COP27: Terzo Mondo chiede aiuto, stanziati i fondi contro la crisi climatica

Lorenzo Bagnato

9 Novembre 2022 - 13:26

Nel terzo giorno della riunione COP27, alcuni paesi europei hanno fornito fondi per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare la crisi climatica.

COP27: Terzo Mondo chiede aiuto, stanziati i fondi contro la crisi climatica

Mentre la riunione della COP27 prosegue in Egitto, i paesi in via di sviluppo continuano a chiedere un aiuto a livello internazionale per affrontare la crisi climatica. Normalmente, la Conferenza delle Parti (COP) affronta le possibili politiche di mitigazione, quelle che cercano di ridurre le emissioni dei paesi sviluppati. Il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi ne sono gli esempi principali.

Quest’anno, tuttavia, la COP27 si concentra sulle politiche di adattamento che i paesi in via di sviluppo possono adottare per affrontare gli effetti già esistenti del cambiamento climatico. Paesi come Kenya, Pakistan, Sud Sudan e e quelli delle isole del Pacifico sono quelli che soffrono di più a causa della crisi climatica. Siccità e inoldazioni uccidono milioni di persone ogni anno e possono solo peggiorare man mano che le emissioni continueranno ad aumentare.

E la colpa è dei paesi ricchi. Gli Stati Uniti, l’Europa e la Cina sono i paesi ad emettere di più al mondo e gli effetti della loro industrializzazione sono avvertiti dai paesi non sviluppati. Le promesse di decarbonizzazione (che poi sono contraddette da azioni concrete), non cambiano la triste realtà.

Inoltre, un report di Oxfam ha mostrato come i miliardari siano i maggiori responsabili delle emissioni di carbonio. Lo studio prende in considerazione lo stile di vita opulento dei miliardari, con yacht e jet privati, nonché i loro investimenti nelle industrie a più alta emissione. I risultati mostrano che un miliardario emette un milione di volte in più di una persona media. Bastano 125 miliardari per raggiungere le emissioni dell’intera Francia.

Cosa può fare la COP27

La scelta della location per la COP27 non è casuale. L’Egitto è uno dei tanti paesi africani che deve fare i conti con le emissioni causate dai paesi ricchi. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha chiesto fondi al mondo sviluppato per poter attuare strategie risolutive.

Secondo alcuni studi, riparare i danni del cambiamento climatico costerà 580 miliardi di dollari entro il 2030 e a quasi due trilioni (ovvero 2.000 miliardi) entro il 2050. Se agiamo ora, potremmo evitare di spendere così tanto in futuro. Ma nonostante molti paesi europei (così come gli Stati Uniti) evitino di assumersi la responsabilità delle proprie emissioni, vengono intrapresi dei piccoli passi.

Alla COP27, cinque paesi europei hanno stanziato fondi per far fronte a «perdite e danni». Belgio, Austria, Germania, Danimarca e Scozia hanno tutti fornito liquidità per le esigenze dei paesi in via di sviluppo legate alla crisi climatica. Le cifre sono ancora nell’ordine dei milioni, ma è un inizio.

Entro il 2023, lo stanziamento dovrebbe raggiungere 100 miliardi di dollari all’anno, un obiettivo che finora è stato glissato ogni anno. Ma, se le promesse saranno mantenute, il prossimo anno dovrebbero essere forniti 100 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo come aiuto contro la crisi climatica.

La logica alla base di tutti questi investimenti è avvantaggiare le nazioni ricche così come quelle in via di sviluppo. In primo luogo, contrastando gli effetti del cambiamento climatico (che, se continua, distruggerà anche i paesi sviluppati), ma poi ricavandone rendimenti da capogiro a lungo termine.

Il World Economic Forum ci ha già portato come esempio il Green Climate Fund, che ha attirato quasi 20 miliardi di dollari in attività sostenibili nei paesi in via di sviluppo. Il ritorno sull’investimento, secondo il WEF, è stato di quattro volte quello.

Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il giorno 2022-11-09 13:06:09. Titolo originale: COP27: Third World calls for help as some Rich Countries provide funds

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