarebbero molte di meno.
Scenario 2: Brexit con accordo
Lo scenario di una Brexit con accordo ha i giorni contanti. E evidenzia diverse incognite. Il 17 e il 18 ottobre ci sarà un vertice cruciale a Bruxelles per verificare la posizione del Regno Unito e gli sviluppi possibili per un divorzio condiviso.
Johnson ha ribadito che proverà a definire un piano da presentare all’Ue, ma i negoziatori europei sono ancora molto scettici.
La possibilità di un’intesa credibile per la Brexit, infatti, esiste solo se si superano alcuni ostacoli. Tra questi, il più importante per l’UE è la questione del ripristino dei controlli alle frontiere irlandesi, pensati dagli inglesi ma rifiutati in modo categorico in Europa.
La via dell’accordo potrebbe facilitarsi solo se Johnson formulerà delle modifiche al piano di uscita del Premier uscente Theresa May, andando incontro al favore dei più accaniti oppositori di quell’intesa per la Brexit.
Scenario 3: Brexit senza accordo con Johnson al governo
Mentre si attende il ritorno di Johnson dall’Assemblea dell’Onu, gli oppositori sospettano che il Premier stia trovando una strategia per allungare nuovamente i tempi dei lavori parlamentari e aggirare il raggiungimento di un’intesa prima del 31 ottobre.
Lo scenario, quindi, che vede Johnson saldamente al potere senza l’ipotesi dimissioni, sarebbe quello di una ripresa della politica aggressiva contro l’accordo con l’UE. Il Premier spera in elezioni prima della fine di ottobre proprio per ottenere una maggioranza favorevole ad una Brexit no-deal.
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